Cosa chiedono i coachee ai Coaches?

“Il coraggio di immaginare alternative è la nostra più grande risorsa,

capace di aggiungere colore e suspence a tutta la nostra vita”

(Daniel J. Boorstin)

Nella medicina in generale, il Rapporto medico paziente, ma anche quello della psicologia tradizionale o della psichiatria …soprattutto, il “paziente” è visto come qualcuno che non funziona… da curare, da ‘aggiustare’.

Un paziente che coincide con le sue aree di debolezza, i deficit da risolvere, sviluppare, da ripristinare a funzionamento normale.

In definitiva una persona “debole”, incapace di capirsi, di trovare il bando della matassa, soprattutto, in balia degli eventi, fragile, e dipendente da una figura professionale esterna a lui, unica capace di restituirgli la luce, l’energia, la felicità.

Questa persona è molto diversa dal “coachee” del coach, o forse il coach è molto diverso nel guardare il suo coachee…

Per l’esperienza maturata in tanti anni …incontrando centinaia di persone, il coachee (non mi piace il termine ‘cliente’) in estrema sintesi appare non già come un “paziente” ma come invece una persona che punta ad innovarsi ed ad innovare… uno che rompe gli schemi preordinati, le sovrastrutture imposte dall’educazione e dalla società… che è straordinariamente attivo, partecipe, per l’appunto innovativo.

Che cerca in se la spinta propulsiva all’autorealizzazione e al suo benessere, ed è al contempo attento al benessere di coloro che lo circondano e che ama, solo che ancora non sa come fare, come raggiungerlo. E’ consapevole della sua forza, anche quando ha perso il governo di se stesso, la determinazione, la sicurezza delle scelte … intimamente sa che ce la farà… è guidato da un presentimento, a volte sottile, flebile, ma chiarissimo.

Nel coach cerca l’alleato che comprenda in pieno sia le sue forze, le sue potenzialità, sia il suo disorientamento e gli stia a fianco, lo alleni mentre illumina di nuovo la strada che ha davanti rendendola più chiara e percorribile.

Il coachee che si rivolge al coach è attento, conscio, protagonista, partecipe del suo processo di crescita.

E’ impegnato mentre dipana col suo coach la sua matassa emotiva, mentale,  mentre riscopre le sue potenzialità, e rende raggiungibili i suoi obiettivi.

Il coachee del coach non è perso, naufrago alla deriva, nudo senza risorse su una zattera. E’ un capitano alla guida della sua nave, ma è disorientato.

Sa che dispone di una ricca e funzionale attrezzatura di bordo, ha però bisogno di fare l’inventario e di tracciare una nuova rotta, a volte anche una nuova mappa che lo porti a navigare di nuovo nei mari della sua piena realizzazione.

Dall’esperienza diretta, posso dire che oltre la nebbia iniziale che hanno nel cuore, nella mente, nell’anima c’è un grande faro sempre acceso …che una volta raggiunto e scovato lo porta ad essere avanti, coraggioso, rivoluzionario nella sua vita, capace di percorrere grandi distanze correndo… di distanziare il suo coach e di lasciarlo a bocca aperta, stupito.

Da questo punto di vista per il coach il coachee è una scoperta continua… c’e chi ha il coraggio di lasciare l’incarico nella pubblica amministrazione e diventare imprenditore, ci sono donne che dopo il licenziamento costruiscono la loro impresa, studentesse che ripartono dallo stallo universitario e dal baratro della relazione amorosa in cui sono finite e riprendono a macinare esami e voti verso la laurea, assicuratori frustrati e statici che aprono un’ impresa turistica, adolescenti che vivono chiusi in un angolo silenziosi, perché si sentono sbagliati, soffocati ed emarginati dagli adulti e dalla scuola e diventano scrittori e cantautori di canzoni rap.

Questi sono nei fatti i coachee con i quali i coaches hanno avuto il piacere di lavorare sodo verso la creazione di un futuro nuovo e luminoso.

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Ecco alcune loro testimonianze:

Un Feed-back  da un coachee dopo una sessione di coaching:

 “…fare una sessione di coaching significa per me  inanzi tutto …recuperare forze. Un’ora di sessione è come fermarmi per un’intera giornata a riflettere. Durante le mie giornate di lavoro mi occupo di moltissimi argomenti, ho tantissime situazioni che devo monitorare o gestire. Nella sessione con te sono concentrato su un singolo argomento, recupero strumenti e poteri da poter utilizzare in altri contesti del mio quotidiano. Ci vediamo lunedì, S.M.”

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Un adolescente: il suo tema di italiano:

Alberto  è un ragazzo  con cui ho intrapreso da qualche tempo un percorso di coaching.

Alberto come molti adolescenti della sua età ritiene che essere riconosciuti e valorizzati nei contesti in cui vivono (famiglia, scuola, coetanei) sia fondamentale. Ad un incontro mi porta il suo tema di italiano per farmelo leggere. Il tema ha la forma di una sua lettera ad un adulto… l’incipit del tema:   “Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per compiere lo stesso cammino come compagni di viaggio” (Vincent Van Gogh al fratello Theo). Prendendo spunto da questa frase, scrivi una lettera a un adulto di cui ti fidi e che per te è particolarmente autorevole, raccontando la tua esperienza (fatti e opinioni).

Il tema di Alberto:

“Caro coach, questa lettera è rivolta a te che sei il mio coach scolastico. La scrivo proprio a te perché leggendo la traccia del tema mi sembra di vedere descritta la tua persona, autorevole e fidato che mi dà consigli scolastici ma che si possono applicare anche nella vita quotidiana. Nonostante io ti veda solo una volta a settimana per un’ora, il modo in cui mi parli è molto amichevole, ispira fiducia e questa è un a caratteristica importante per il lavoro che fai. La frase che Vincent Van Gogh rivolse al fratello Theo si può applicare a noi due perché stiamo facendo un viaggio che però ha bisogno di una collaborazione da parte nostra perché io ho bisogno di te che mi aiuti ad organizzare i miei studi, ma tu, hai bisogno di un mio impegno e forza di volontà per ottenere il massimo da quello che facciamo. Per quanto mi ha spiegato la professoressa, il verbo fidarsi ha molti significati tra cui l’accettare consigli che poi si devono rivelare utili e questo mi è successo recentemente in occasione della preparazione alla verifica di inglese; io per la preparazione alle verifiche facevo tutto il giorno prima apprendendo il 40, 50% degli argomenti ma essendomi fidato di te che mi hai detto di dividere il ripasso di tre argomenti in tre giorni diversi e poi, il giorno prima della verifica, di darmi i voti di impegno e fatica così da trovare quale è il mio problema e in quali materie è stato molto utile, infatti ho appreso il 70,80% degli argomenti riuscendo a fare una bella verifica, a non sprecare le ore di studio ma intervallandole con momenti di pausa. Per ora quello che ho fatto con te mi è stato di grande aiuto e spero che continuando così riesca a raggiungere l’obiettivo finale, non avere debiti a fine anno scolastico. Ciao, Alberto”

In questa lettera si sente l’alleanza fondata sul riconoscimento del suo valore come persona, della sua unicità ed individualità. L’alleanza consente la costruzione di un rapporto solido, che permette il raggiungimento degli obiettivi e superare in modo costruttivo ostacoli e fallimenti.

Percorso di coaching per l’avvio della professione di coach

Questa mail mi è stata inviata da una coach in avvio di professione che sto seguendo con un percorso di coaching.

Nella mail si evince il risultato di un piano d’azione che come obiettivo ha il raggiungimento della professionalità necessaria a sostenere alcuni coaching che gli hanno chiesto aiuto nonché la sua consapevole visione complessiva dell’attività che sta prendendo forma e vita:

“Ciao coach, ti mando pianificazione della settimana. I primi frutti di una visione/impegno sempre più globale della mia attività. L’avevo già predisposto la settimana scorsa, infatti c’è il primo foglio 5-9 luglio, ma il secondo 12-16 l’ho fatto stamattina, ed è completamente diverso. La mia attività deve crescere sempre più ed avere cittadinanza e passaporto suo. Mi sono reso conto di averla tenuta per un bel pò nella clandestinità… Il risultato più bello, della nostra sessione, però sento che sta nel mio modo di vedere l’attività: “come una creatura per altre creature”. Ancora più belli sono i sentimenti nei loro confronti: sono concentrato sulla loro ‘cura’ e la loro ‘ crescita’. Adesso penso in termini del loro benessere e prosperità. A presto. Ciao M”.

E’ sempre tempo di Coaching!

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