3) Il senso della vita: ricerca semi seria su se stessi…

(parte terza)

…Ma se la scienza non trova verità assolute, ma un mondo naturale, qual’ è il senso della vita?

Forse non c’è!?  Hanno quindi ragione gli scettici? Scetticismo, agnosticismo, relativismo e nichilismo: Tutte queste prospettive mettono in discussione la logica come strumento di conoscenza, ma lo fanno in gradi e su piani differenti…

Lo scettico radicale è alla ricerca perenne, vale a dire che non ha certezze (né razionali né di altra natura) riguardo alle conoscenze fondamentali: la natura umana, la natura dell’universo, il bene a cui tendere. Egli ritiene che l’essere umano non sia strutturalmente in grado di conoscere la verità.

L’agnostico è, in generale, equiparabile a uno scetticismo provvisorio, che per ora non sa ma potrebbe, un giorno, sapere. Comunemente, l’agnostico è considerato colui che è scettico limitatamente all’esistenza o alle caratteristiche del mondo divino e trascendente: non ha prove quindi non crede, ma non esclude categoricamente l’esistenza di ciò che ancora non conosce.

Il relativista, che spesso viene confuso con lo scettico, ritiene che la verità non sia univoca, cioè che sia relativa al punto di vista dell’osservatore, innanzitutto, e anche a ulteriori punti di riferimento, come vedremo più avanti. La parola magica del relativismo è “rispetto a”: la terra ruota intorno al sole rispetto al nostro sistema solare, la democrazia è una forma di governo migliore rispetto alla qualità di vita della maggioranza della popolazione, eccetera. un po di verità

Il nichilista ha una posizione irrazionale riguardo al mondo, cioè ritiene che la realtà non è razionale, quindi non solo la verità non si può conoscere, non solo è condizionata dal soggetto conoscente, ma non esiste alcuna verità razionale, cioè l’universo è privo di sostanza.

Obiezioni ’specchio riflesso’: Una classica obiezione che viene mossa agli scettici (e quindi anche agli agnostici, ai relativisti e ai nichilisti) è che se non si ammette di pervenire alla conoscenza non si può parlare, perché nel momento in cui si afferma qualcosa si afferma una verità.

Il primo a muovere questa obiezione fu Aristotele, per vincere le dispute filosofiche con gli scettici. L’evoluzione più elegante di questa critica ritiene che sia impossibile pensare senza dare un senso logico al proprio pensiero, perciò nessuno può veramente essere scettico: dirà di esserlo, ma in realtà è convinto di alcune verità.

Questo argomento, è semplicemente ridicolo.

Infatti riesce a dimostrare l’incoerenza di quelle persone che non ritengono si possa pervenire a delle certezze. E quindi? Non ha senso ritenere che l’universo debba essere conoscibile perché noi poveri esseri umani altrimenti saremmo costretti a contraddirci? Infatti, la replica dello scettico può essere: per mio limite possiedo certezze, ma le ritengo indimostrabili.

Un’altra versione di questa critica è che uno scettico coerente con se stesso dovrebbe dubitare del suo stesso dubitare.

Anche questo è ridicolo: lo scettico dubita del proprio stesso dubitare quando vuole, ma anche se non lo facesse, non cambia niente: lo scetticismo è pragmaticamente contradditorio, non filosoficamente assurdo!

Il nichilismo, invece, è una posizione filosoficamente assurda: ritenere che nulla abbia un senso, cioè che l’universo sia apparenza contradditoria, sia un caos irrazionale, sia e non sia al tempo stesso, è assurdo… Ma anche in questo caso, non vedo cosa ci sia di strano che chi ritiene che l’universo sia irrazionale faccia affermazioni irrazionali! Anche il nichilista, come lo scettico, agisce o parla talvolta con razionalità.

Se ci fa piacere, quindi, possiamo stigmatizzare la sua incoerenza pratica; ma sarebbe come rinfacciare, a una persona che ritiene limitato il linguaggio umano, di affermarlo parlando…

Sarà, ma sminuire la coerenza del nostro interlocutore non intacca il valore filosofico della sua ipotesi.

Da notare: il credente si situa tra lo scettico e il nichilista: crede in qualcosa che non è dimostrabile, o addirittura che esistano entità che sono di natura contradditoria rispetto alla ragione umana.

Non è detto che si sbaglino, naturalmente. Ma… giocano d’azzardo.

La vera obiezione, assenza di concordanza: L’unica obiezione allo scetticismo e al nichilismo, quindi, non è: …è impossibile che il mondo possa essere inconoscibile o irrazionale ma che, non essendo posizioni sostenibili razionalmente, non garantiscono la concordanza di più persone.
Certo, anche la retorica o le suggestioni estetiche persuadono, così come si diffondono i gusti, le mode o le fedi: ma la crescita intellettuale trova solo nella logica e nella verifica il terreno di concordanza affinché un gruppo di persone possa condividere la conoscenza e farla progredire. Questo fanno le scienze, a seconda della loro adeguatezza epistemica (sistematicità, verificabilità, confutabilità).

Quindi lo scetticismo è filosoficamente “rispettabile”, ma scientificamente sterile, a meno che non sia un’ipotesi di partenza, questione che vedremo nel prossimo paragrafo. In effetti, anche se suona quasi blasfemo, la maggioranza delle persone è di fatto scettico-relativista: affermare che esistano fenomeni inspiegabili, la magia, le “sincronicità” e miracoli, significa ritenere che la ragione umana ci dà una conoscenza quantomeno relativa, se non effimera, se non addirittura fuorviante.

Ritenere, ad esempio, che vi sia un Dio uno e trino ubiquamente presente in ogni minuscolo frammento di ostia consacrata fino a un’imprecisata fase della digestione, è una presa di posizione che contraddice l’osservazione razionale, le leggi della fisica e la logica classica.

Credere nei dogmi, quindi, é un esempio di scetticismo nichilista… Ma guai a dirlo a chi ci crede.

Scetticismo operativo e metodo scientifico: Lo scettico radicale si è, per così dire, rassegnato. Ma l’atteggiamento dubitativo è la prima fase di qualunque ricerca: anzi, più si riesce a limitare i postulati e gli assiomi e più la nostra indagine può essere condivisa razionalmente da altre persone.

Per questo, infatti, il metodo scientifico tenta di dimostrare ogni elemento di un sistema senza dare nulla per scontato. Questo come abbiamo visto, nella logica del senso comune non è possibile, perché non si può procedere all’infinito con le dimostrazioni, perciò ci dovranno essere delle nozioni assunte per convenzione o evidenza, come dice anche Aristotele.

In questo senso, si può dire che solo uno scettico può convertirsi in filosofo razionale o scienziato.agnostici razionali E allora possiamo così confermare quanto detto nella pagina dedicata ai sistemi razionali: l’umanista razionale e lo scienziato cercano di limitare le proprie certezze a quelle dimostrabili e verificabili fino a prova contraria, cioè sono sempre pronti a rivederle per confutarle razionalmente o falsificarle sperimentalmente. Sono quindi considerabili come operativamente scettici riguardo a tutto ciò che non ritengono ancora dimostrato. (Husserl la chiama spregiudicatezza radicale e propone di raggiungerla tramite una sospensione temporanea delle convinzioni pratiche, o epoche. Lo scettico operativo può ritenere che l’intera realtà sia comprensibile anche se di fatto non ancora compresa, oppure che non sarà mai completamente comprensibile, ma coincide con il filosofo razionale e lo scienziato nella misura in cui ritiene che, la ragione verificata sia la migliore forma di conoscenza disponibile.

E’ evidente, quindi, che lo spirito scientifico deve essere relativista: ritenere cioè che una teoria logico-matematica, per quanto verificata, si riferisce solamente all’universo conosciuto (entro il confine dell’orizzonte degli eventi Wikipedia: l’universo osservabile) e per come noi lo conosciamo, cioè come dicevamo all’inizio relativamente al punto di vista dell’osservatore o dello strumento di indagine, come la logica umana, i postulati matematici, i parametri di riferimento, le scale di misura…
Rispondiamo alla domanda posta nella pagina precedente dicendo allora che l’atteggiamento scientifico è operativamente scettico e intrinsecamente relativista, ma non ha niente a che fare con lo scetticismo radicale: affermare che “tutto è relativo”, una frase comune che tenta di sintetizzare seguendo il buon senso la storia delle teorie scentifiche, per essere adeguata va presa alla lettera, cioè non intendendo dire che non esiste nessuna verità, ma solo che l’umana conoscenza è sempre… “rispetto a”!

Se avete avuto il coraggio di arrivare fin qui, sono lieto di annunciarvi che siete prossimi al traguardo.

…mancano solo un paio di pagine del prossimo post.

0

Aggiungi un commento