Covid: l’emergenza non è finita, occorre che i ragionevoli di entrambi gli schieramenti facciano ragionare i loro leader…

Questa volta sono i presidenti di Regione guidati dal leghista Fedriga che scongiurano il governo di varare misure più restrittive contro la quarta ondata di Coronavirus. Il Pd chiede (non si comprende con quanta reale convinzione e unità interna) unità su finanziaria e Quirinale prendendosela con Italia Viva… limitando il famoso “campo aperto”, ma andando oltre le provocazioni renziane, dovrebbero rivolgersi anzitutto a Salvini e anche a Conte & Cinque stelle… Siamo di nuovo dinanzi all’aumento dei contagi e al dilagare della quarta ondata in tutta Europa, le Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga in testa, si rivolgono al governo perché vari provvedimenti più restrittivi, ma fa finta di non vedere che il primo a frenare rispetto ha ciò è proprio il suo leader Matteo Salvini. Invece, dinanzi ai crescenti segnali di sgretolamento della maggioranza, il Partito democratico lancia accorati appelli all’unità, invoca tavoli di maggioranza in cui concordare le prossime mosse su tutte le partite che contano, dalla legge di Bilancio all’elezione del presidente della Repubblica, fingendo di non vedere che il primo a scartare a riguardo è proprio l’alleato prediletto, Giuseppe Conte, che non controlla i suoi 5 stelle. Tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra in molti sembrano essersi resi conto del fatto che l’emergenza causata dalla pandemia è purtroppo ancora tutt’altro che conclusa. Il governo Draghi e il generale Francesco Paolo Figliuolo (sempre sia lodato) ci hanno consentito finora di evitare il peggio, a differenza di buona parte d’Europa, ma è ovvio che se il virus dilaga ai nostri confini abbiamo poco da star tranquilli. Il problema dunque è rappresentato non tanto dai partiti, ma dai loro leader (e da alcuni in particolare), che sembrano non avere capito o non voler capire ciò che sta accadendo sul fronte pandemia in Europa. Così abbiamo un peggioramento della situazione sul fronte dei contagi che si accompagna però a un drammatico allentamento della tensione e della coesione nella maggioranza, quasi che ormai la crisi fosse superata e ognuno potesse tornare a perseguire i suoi interessi particolari senza farsi tanti scrupoli. In altre parole, stiamo demolendo gli argini proprio mentre il livello dell’acqua torna a salire: difficilmente potrà finire bene. Le persone ragionevoli che in entrambi gli schieramenti si sono rese conto del pericolo devono dunque fare un passo in più. Sta a loro far ragionare gli irragionevoli (e gli irresponsabili). Anzitutto spiegando ai rispettivi leader che, se l’emergenza non è finita, non è nemmeno pensabile smontare l’impalcatura che ci ha consentito di difenderci finora. L’unica cosa da fare è congelare l’attuale equilibrio, proprio perché non è l’equilibrio ottimale per tempi normali, come non lo sono il green pass e tutte le altre limitazioni alla nostra libertà di muoverci e fare quel che vogliamo. Proprio perché vogliamo tornare il più presto possibile ad assembrarci dove e come ci pare, e a scegliere da chi farci governare sulla base di un normale confronto tra destra e sinistra, non possiamo permetterci di mandare tutto all’aria proprio adesso, smontando l’unico assetto che ha dimostrato di funzionare nel momento in cui ne abbiamo più bisogno. L’unica cosa che i leader di maggioranza devono fare è rieleggere Sergio Mattarella al Quirinale, tenendo Mario Draghi a Palazzo Chigi, e magari impegnarsi – seguendo il suggerimento espresso da Claudio Petruccioli sul Riformista di ieri – a introdurre per il futuro la non rieleggibilità del Capo dello Stato, come tante volte auspicato dallo stesso Mattarella (che avrebbe così anche un motivo in più per non rifiutare la designazione, in perfetta coerenza con le sue posizioni). Se poi alla non rieleggibilità del Capo dello Stato volessero anche aggiungere una riforma della legge elettorale in senso proporzionale (senza coalizioni: ogni partito si presenta con il suo simbolo, e basta), allora sì che potremmo quasi sperare di riuscire a venirne fuori, dalla crisi pandemica e anche dalla crisi economica che continuiamo a rimuovere, illudendoci che i fondi europei siano un dato ormai acquisito, e che tutte le fragilità della nostra economia siano sparite come per incanto…

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