America & Italia: nonostante incomba ancora il ‘cialtrone’ Trump, il neopresidente Joe Biden è già al lavoro…

varata una ‘task force’ di scienziati contro il Covid.  Pronto un nuovo piano di ripresa economica, una sorta di Recovery Plan USA. Invece noi, proseguiamo in un labirinto di ristori e ‘pannicelli caldi’…

In questa prima settimana il neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America nonostante ancora incomba e ingombri Trump, che continua a negare la sua sconfitta, si è già messo al lavoro. Trump cerca di ribaltare il voto ricorrendo legalmente contro presunti brogli… ma le autorità elettorali affermano: “Nessuna prova di schede perse o alterate”.  Scrivono: “L’elezione del 3 novembre è stata la più sicura della storia americana”. Mentre Zuckerberg ribadisce: “Ha vinto Biden”.  E un consigliere di Trump fa i conti:  Karl Rove smontando il ri-conteggio dei voti dice: «Trump non ha i numeri».  E’ questo il verdetto dell’ideologo conservatore, artefice a suo tempo della vittoria di George W. Bush. Mettendo così un freno alle battaglie legali di Trump con l’assenso del genero Jared Kushner. Aggiunge ancora Rove: «Chiudere la stagione del voto è un passo duro ma necessario. Ribaltare l’esito è ormai impossibile». E Biden vince anche in Arizona. Il Presidente Joe Biden, ha varato la task force di scienziati anti-Covid, per affrontare il dilagare incontrollato del virus in modo scientifico senza le bugie e i comportamenti da cialtrone di Trump.  In più ha illustrato il suo nuovo piano di ripresa economica. Da noi il vento americano non sembra ancora soffiare. E il nostro governo è alle prese tra sussidi e chiusure, con la legge di bilancio in ritardo e il conto alla rovescia per salvare l’Ilva e altre aziende. E poi ci sono: la svolta di Just Eat sui fattorini, la causa dei precari di Anpal contro Parisi e gli smart worker in progress, che sono ulteriori problemi . Ma stiamo a “zio Joe”. Tra le prime cose ha detto: «Le notizie sul vaccino danno speranza, ma la battaglia è ancora lunga, ci aspetta ancora un inverno buio col rischio di altri 200 mila morti. Per questo vi invito a indossare la mascherina, che non vuole essere una dichiarazione politica ma una raccomandazione sanitaria»: Joe Biden con Kamala Harris sul palco del Queen Theatre della sua Wilmington dopo aver nominato la sua task force anti Covid sembra voler stemperare, gli entusiasmi con cui le Borse e l’opinione pubblica mondiale hanno accolto l’annuncio della Pfizer sul successo del suo vaccino. Un vaccino per il quale Biden chiede: «…un rigoroso processo di approvazione guidato dalla scienza e pienamente trasparente» ciò serve per non minare la fiducia della gente. E avvisa, «che se anche verrà approvato, non sarà immediatamente disponibile per tutti» e bisognerà quindi rispettare le misure contro il virus, ancora per il tempo (mesi, forse almeno un anno) che servirà per vaccinare gran parte della popolazione mondiale. Quindi rispettare le misure a partire da quella mascherina che Donald Trump non ha mai amato… Si chiama “Build Back Better” il sito per la transizione lanciato dal presidente neoeletto degli Stati Uniti Joe Biden, per illustrare il suo piano per l’America da qui al 2024. Il problema – si legge nel capitolo Economic Recovery – non sono solo i tassi di disoccupazione elevati a causa della pandemia. Anche prima del Covid, troppe famiglie lottavano per sbarcare il lunario e i neri, i latinoamericani, gli immigrati e le donne non partecipavano a pieno titolo all’economia: «Questo è il momento di immaginare e costruire una nuova economia americana». Bideneconomics. Dal 20 gennaio, il presidente eletto promette «un piano per creare milioni di posti di lavoro ben pagati e rendere più facile per i lavoratori organizzarsi nei sindacati e fare contratti collettivi». Tra le sfide a lungo termine, ci sono: mobilitare la produzione e innovazione americane per garantire che «il futuro sia fatto in America e in tutta l’America» e puntare sull’ingegno americano per costruire un «futuro energetico equo e pulito». La risposta all’America First di Trump prevede il rilancio del manifatturiero con 700 miliardi di investimenti, che creerebbe 5 milioni di nuovi posti di lavoro. Per il lavoro degli americani Biden promette un «nuovo contratto sociale»: previsto un salario minimo «di almeno 15 dollari l’ora», l’approvazione del Protecting the Right to Organize Act per fornire ai lavoratori del pubblico impiego i diritti sindacali di contrattazione collettiva, del Paycheck Fairness Act per garantire che le donne siano retribuite equamente e della legge sui giorni di malattia e congedo retribuiti garantiti per tutti… “No More… Trump”. Biden fa un’ ampia inversione a “U” sulla deregulation dell’amministrazione Trump. Per far crescere domanda e occupazione, il piano è ancorato alla promessa di investire 7.500 miliardi di dollari. Questa spesa nelle sue intenzioni sarà finanziata dall’aumento delle imposte federali sulle società e per chi supera i 400mila dollari di reddito. «Riforme fiscali di buon senso», dice: «che finalmente assicurano che gli americani più ricchi paghino la loro giusta quota». Siamo Sicuri che Biden sia il Centro e Sanders l’estrema sinistra? Gli elettori hanno scelto Biden per ricostruire l’economia degli Stati Uniti martoriata dalla pandemia, ricorda il Washington Post. Ma nel caso di un controllo repubblicano del Senato, scrive il New York Times, lo stimolo su larga scala che molti economisti hanno sollecitato potrebbe restare fuori dal tavolo. E il piano economico di Biden avanzerebbe lentamente e a fatica, così come accadde con Obama… Sarà così? Lo potremo sapere solo …vivendo, pertanto l’obiettivo primario ora è quello di sottrarci al virus e ai suoi deleteri effetti. L’Italia come sta? Qual è la cura per il “paziente italiano”. Come si dice: “non c’è due senza tre”. Fatto il decreto “ristori uno”, chiuso una settimana dopo il “ristori bis” da 2,8 miliardi, di fronte al dilagare dei contagi da Coronavirus (il bollettino del 12 novembre ci dice che: ci sono 37.978 positivi in più con un nuovo record di tamponi 234.672 nella ultime 24 ore. I morti sono 636 in aumento. In terapia intensiva 89 persone più di ieri. Le regioni col maggior numero di contagi sono Lombardia 9.291, Piemonte 4.787, Campania 4.065, Veneto 3.564 e Lazio 2.686). Si studiano nuovi restringimenti ai movimenti delle persone e quindi ulteriori chiusure di attività. E il governo è costretto a discutere anche un possibile ulteriore terzo decreto “ristori”. Più si allargano le maglie con i sussidi per le attività bloccate dai dpcm, più si allunga la lista di chi chiede di essere ristorato. Tra gli ultimi a protestare, ci sono i lavoratori autonomi esclusi, tra cui gli agenti di commercio. Il ministro dell’Economia Gualtieri è cauto, anche perché i due decreti “ristori” hanno già fatto saltare i saldi della manovra. E come ha spiegato il viceministro Misiani, il governo dovrà farsi approvare un ulteriore scostamento di bilancio, la cosa non è esclusa anche se siamo già in ritardo. Approvata dal consiglio dei ministri il 18 ottobre, il testo della legge di bilancio viene trasmesso normalmente al Parlamento nel giro di una settimana, dieci giorni al massimo. Bene sono già passate tre settimane. Il testo, con molta probabilità, va riscritto perché la seconda ondata ha nel frattempo cambiato le carte in tavola. Misiani promette che il testo arriverà ai parlamentari nei prossimi giorni. Ma se serve nuovo deficit, bisognerà passare prima dalle Camere, ritardando ulteriormente l’approvazione della legge. Già nonostante le 13 varianti di aiuto a fondo perduto previste nei ricordati decreti – differenziati tra zone gialle, arancioni e rosse – e il fondo da 400 milioni in più, mancano ancora i decreti ministeriali per far partire quasi tutti i sussidi del “ristori uno”, lo ricorda Il Sole 24 Ore. Mentre, secondo quanto riporta La Repubblica, all’Inps ci sarebbero ancora ben 270mila domande in attesa della cig. Il successo del Recovery plan italiano dipende dalle scelte sulle priorità di investimento, si legge su Lavoce.info. Una di queste è la ricapitalizzazione delle Pmi e lo strumento potrebbe essere un fondo pubblico-privato. Intanto l’Europarlamento ha chiesto che l’anticipo del Next Generation Eu per il 2021 salga al 20%, ma i soldi non arriveranno prima della primavera inoltrata/estate. Secondo le previsioni della Commissione Ue, la crisi italiana durerà a lungo, con il Pil del 2022 ancora indietro rispetto al 2019. Moody’s ha confermato il rating Baa3 per l’Italia con outlook stabile «grazie al sostegno di Bce e Ue». Ma la tornata autunnale delle agenzie si concluderà il 4 dicembre con Fitch, la più imprevedibile, che in piena ondata aveva collocato i Btp italiani a BBB. Da qualche giorno e fino a oggi  13 novembre, è aperto il secondo collocamento del nuovo Btp Futura, creato dal Tesoro per finanziare le spese pandemiche… buona la collocazione del titolo sul mercato. Ma ci sono altre questioni aperte sul piano economico e riguardano importanti aziende: giace ancora irrisolto il rebus Aspi. E parte l’ennesima settimana cruciale per il destino di Autostrade per l’Italia: nei prossimi giorni potrebbe arrivare l’accordo con il Mit e il Mef sul piano economico finanziario, che sbloccherebbe anche la trattativa con Cassa depositi e prestiti. E’ possibile anche un incremento dei pedaggi più contenuto dell’1,67%  anziché l’1,75%. Intanto, è stato arrestato e messo ai domiciliari l’ex ad Castellucci assieme ad altri due alti dirigenti… Ed eccoci all’Ilva funesta, che oggi si chiama Arcelor-Mittal che ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta di 261 milioni di dollari, che porta il totale del rosso nei primi nove mesi dell’anno a 1,6 miliardi di euro. Intanto non mancano molti giorni al 30 novembre: per quella data o ci sarà un accordo sull’ex Ilva o i Mittal potranno uscire pagando una penale di 500 milioni. Invitalia avrebbe offerto circa 1 miliardo di investimenti per arrivare a un’intesa, vedremo ad ore che succederà… Decollo lento Sindacati e Alitalia hanno raggiunto l’accordo sulla nuova proroga della cassa integrazione straordinaria fino al 23 settembre 2021 per 6.828 lavoratori. Intanto, lo stop pandemico costerà alla compagnia 1 miliardo di perdite. Ma per i primi voli della nuova Alitalia di Stato bisognerà aspettare primavera. Prosegue il Far West della Whirlpool. E dopo l’addio della multinazionale, Invitalia starebbe cercando di mettere insieme una cordata di imprese italiane che, con una parziale riconversione produttiva, possa garantire il futuro allo stabilimento napoletano. Ma per provare a realizzare questo progetto servirebbero almeno un paio di mesi… nel frattempo che succede dei lavoratori? Dopo mesi di accuse incrociate, sabato 14 novembre, si apre il Faccia a Faccia all’interno della tre giorni organizzata dalla Cgil “Futura: lavoro, ambiente, innovazione”, tra Carlo Bonomi e Maurizio Landini. Il tema all’ordine del giorno è il Recovery Fund, ma si parlerà anche di rinnovo dei contratti, soprattutto dopo l’ultimo sciopero dei metalmeccanici. «Questo dovrebbe essere il momento per dialogare», ha detto l’ex leader della Fim-Cisl Bentivogli, e ha aggiunto: «Però queste cose si fanno sempre tra due parti, e se dall’altro lato ci sono troppe rigidità non c’è contrattazione». Ce l’ha con Bonomi chiaramente? No! Con Landini? Mah!? Cambio di rotta. Alla vigilia dell’incontro al ministero del Lavoro, si spacca il fronte dei gruppi del food delivery in merito alle tutele dei rider. Dopo una settimana di proteste, Just Eat ha annunciato che dal 2021 offrirà ai suoi circa 3mila fattorini la possibilità di essere assunti come dipendenti. Finalmente! Una scelta che sconfessa il contratto tra Assodelivery e il sindacato Ugl, in cui si stabilisce invece la natura autonoma del lavoro dei fattorini… A Milano firmato invece un accordo contro il caporalato. Quindi fabbriche aperte. Perché questa volta le fabbriche italiane non chiudono come a marzo? Oltre alla scelta di lasciare ai prefetti la valutazione delle richieste, sono decisivi i protocolli sottoscritti da sindacati e imprese sulla sicurezza. Bocciati. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili le questioni sollevate dalla Corte d’appello di Napoli sulla disciplina dei licenziamenti collettivi inserita nel Jobs Act. La Consulta ha ritenuto che la motivazione sulla rilevanza e non manifesta infondatezza sia insufficiente. A sollevare dubbi sulla compatibilità con la Costituzione era stata la Sezione lavoro della Corte di appello di Napoli, secondo cui la riforma del governo Renzi ha è introdotto un “ingiustificato differente regime sanzionatorio” che finisce con il danneggiare i lavoratori assunti a tempo indeterminato dopo il 7 marzo 2015. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane. Bene! Cortocircuito. Clap, organizzazione maggiormente rappresentativa in Anpal, ha depositato un ricorso al Tribunale civile di Roma per condotta antisindacale contro l’Agenzia. Mentre il presidente Mimmo Parisi ha selezionato intanto il suo assistente legale: Marco Alteri, già scelto come consulente giuridico da Di Maio nel 2018. Clap l’11 novembre ha fatto sciopero davanti al ministero del Lavoro per chiedere le stabilizzazioni previste dalla legge del 2019. Martedì prossimo l’Istat diffonderà il dato sulla produzione industriale a settembre, mentre Gentiloni è in audizione alla Camera sull’Agenda 2030 e Patuanelli al Senato sul Recovery Plan. Il 10 novembre è partito il tavolo di confronto sulle politiche attive del lavoro convocato dalla Ministro Catalfo, è stato anche convocato il tavolo sui rider. Si è tenuto il “Forum on central Banking” della Bce con Lagarde, Bailey e Powell… Bene, sembrerebbe che anche da noi ferve il lavoro, oltre alla lotta “a colori” al Covid è lungo l’elenco delle attività di governo… all’apparenza si vede una marea d’interventi e di risorse spese (tutte a debito) per rispondere alla crisi economica e sociale aggravata dal Covid-19… Nonostante tutto ciò, continuano gli italiani ad avere l’impressione che qui da noi, si continuino a far cose… che alla fine somigliano più ai “pannicelli caldi” messe sulle ferite profonde di un Paese già in difficoltà assai prima della pandemia e oggi sempre più “malato” nella sua azione politica economica e sociale… l’Esecutivo sembra prigioniero della logica dell’emergenza, in affannosa rincorsa alle cose da fare. Mentre ad esempio, continuano a mancare i progetti per investire le future risorse europee, tanto enfatizzate, in forme che non siano solo il finanziamento di interessi particolari e magari clientelari. Non sembra anche a voi che siamo ormai allo stremo?!

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