APE cos’è? E a chi aspetta…

Secondo quanto approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 ottobre, nel disegno di Legge di Bilancio dello Stato sono previsti 7 miliardi in tre anni a sostegno delle pensioni più basse, con l’introduzione e il rafforzamento della quattordicesima e la possibilità dell’anticipo pensionistico, il cosiddetto APE. Spetta ai lavoratori che abbiano almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia.

Sono tre le tipologie previste:

1. APE sociale: spetta ai disoccupati e i senza reddito; gli occupati in lavori pesanti o con alto rischio per infortuni; in particolari condizioni di salute (invalidi oltre il 74%) e occupati per la cura di familiari di primo grado conviventi con disabilità grave. Spetta ai lavoratori che abbiano almeno 30 anni di contributi se disoccupati, invalidi ( oltre il 74%) o con parenti di primo grado con disabilità grave oppure per chi avrà raggiunto i 36 anni di contributi impiegati nei lavori cosiddetti “usuranti”. Queste categorie di lavoratori potranno andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima senza nessun onere fino a 1.500 euro lordi di pensione.
2. APE volontaria: spetta ai lavoratori che avranno 20 anni di contributi versati. In questo caso la rata di restituzione del prestito andrà di media dal 4,6% al 4,7%.
3. APE aziendale: ha gli stessi meccanismi di funzionamento di quella volontaria, ma i costi dell’operazione del prestito saranno a carico dell’azienda. Tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria avranno diritto al cumulo gratuito dei contributi ai fini della pensione anticipata e di vecchiaia.

In questa tabella, vengono riassunte le principali caratteristiche dell’Ape:

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La scelta dell’Ape richiederà, inoltre, una polizza assicurativa per il caso di premorienza, al fine di non incidere sulla pensione di reversibilità e sugli eredi. Una volta ottenuta sarà erogata per 12 mesi (non c’è tredicesima), esentasse. La restituzione del prestito, che include interessi e premio assicurativo, è diluita su 20 anni a rate costanti.

Perché è stata introdotta l’Ape?

Secondo Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, l’introduzione dell’Ape, si deve al fatto che la riforma Monti-Fornero ha irrigidito il sistema pensionistico, nel senso che ha indicizzato l’età di pensionamento e l’anzianità contributiva alle aspettative di vita. L’Ape quindi sarebbe una proposta per migliorare la flessibilità in uscita, anche se ovviamente con dei costi.

Quanto costa allo Stato l’Ape?

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Secondo quanto sottolineato dal proff. Brambilla sul Corriere della Sera del 30/09/16: “considerando 2 anni sperimentali e 30.000 beneficiari per anno (i 150 mila di cui si è parlato sembrano una follia) il costo è di 1,44 miliardi (720 milioni l’anno) nell’ipotesi ottimistica che 10 mila soggetti anticipino di 12 mesi, altri 10 mila di 24 e altri 10 mila ancora di 36 mesi.

Ma siccome è tutto gratis è probabile che i costi aumentino”.

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