Elezioni politiche : un leader contro se stesso… un altro referendum su Renzi, una sconfitta lunga 15 mesi.

Le votazioni politiche di ieri hanno decretato il definitivo naufragio del Partito Democratico di Matteo Renzi. Infliggendogli la più grande sconfitta della sinistra italiana dal dopoguerra! Ora a Renzi resta solo il fatto che dovrebbe rapidamente dimettersi anche da Segretario del PD…  Ciò accade mentre l’economia italiana è ripartita (…ma troppo lentamente). PIL +1,5% – che significa che siamo comunque ultimi in Europa – il debito pubblico che non scende (ormai da decenni), anzi… – disoccupazione che a  livello nazionale è ben all’ 11% dopo ben più di 10 anni dal crollo di Lehman Brothers (settembre 2007, che può essere assunto a vertice della crisi globale occidentale) con una punta oltre il 30% per quel che riguarda l’occupazione dei giovani, quelli che non se ne sono già andati…. Le molti leggi approvate sui diritti civili, il bio testamento, le unioni civili, il reddito di inclusione, divorzio breve, pensioni anticipate per i lavori usuranti e APE, responsabilità civile dei magistrati, bonus bebè, bonus cultura, ecc., hanno sicuramente contribuito all’ammodernamento in senso europeo dell’Italia, ma non sono stati sufficienti (soprattutto non in questa fase globale) a convincere gli italiani sfiduciati sulla possibilità di un futuro migliore. E alla fine nemmeno Gentiloni e la sua immagine di Premier “tranquillo” ci è riuscito. Forse tutto ciò poteva esser sufficiente 15 anni fa… L’iper-ammortamento è stato approvato troppo tardi per far ripartire subito l’economia trascinata dal settore industriale (che però oggi pesa meno del 20% del PIL…)  come pure la stretta all’immigrazione data dal Ministro Minniti (…un business da 3,5 miliardi finanziati dalla UE finalizzato per ora solo ad ospitare i profughi dall’Africa) ma che ha fatto comunque ‘inviperire’ gli italiani, specialmente della classe media infragilita dai postumi della crisi (col rischio di indurre una ‘lotta fra poveri’ all’interno dei confini nazionali). Renzi ha vinto con oltre il 40% dei voti nel 2014 ma aveva promesso di rilanciare l’economia stagnante dell’Italia e il ruolo dell’Italia all’interno della UE. Molti italiani sognavano quindi un ritorno ai bei vecchi tempi del miracolo economico anni sessanta. Col senno di poi è stata un’illusione pagata a caro prezzo…  Matteo Renzi in questi pochi anni ha rivelato qualità e difetti straordinari. A partire dal fatto che si è fidato troppo di se stesso. Si è fatto troppi nemici, all’interno e all’esterno del Partito. Pensando di poterselo permettere, perché ha pensato prendendo un grosso abbaglio, di avere conquistato quel 40%  dei voti delle elezioni alle Europee in modo permanente e, avere una gran parte del Paese dietro. Ma il renzismo non è finito stanotte; era finito già il 4 dicembre 2016, con la sconfitta del 60% dei voti sul 40% nel referendum. Il suo Partito Democratico non è riuscito a mantenere le promesse sul piano economico. Nonostante lo storytelling renziano del abbiamo rimesso in moto il Paese e abbiamo grazie al job act, un milione di posti di lavoro in più. Certo l’economia è migliorata un po’, ma, la maggior parte degli italiani non ne sente i benefici (specialmente la classe media sempre più impoverita). I giovani del paese sono in gran parte esclusi dal mercato del lavoro – tappato dagli over-50. Al Sud la disoccupazione giovanile è vicina al 50%. Si deve emigrare come non accadeva più dagli anni ’60 e ’70. Sotto l’occhio vigile dell’UE e della Banca Centrale Europea, il governo non può semplicemente spendere – o svalutare – la sua via d’uscita dal problema come spesso accadeva in passato. Come altrove in Europa, gli elettori frustrati in Italia sono corsi dai populisti. E il PD di Renzi è finito sotto al 20%. Ora le possibilità di svolgere un ruolo nel prossimo governo… dipendono dalla improbabile capacità del PD, di mediare sia coi 5stelle che con FI nel tentativo di formare veramente …una grande coalizione.  Alcuni osservatori sostengono che le stesse scosse globali che hanno scatenato la crisi del centrosinistra potrebbero dimostrarne (senza Renzi) il valore come forza politica… A riguardo: il commento di Stefano Folli, noto giornalista, ai primi exit-poll di ieri sera: “Per il centro-sinistra deve avviarsi la riflessione che non è mai stata fatta in questi anni… il PD di Renzi non è mai stato in partita, cosa mai accaduta nella storia italiana…” certo del prossimo governo non si vede proprio la fisionomia: per il presidente Mattarella sarà un compito estremamente difficile…”

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