CONSAPEVOLEZZA DI SÉ… life coaching

“O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso”

(Gialal al-Din Rumi)

Provate a pensare di esservi decisi e di iniziare un percorso di life coaching… si adesso, in questo momento.

Il Coach al quale avete deciso di affidarvi,   vi propone un esercizio per iniziare e …ti chiede: “Chi sei?”

Probabilmente  senti immediato un qualche imbarazzo  …non comprendi il perché e non rispondi.. mentre, dentro di te, il tuo ‘dialogo interno’, ti porta subito a pensare: Che domandone! Come faccio qui su due piedi e in poche parole a dire con chiarezza… chi sono?!

Il Coach, sorridendo ti invita a prendere consapevolezza di te stesso… precisandoti che: la consapevolezza di sé è tutto ciò che si riesce a dire di se stessi rispondendo senza paura alla domanda.

Sì, hai capito bene …senza paura.

La consapevolezza di sé inizia quando finisce la ‘paura’ di conoscerci per ciò che siamo, con le nostre meravigliose imperfezioni.

Il Coach ricorda che una volta qualcuno gli disse che: “sono proprio le nostre imperfezioni che ci rendono unici e irripetibili”… d’altronde se fossimo tutti ‘perfetti’, saremmo degli ingranaggi lisci e scivoleremmo l’uno sull’altro, senza alcun ‘contatto’ …senza alcuna ‘interazione’.

Infatti, sono le nostre imperfezioni che si incastrano con quelle degli altri e creano il meraviglioso ingranaggio della relazione.

La consapevolezza di noi stessi ci permette di riconoscere quindi non solo chi siamo noi, ma con un buon allenamento ci aiuta anche a sincronizzarci con chi ci sta davanti, conoscerlo, riconoscerlo, apprezzarlo e ringraziarlo (magari solo mentalmente) di offrirci un tassello in più verso l’auto-consapevolezza.

“l’attenzione implica esclusivamente una cosa.
La consapevolezza è molto diversa, non è esclusiva.
Non è fare attenzione: è essere attenti, è semplicemente essere coscienti.
Sei cosciente quando sei inclusivamente cosciente” 
(Osho Rajneesh)

In un’ottica di sistema, la consapevolezza di noi stessi si struttura sulla base dei messaggi che inviamo al mondo e dei feedback che esso ci restituisce.

Mai sentita l’espressione “conosci te stesso per conoscere gli altri”

Donald Winnicott direbbe: “non esiste madre senza bimbo e non esiste bimbo senza madre”.

Siamo tutti interconnessi da vincoli relazionali in dinamica evoluzione, unici e irripetibili, ma per lo più inconsapevoli.

La consapevolezza di sé è il primo grande passo per dare significato al nostro posto nel mondo. Concedendoti l’opportunità di conoscerti è un grande regalo che ti fai.

Essere consapevoli di noi stessi ci permette infatti non solo di riconoscere le qualità e le possibilità del qui ed ora; la consapevolezza di sé prepara ad affrontare ciò che si propone sul cammino: comportamenti, atteggiamenti, situazioni, relazioni.

In un sistema in costante evoluzione, sarebbe utopico fermare il processo di cambiamento, ma possiamo almeno provare a dirigerlo.

Come? Essendo coerenti in primis con noi stessi. Ed essere coerenti con noi significa prima di tutto essere (di noi) consapevoli.

Ma come si fa a raggiungere la consapevolezza di sé?

In linea con la prima domanda che ti ho posto, la consapevolezza di sé si costruisce sulla base di un soggetto e un verbo: “io sono”.

Un’espressione che arriva dalla Bibbia, a mio parere e indipendentemente dall’orientamento religioso, uno dei più belli e completi …manuali di psicologia.

L’Io sono… viene utilizzato per definire se stessi all’interno del Creato.

La consapevolezza di sé arriva quando riesci a definire te stesso all’interno del mondo, del sistema, del contesto in cui vivi e che riconosce la tua esistenza.

Chi sei? Quale sarà il tuo verso?

La consapevolezza di sé inizia dall’osservazione di noi stessi, come se ci visualizzassimo, attraverso i cinque sensi, sospendendo il giudizio, riconoscendo i nostri bisogni, le nostre paure, i nostri gusti o preferenze, i nostri valori e i nostri talenti, le nostre emozioni, dando loro un nome.

Si chiama ‘alfabetizzazione emotiva’ e consiste, nella capacità di dare un nome, appunto, a ciò che sentiamo, al nostro stato emotivo.

A proposito di “dare un nome”, proviamo a fare un esercizio:

Sorridi.

La consapevolezza di sé inizia dal proprio nome. Pensa al tuo nome. Pensaci intensamente.

E’ il tuo nome. Lo so, anche altri si chiamano come te, ma quello che stai pensando ora è riferito a te.

Sei tu. L’unico e irripetibile Tu.

Sorridi.

Ora aggiungi “Io sono”, prima del tuo nome.

Assapora il pensiero, dai un senso a questa frase.

Conosci il significato del tuo nome? La consapevolezza di sé necessita di conoscenza e significati.

Si, significati!

Ora fai uscire i tuoi pensieri: pronuncia il tuo nome (…magari fallo quando sei da solo o noterai gente che ti guarda in maniera sospettosa).

Solo il tuo nome.

Come prima, aggiungi “Io sono”. Ad alta voce, forza!

Sorridi. (Stai sorridendo?)

La consapevolezza di sé è rinforzata da sentimenti positivi.

Rinforzala. Rinforzati!

Ora metti le mani davanti alla bocca, l’una vicina all’altra con i palmi rivolti verso di te.

La distanza ottimale è quella a cui riesci a guardarti le mani senza incrociare gli occhi.

Pronuncia il tuo nome. “Io sono” e il tuo nome.

Questo è il tuo verso.

Ti stai sentendo? Ti stai ascoltando?

Sei tu. Sei proprio tu. Benvenuto!

Bene… questa è la consapevolezza di sé …o almeno per dir meglio …il suo inizio!

E’ sempre tempo di Coaching!

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