Covid 19: i rischi di nuove varianti, qui da noi sono 10 milioni gl’italiani che rifiutano il vaccino. Renderlo obbligatorio per gli adulti…

Diciamoci la verità, siamo tutti un po’ negazionisti. Il motivo è semplice: c’è troppa confusione, ci sono troppi pareri (anche nel mondo scientifico stesso), ci sono troppi buchi oscuri. E non bisogna essere per forza dei fuori di testa no mask o no vax per capirlo. Basta leggere gli ultimi libri pubblicati sulla pandemia da giornalisti ed esperti molto autorevoli per comprendere che qualcosa non torna. Basta vedere una puntata di Presa Diretta, e non di un programma clandestino su YouTube, per farsi delle domande su quanto sia vero quello che ci raccontano le versione ufficiali. E allora? E allora è il caos. Vedasi proprio in queste giornate l’ennesima polemica sull’uso di Astrazenica per gli under 60 alla quale fa eco quella su Jhonson & Jhonson aumentando la confusione tra  coloro  cui viene sconsigliato di fare la seconda dose utilizzando il medesimo vaccino della prima dose già somministratagli. Alla fine resta alto il numero di coloro che non hanno intenzione di vaccinarsi affatto…  I medici Sergio Abrignani e Sergio Harari ricordano sul Corriere che il 17% ha detto no alla somministrazione, mettendo in pericolo l’efficacia della campagna. Obbligatorietà, pianificazione dei richiami e produzione nazionale sono le soluzioni per prepararci per tempo e garantire l’immunità, dicono… Sono 10 milioni gli italiani che rifiutano di vaccinarsi per mancanza di fiducia e che rischiano così di rendere inefficace la copertura della campagna vaccinale. Per questo, per evitare che il virus possa continuare a replicarsi e a uccidere, sarebbe utile renderlo il farmaco obbligatorio per gli adulti. La proposta arriva sulle colonne del Corriere da parte dei medici Sergio Abrignani e Sergio Harari. «Accettare di avere una fetta significativa della popolazione adulta non vaccinata per rifiuto all’immunizzazione, che le stime valutano attorno al 17% degli italiani ovvero circa 10 milioni, significa spalancare una porta al virus e offrirgli una nuova possibilità di continuare a replicarsi, infettare, uccidere, consentendo il mantenimento della circolazione virale», dicono. «Più saremo in grado di ridurre le sue possibilità di attecchire tra di noi, maggiori saranno le probabilità di circoscrivere i focolai epidemici». C’è poi da considerare che «tra i vaccinati sono presenti anche soggetti fragili nei quali le vaccinazioni sono meno efficaci (trapiantati d’organo, immunodepressi, malati di tumore) e questi, se contagiati, possono sviluppare forme pericolose di Covid-19». Per questo «è bene cominciare a discutere della necessità di un obbligo vaccinale per tutta la popolazione adulta, almeno fino a quando non avremo vaccini disponibili anche per la fascia pediatrica. Nessun atto medico è scevro da possibili effetti collaterali e non lo erano neanche le vaccinazioni contro la poliomielite e il vaiolo la cui obbligatorietà e estensiva diffusione ha permesso di liberare il mondo da queste gravissime malattie che appestavano da secoli le vite degli uomini. È probabile che necessiteremo di ulteriori richiami, o per garantire la durata nel tempo dell’immunità, o per proteggerci da nuove varianti virali: dobbiamo prepararci per tempo». La campagna vaccinale oggi in essere dovrà diventare di ordinaria amministrazione e superare la fase attuale. «La macchina organizzativa sviluppata dal generale Figliuolo ha permesso di mettere in sicurezza gran parte del Paese, ma finita l’emergenza vaccinale non sarà finito tutto e gli attuali hub vaccinali dovranno essere riallocati alle loro normali destinazioni d’uso». Per cui «è bene pianificare da subito la logistica e la strutturazione di una organizzazione che possa nel prossimo futuro gestire i richiami di 50 milioni di italiani in pochi mesi o nuove necessità vaccinali, con flessibilità, tempestività e efficacia. Né si può immaginare che questi compiti continuino a ricadere, come oggi, in gran parte sugli ospedali che devono invece riprendere le loro normali attività assistenziali a pieno regime». Infine, «è bene che il Paese si renda il più possibile svincolato da fattori non direttamente controllabili e per questo il governo sta cercando di implementare un piano nazionale di produzione dei vaccini sotto licenza». Questa la sintesi: «Obbligatorietà vaccinale, pianificazione flessibile e tempestiva di una struttura in grado di garantire, al di fuori dell’emergenza, immunizzazioni rapide a tutta la popolazione, produzione indipendente sotto licenza dei vaccini, sono i cardini per una vera e duratura liberazione del Paese dalla pandemia».

E’ sempre tempo di Coaching!

Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure prendi appuntamento per una  sessione di coaching gratuito

 

 

0

Aggiungi un commento