COVID: l’emergenza è finita?

Il bollettino Covid di oggi 18 giugno… Prosegue il calo della curva epidemica in Italia. I nuovi casi sono 1.147 contro i 1.325 di ieri. Con 216.026 tamponi (ieri 200.315) scende anche il tasso di positività, 0,5% (ieri 0,7%). I decessi sono 35 (ieri 37), per un totale di 127.225 vittime dall’inizio dell’epidemia. Si allenta ancora la pressione sulle strutture sanitarie: le terapie intensive sono 28 in meno (ieri -27) con 11 ingressi del giorno, e scendono a 416, mentre i ricoveri ordinari sono 208 in meno (ieri -176), 2.680 in totale. La regione con più casi odierni è la Sicilia (+170), seguita da Lazio (+147), Lombardia (+114), Campania (+107) e Puglia (+106). I contagi totali salgono così a 4.250.902. I guariti sono 7.648 (ieri 4.533, per un totale di 4.031.605. Sempre in calo il numero degli attualmente positivi, 6.536 in meno (ieri -3.247): i malati ancora attivi sono ora 92.072. Di questi, sono in isolamento domiciliare 88.976 pazienti.  Nonostante questi dati positivi il dibattito sul Covid è apertissimo. Ma quanto utile non è dato sapere. Gli ultimi e confortanti dati relativi al nostro Paese fanno pensare che il rischio di contagio da parte degli asintomatici sia ormai molto basso; i nuovi positivi hanno una carica virale limitata. Ma è davvero così? Il mondo scientifico è ancor diviso sul tema… Siamo ancora in emergenza? Il presidente del consiglio dei ministri Mario Dragi, è per il mantenimento dello stato d’emergenza (si dice addirittura fino alla fine dell’anno) Il Ministro Roberto Speranza da “rigorista assoluto” si era lasciato andare e faceva intuire che con il 31 luglio l’emergenza potesse considerarsi finita. Salvini oramai considerato a pieno titolo: il politico più “pendolante” della storia d’italia, continua con la strategia del partito di lotta e di governo. Draghi dice un po’ irritato…  l’emergenza prosegue mantenendo così al loro posto il commissario Generale Figliuolo e il Comitato Tecnico Scentifico e Matteo Salvini che è pure parte della maggioranza di governo gli si oppone: “non ci sono le condizioni!” Allineandosi così con la Meloni, che però è l’unica che sta all’opposizione de governo e che giorno dopo giorno grida delle libertà violate degli italiani dall’ennesimo governo ‘monstre’ (nel senso di non votato dal popolo) scordandosi che il Governo si forma in Parlamento, che gli vota la fiducia (dicasi Repubblica parlamentare). Ma al di là della solita (voluta) confusione di ruoli politici e istituzionali ormai annosa in questo paese… dove vale solo la quotidiana polemica divisiva e meramente propagandistica  su tutto e tutti, come se ogni giorno che viene fosse quello dell’ennesimo voto politico… tant’è che alla fine anche la comunità scientifica, i virologi e gli esperti italiani, dibattono e si dibattono nel quesito se l’emergenza Covid è finita? Ormai è da giorni che su questo tema particolarmente importante anche per la valutazione degli effetti che attualmente il covid-19 produce su chi si ammala, infuria la discussione. l’Opinione Pubblica è bombardata contraddittoriamente sul tema e va sempre più dividendosi e confondendosi. Come non bastassero le polemiche su AstraZeneca e Jonson & Jonson a far intendere che l’emergenza è tutt’altro che finita… Ad alimentare la controversia, c’è anche un documento firmato da dieci scienziati che si definiscono “scientificamente indipendenti”, dal titolo “Sars-CoV-2 in Italia oggi e Covid-19”, secondo cui esistono “ormai pochi sintomi”. Non solo: nel testo si afferma che chi contrae oggi il virus correrebbe un basso rischio di aggravarsi per via di una carica virale più debole, quindi meno contagiosa. Il documento è stato firmato da Alberto Zangrillo (che già un anno fa riteneva finita l’emergenza Covid), Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi e Roberto Rigoli. Ma le tesi proposte da questi “esperti” non sono condivise nell’ambito scientifico nazionale, tanto che altri scienziati ritengono che abbassare la guardia, soprattutto adesso, possa essere ancora pericoloso. Tra loro il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, membro del Comitato tecnico scientifico che ha supportato il governo durante l’emergenza sanitaria e Massimo Galli, direttore del dipartimento di malattie infettive del Sacco di Milano, la cui parola d’ordine resta “cautela”. Dura la posizione della “Fondazione Gimbe” che attacca gli esperti proprio per le loro posizioni spesso contrapposte, che rischiano di far diventare il dibattito una sorta di guerra tra fazioni: “Le dichiarazioni basate sulla propria esperienza clinica o su risultati di studi preliminari aumentano il disaccordo tra esperti, disorientano la popolazione e rischiano di generare pericolose fake news” così recita una nota della Gimbe. E pensare che alla fine, al netto di tutti i pareri, dovrebbero restare comunque valide alcune accortezze di base: che abbiamo imparato anche dalla bella stagione dello scorso anno, ovvero che è importante continuare a rispettare il distanziamento sociale, evitando assembramenti, l’uso della mascherina in prossimità di altre persone e seguire una corretta igiene delle mani, con acqua e sapone o con gel igienizzanti…

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