2.Life: C’è bisogno di competenze per una società sempre più complessa…

… Il comportamento aggressivo, infatti, non aiuta le persone a mettersi in discussione perché porta ad un inasprimento progressivo dei rapporti provocando rancore e perdita di stima reciproca. E’ importante, quindi, essere sempre consapevoli dell’impatto che il nostro modo di esprimerci può avere sugli altri e di quanto sia più efficace usare il linguaggio in modo positivo e socialmente responsabile. Per comunicare bene con gli altri, però, altrettanto fondamentale è essere capaci di definire quello che sentiamo dentro di noi, i nostri pensieri, le nostre emozioni; dobbiamo, cioè, conoscerci. Non è così facile: spesso la prima difficoltà è proprio riferita alla comunicazione con sé stessi. Ma non riusciremo a trasmettere agli altri ciò che proviamo o ciò in cui crediamo se prima non l’abbiamo chiarito bene a noi stessi. Per migliorare questo aspetto è molto utile, per esempio, prestare attenzione alle esperienze degli altri, così come leggere libri di letteratura che parlano di emozioni e situazioni umane, in cui possiamo riconoscerci o che possono aiutarci a capire i nostri sentimenti. Inoltre, non bisogna mai dimenticare che per comunicare bene bisogna anche imparare ad ascoltare quello che gli altri hanno da dire e a far tesoro di quello che possono insegnarci. Fondamentale, quindi, è sviluppare la disponibilità al dialogo e l’interesse ad interagire con gli altri. Altrettanto importante nella comunicazione interpersonale è provare “empatia”, cioè dobbiamo riuscire a comprendere lo stato d’animo dell’altra persona, metterci “nei suoi panni”, sentire ciò che lei sente per riuscire a capirla profondamente e poter così meglio confrontare pensieri e opinioni. Inoltre, proprio perché viviamo in società sempre più complesse e diversificate, dobbiamo anche imparare a comprendere e accettare le modalità di comportamento dei diversi contesti e gruppi sociali. Questo significa che dobbiamo, per esempio, essere capaci di: riconoscere, rispettare ed apprezzare le diversità manifestando disponibilità a superare i nostri eventuali pregiudizi, tener conto dei differenti punti di vista delle persone, perché questi possono derivare da esperienze o da contesti culturali anche molto diversi dai nostri, ma non per questo sbagliati. E’ anche importante riconoscere la presenza di diversi stili di comunicazione che possono essere più o meno efficaci in base alle situazioni. Per fare un esempio, il modo in cui comunichiamo con i nostri genitori è diverso da quello che usiamo con i nostri amici e non possiamo parlare ai nostri professori nello stesso modo in cui lo facciamo con i nostri compagni. Nel mondo del lavoro è la stessa cosa: occorre capire che modalità e stile di comunicazione utilizzare a seconda che si parli con i colleghi o con i clienti. Per imparare a comunicare occorrono, quindi, alcune conoscenze fondamentali, quali, per esempio: buona conoscenza del vocabolario, della grammatica e delle funzioni del linguaggio; conoscenza dei principali tipi di comunicazione, verbale e non verbale. Saper utilizzare anche il linguaggio del corpo è importante per sostenere ciò che stiamo dicendo: molto spesso il nostro sguardo, la posizione del nostro corpo, i gesti delle nostre mani esprimono più delle nostre parole ed esprimono molto di noi stessi; conoscenza dei diversi stili linguistici acquisita anche attraverso la lettura di una serie di testi letterari e non; capacità di raccogliere ed elaborare informazioni e di distinguere e utilizzare le diverse fonti (artistiche, letterarie, digitali) che possono migliorare le nostre conoscenze culturali e linguistiche. Un ultimo aspetto: nel nostro Paese, dove la presenza di cittadini stranieri è ormai rilevante, la madrelingua può essere diversa dall’italiano. Tuttavia, la capacità di comunicare in italiano è fondamentale per l’esercizio di una piena cittadinanza e per una reale integrazione. La conoscenza di un livello elevato di almeno una lingua straniera allarga il nostro panorama culturale e le nostre capacità relazionali, sia in campo sociale che lavorativo. Sapersi orientare in una lingua e in una cultura diverse dalla propria consente quell’apertura e disponibilità verso “l’esterno” che è alla base della capacità di leggere la realtà con orizzonti più ampi e, quindi, di partecipare più attivamente ai processi di innovazione culturale, sociale e tecnica. Nel mondo del lavoro, per esempio, questa competenza risulta indispensabile per tutte quelle attività che comprendano relazioni con l’estero e quelle situazioni organizzative in cui siano presenti colleghi stranieri. Occorre, inoltre, tener conto dell’ampio uso di termini stranieri in molti ambiti lavorativi (informatica, digitalizzazione, automazione, robotica, manualistica tecnica) per cui la conoscenza di una lingua straniera può essere di notevole supporto. Saper comunicare in una o più lingue straniere può, inoltre, facilitarci se pensiamo di fare un’esperienza di studio/lavoro all’estero o anche solo, a livello personale, per renderci più autonomi e consapevoli quando viaggiamo in altri Paesi. Tra l’altro, oggi le occasioni per parlare in una lingua straniera anche nel nostro Paese sono molto più numerose che in passato sia per la presenza di molti cittadini stranieri, sia per la maggiore diffusione di occasioni formative, lavorative e sociali dove è necessario saperci esprimere in una lingua diversa dalla nostra. Nella comunicazione in lingua straniera le abilità, le conoscenze e le attitudini richieste sono sostanzialmente le stesse della competenza alfabetica funzionale, a cui vanno però aggiunte due ulteriori capacità molto importanti: la mediazione e la comprensione interculturale. Questa competenza, infatti, può definirsi completa solo in presenza di: un atteggiamento positivo rispetto alle diversità culturali, un interesse e una curiosità per le lingue e le società differenti dalle nostre. Nell’ambito della conoscenza delle lingue straniere rientra anche lo studio e l’apprendimento delle lingue classiche come il greco e il latino, che, essendo all’origine di molte lingue moderne, possono facilitare l’apprendimento delle lingue in generale. La competenza matematica e la competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Siamo abituati a vedere le conoscenze scientifiche e matematiche scritte sui libri e sui nostri quaderni di scuola sotto forma di leggi e formule. Forse per questo le consideriamo solo come conoscenze astratte e teoriche. Se però ci fermassimo a riflettere sulle cose che facciamo tutti i giorni e sui nostri comportamenti ci renderemmo conto di quanta matematica e quante conoscenze scientifiche stanno alla base di numerose nostre azioni e del modo “scientifico” con cui, fin da bambini, dobbiamo entrare in relazione con la realtà. Pensiamo a quando abbiamo imparato ad andare in bicicletta; scopriamo l’esistenza di principi scientifici prima ancora di averli studiati a scuola. Imparare a spiegarci la realtà che ci circonda, perché accadono determinati eventi, quali variabili intervengono in un certo fenomeno fisico, come queste variabili interagiscono tra loro nel produrre determinate conclusioni significa imparare a pensare in modo scientifico e matematico e a coltivare specifiche abilità che saranno molto importanti nella nostra vita futura come la curiosità, l’intuizione, il pensiero logico e spaziale, l’astrazione, il rigore nella ricerca delle cause di un fatto e nella spiegazione delle sue conseguenze. Inoltre, le competenze scientifiche e matematiche ci aiutano a maturare la giusta attenzione e sensibilità per le grandi questioni etiche che il mondo di oggi ci pone davanti come, per esempio, la responsabilità di ognuno di fronte alla vita e ai suoi limiti, oppure le conseguenze del progresso scientifico e tecnologico sulla natura e sull’ambiente o i problemi legati alla sicurezza, alla sostenibilità, all’inquinamento atmosferico, idrico, acustico, etc. Studiare le materie scientifiche e tecnologiche aiuta ad acquisire un’attitudine alla valutazione critica e una capacità ad elaborare decisioni sulla base di elementi verificati. Quindi, studiare i numeri, le operazioni di base, i sistemi di misurazione, i principi e i concetti matematici, le leggi della natura e della fisica, imparare a trattare i dati scientifici e ad utilizzare strumenti tecnologici, non significa necessariamente diventare matematici o scienziati di professione, ma essere: capaci di ragionare in modo più analitico e rigoroso su tutti gli altri argomenti che ci interessano, capaci di applicare le logiche matematico-scientifiche per risolvere una serie di problemi che possono presentarsi in situazioni quotidiane (personali, di studio o di lavoro), disponibili a verificare, in modo costante, la validità delle informazioni ricevute e delle decisioni prese. Tutto ciò ha a che fare con un’altra competenza che, seppur non esplicitamente prevista nell’elenco del Parlamento Europeo, è di fatto compresa in molte delle competenze chiave individuate, a partire proprio da quelle matematiche e scientifiche. Si tratta della capacità di “affrontare e risolvere problemi”. La velocità dei cambiamenti che caratterizza il mondo in cui viviamo ci richiede di imparare ad affrontare continuamente situazioni nuove e quindi nuovi problemi, per risolvere i quali serve forza di volontà e determinazione ma anche metodo. Lo sviluppo del pensiero logico-matematico e dell’analisi scientifica ci aiuta ad acquisire la capacità di affrontare una qualsiasi situazione problematica che può presentarsi, anche all’improvviso, nella vita quotidiana, e di trovare la soluzione, verificandone poi gli effetti. Fondamentale, innanzi tutto, è riconoscere che il problema “esiste” e che, per quanto sia complesso, è spesso costituito da molti elementi più semplici in relazione tra loro. Per questo è necessario scomporlo in tutti i suoi aspetti, angolature, punti di vista. Occorre, poi, cercare le possibili soluzioni, valutando le conseguenze positive e negative che ognuna di esse può provocare, anche sulla base di esperienze personali già fatte o confrontandosi con altri che possono aver già affrontato e risolto un problema simile al nostro e possono quindi consigliarci. Solo dopo questo percorso sarà più facile individuare la soluzione che riteniamo adeguata al caso specifico, soluzione di cui, come accade in ogni procedimento scientifico, sarà necessario controllare i risultati. In generale, quindi, lo studio delle materie scientifiche, matematiche e tecnologiche è come una palestra dove possiamo allenarci a riflettere sulle cause di un problema, individuare le informazioni che ci servono, valutare costi e benefici delle diverse soluzioni e scegliere la strategia più adeguata. Più ci abituiamo ad accettare l’esistenza di problemi e migliore sarà la nostra capacità di rispondere a queste situazioni, di affrontare i cambiamenti e di prendere decisioni importanti per noi, per la nostra vita e per il lavoro che faremo…

(continua)

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