4) Il senso della vita: ricerca semi seria su se stessi…

(parte quarta)

Eccoci giunti …al dunque, se la verità razionale è comunque relativa e non troviamo un senso certo e assoluto della vita, rimane l’interrogativo: ma ha senso… vivere senza senso? Come se la vita fosse un  “labirinto” nel quale camminiamo …smarriti? A comprendere meglio ci aiuta (forse) la conoscenza della mitologia:

“…smarrito nel labirinto, Arione impara dolorosamente a trovare, tra le mille strade che a ogni passo gli si aprono dinanzi, l’unica che è la sua. La paralisi lentamente si scioglie quando comprende che la soluzione non sta nel fuggire dal labirinto, ma nell’imparare a percorrerlo”. 

(Il labirinto verticale – Aldo Carotenuto)

Se avete letto i post precedenti, vi sarete resi conto che il senso della vita promosso dalle religioni, discendendo da ipotesi dogmatiche evanescenti, è letteralmente campato in aria (appeso in cielo, per così dire) mentre, a partire dalle conoscenze verificabili, le scienze non offrono un orizzonte consolatorio, uno scopo ultimo alla nostra vita…  è quindi possibile trovare un senso all’interno di un orizzonte storico, nell’esserci temporale, nel qui e ora della storia?

In effetti, questa è proprio la sfida tra la civiltà e la biografia di ognuno di  noi: nasciamo bambini, ma, in una civiltà vecchia di conoscenza…

I bambini sono animali mitologici. Poi vengono addomesticati per integrarsi nella società: le pulsioni vengono confezionate nelle norme e nei costumi sociali; la famiglia e la società di appartenenza, quindi, plasmano le potenzialità neuro plastiche emotive e mentali per rendere civile l’individuo e sopendo, persino sviando gli istinti naturali. Anche attraverso la cultura, ovvero un senso della vita dato. Tra il mondo interiore e il mondo culturale, però, rimane uno iato stridente che provoca disagio e inquietudine.

Un disagio che, se represso, conduce alla psicopatologia: nevrosi, isteria, depressione, sono espressioni di un conflitto tra la volontà pulsionale e la società interiorizzata nella morale. adolescenti

Ma il disagio, se vissuto con coraggio, diventa critica: critica diretta al senso della vita istillato in un’età incapace di discernimento…

Si mettono in discussione le autorità, familiari e sociali, e si tenta di dare una risposta autonoma, pensando ciò che viene censurato e vivendo esperienze proibite.

L’esplorazione può condurre a inevitabili eccessi, ma tutto concorre a poter sviluppare una visione più ampia e personale.

Perciò, la maturità interiore è conseguenza solo di un percorso di contestazione: perché soltanto dopo aver messo in discussione la cultura d’origine si può erigere un pensiero personale, che risponda meglio al proprio mondo interiore, valutando la cultura in cui siamo immersi tramite il filtro della nostra autentica esperienza del vivere, dell’esserci nel mondo ora.

L’umanesimo come maturità individuale… i segnali che testimoniano il raggiungimento di questa fase sono dati dall’insofferenza verso le facili certezze, dall’affezionamento a un atteggiamento problematico, in cui le convinzioni rimangono sempre passibili di revisione.

Da qui la tolleranza verso persone, comportamenti, credi differenti. E la curiosità: concepire il diverso come uno spunto per nuova conoscenza e vita, non come un nemico da reprimere. E la dignità: il senso della propria individualità, che fa diventare inutile l’identificazione con l’autorità e la sua difesa fanatica; l’individuo maturo si pone in un confronto alla pari sia con il diverso che con l’autorità. E giudica entrambi, ragionando e provando.

ragione (2)

Favorire questo processo, che è un viaggio perenne, è il primo dovere degli intellettuali: se sono liberi pensatori e non tifosi culturali.

Il senso della vita, quindi… va fabbricato. Comincia dalla speranza di diventare più felici ogni giorno che passa, e aiutare chi amiamo a fare lo stesso.

Pensando e vivendo: completando l’educazione che abbiamo ricevuto sottoponendola a una critica sistematica… fino a che punto mi hanno educato a diventare felice?

Fino a che punto la società mi aiuta a essere più felice?

Il senso della vita non è una risposta data, ma una domanda, un progetto, un piano che fletta la realtà che ci viene gettata davanti (dal latino objectum, da cui deriva oggetto e obiettivo), ma senza distorcerla… perché la realtà è come il banco: alla fine vince sempre! – ma la realtà data può essere inclinata, adattata, per ottenere la maggiore felicità possibile.

Insomma: il “come stanno le cose” ha importanza solo nella misura in cui stanno di fronte a me come possibilità esistenziali, e solo subordinatamente a questo vale la pena considerarle come enigmi filosofici, religiosi o scientifici.

Ognuno, io, voi, dobbiamo fabbricare il …senso della nostra vita.

Constatare come stanno le cose, serve. Conoscere, pensare, serve. A capire le possibilità che abbiamo per vivere meglio.

Quello che conta, è lo scorrere, di istante in istante, della tua vita. …Allora, ti va di riflettere su …come sei fatto? Oppure, vuoi confrontarti con i grandi personaggi per essere più felice?

“Siamo soli nella notte, sotto un cielo che non rischiara
più i consolanti fari dell’antica speranza”

(Huysmans –  Controcorrrente III)

“L’esserci, (l’essere umano) compreso nella sua estrema possibilità d’essere, non è nel tempo: è il tempo stesso”

(Heidegger, Il concetto di tempo, 1924)

Mi fermo qua, e spendo due parole, sul “…senso”, di quanto fin qui scritto e …detto.

La mia convinzione è che sempre meno persone, cercano nella loro interiorità la risposta ai loro disagi esistenziali, che nascono da un sempre più presente in loro …disagio emotivo.

Un po’ tutti “smarriti” dentro l’interspazio esistente tra la realtà vissuta e la realtà percepita.

In questi tempi di “frigidi passioni” e di “caldi interessi”, sempre più la vita vissuta non corrisponde in parte o in toto, alla vita sentita …a quella desiderata.

Quindi mi sembra necessario, cercare di conoscere mettendole un po’ in ordine alcune questioni, che sono alla base della nostra cultura di rifermento… fatta di quel mix di conoscenze e condivisioni che nascono dalla religiosità umana che ci vede Uomini e Donne di nascita divina (Dio ha fatto l’Uomo ha sua immagine… ecc. ecc. …e da una costola di Adamo ha poi …creato Eva) …camminare in un epoca che ha fatto della razionalità e della scienza umana, un supporto fondamentale della nostra esistenza quotidiana… e che con tutta probabilità rappresenta lo iato principale dal quale nasce per l’appunto il nostro disagio esistenziale.

Fatto ciò …un po’ didatticamente, di seguito, cerco di render chiaro qual è la proposta e il percorso che vi faccio, nel propormi come vostro mental choac o più precisamente life choac.

Chi è un Life Coach? E cos’è il Life Coaching? L’ho più volte scritto e spiegato: “Il Life Coach è ‘l’allenatore della vita’, colui che aiuta a gestire la vita come una persona davvero la vuole, aiutandola a definire gli obbiettivi ed il modo migliore per raggiungerli, in altre parole individuare gli obbiettivi per realizzare i loro sogni. Il Life Coaching si rivolge quindi a molti settori di applicazione e non ha alcuna finalità curativa o terapeutica. coaching

E’ un percorso di apprendimento collaborativo finalizzato a stimolare l’autoconsapevolezza delle risorse e del potenziale presente in ciascuna persona ed attraverso lo sviluppo di queste potenzialità personali il Life Coach guida le persone in un percorso ad hoc per aiutarle a raggiungere gli obbiettivi desiderati. Il coaching non lavora sul problema delle persone ma è un metodo utile per accompagnarle nel futuro desiderato.

Anche in Italia, in questo ultimo decennio, il coaching ha iniziato ad essere conosciuto in ambito privato.

E’ ormai diventato normale avvalersi dell’aiuto di un Life Coach in momenti di particolare impegno o fatica, quando ci si prefigge obbiettivi e si vogliono aumentare al massimo le possibilità di riuscita.

Il Life Coach lavora sulle strategie mentali che inconsapevolmente le persone mettono in atto ogni giorno, ricreando lo stesso stato mentale dei vincenti e lo fa allenando la mente, le emozioni e le sensazioni.

Il Life Coach aiuta le persone a scoprire chi sono, a realizzare i loro sogni ed a migliorare le loro relazioni mentre scoprono chi sono.

Un intervento di life coaching è particolarmente appropriato per coloro che desiderano migliorare le performance.

Il Life Coach é adatto per chi cerca di superare momenti impegnativi, raggiungere obbiettivi ambiziosi e sviluppare la propria consapevolezza.

Ovviamente ogni persona è diversa, infatti l’approccio del Life Coach cambia per ogni singolo individuo.

A volte il Life Coach fa da specchio per le persone: offre più visioni della realtà, ricorda loro chi sono davvero e quando le circostanze della vita sembrano assorbirli.

Il Life Coach lavora direttamente sul percorso di crescita personale creando un rapporto di tipo “one to one”. Questo porta più facilmente un clima di profonda fiducia che è fondamentale in questo tipo di contesto.

I primi traguardi saranno: la libertà emotiva, sarà la persona stessa ad aver in mano il controllo della propria mente, il successo personale, cioè il raggiungimento degli obbiettivi prefissati.

Il Life Coach aiuta le persone nella conduzione dei loro progetti attraverso un percorso che può durare tre, sei, nove mesi… ma anche, tre, quatto o cinque …sei incontri al massimo, per poi diluire gli incontri  in poche sedute  nell’arco di un più lungo tempo.

Nel primo contatto il Life Coach invita la persona a tracciare il quadro della sua situazione attuale e a delineare i suoi obbiettivi primari. Durante la sessione introduttiva, che può durare due ore, vengono definite le finalità del percorso di life coaching e i risultati specifici che si vogliono raggiungere.

Il life coaching, infatti, si concentra sul presente e sul futuro, non sul passato.

Il rapporto tra il Life Coach e la persona si articola poi nelle sessioni successive che hanno scadenze prestabilite e durante le quali vengono definiti gli obbiettivi. In questi incontri si esplorano nuove opportunità al fine di superare eventuali limiti, progettando insieme un piano di azione che costituirà la strada verso la crescita e il raggiungimento dei propri scopi.

Nelle sessioni il Life Coach ascolta la persona non solo attraverso le sue parole, ma anche guardando i suoi gesti, le sue espressioni e la aiuta a scavalcare quegli ostacoli che la separano del suo traguardo personale.

Quindi nel percorso di life coaching la persona diventa cosciente del proprio stato attuale, definisce un obbiettivo personale e assieme al Life Coach trova le strategie migliori per raggiungerlo in base alle proprie risorse e nel rispetto dei propri valori.

…decidetevi/ti e …buon lavoro …cercando il tuo “senso della vita”

E’ sempre tempo di Coaching!

se hai domande o riflessioni da fare, ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti
oppure: prendi appuntamento per una sessione di coaching gratuita

 

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