Governo: lo stillicidio di dpcm, così Conte ‘l’indeciso’ ci prepara allo step successivo. Cresce così il malcontento fra gl’italiani…

Il presidente del Consiglio passa da un Dpcm all’altro e prepara così gli italiani allo step successivo, arando la psicologia di un popolo come fosse un campo di zucchine – oggi ti tolgo questo, domani quest’altro, poi vediamo – scorticando i nervi di un Paese al tempo stesso malinconico e furente. E per questo il Premier è in calo di consensi. Visto come siamo combinati, forse la cosa peggiore di tutte è proprio l’incertezza. Non sapere, non capire. L’unica cosa sicura è la crescente aggressività del nemico, il virus, mentre il Governo non sa bene che fare. Fatica a decidere, diviso sia nella maggioranza che ai vari livelli istituzionali… il conflitto con le Regioni è paralizzante.  Questa sospensione evoca pagine terribili della nostra storia.  Prima della prossima primavera quanti di noi saranno a terra? Ci sono tutti i giorni  morti, i malati. Quasi tutti ne abbiamo conosciuto qualcuno di persona, e proprio tutti sentiamo nomi noti a decine, di gente che ha preso il virus o sta in quarantena, e c’è la nuotatrice, il campione di motociclismo, il direttore di giornale e il fuoriclasse di calcio, l’attore di cabaret e il presidente degli Stati Uniti, è un girotondo infernale, e il problema è che siamo dentro la fase più acuta della guerra contro il virus, e lontanissimi dalla pace, ma chissà? Adesso siamo già nel lockdown, “abbiamo nella testa un maledetto muro”, come cantava Fossati. La gente ri-comincia a fare provviste, e non è un bel segno… E intanto l’indecisionismo regna sovrano a Palazzo Chigi, nei Ministeri, in Parlamento.  La politica sembra soccombere, anzi, non c’è proprio. Sembra come quando durante la seconda guerra mondiale di  notte molti cercavano Radio Londra per capire qualcosa del loro futuro. Noi, meno eroicamente, abbiamo Agorà e Tagadà, brancoliamo fra dichiarazioni di Boccia e Brusaferro, Speranza e Locatelli e degli altri comandanti in capo e attendenti di campo di questa guerra assurda: e ogni volta ci pare di saperne meno di prima. Ci sarà un nuovo dpcm, a dimostrazione che quello di una settimana fa era inutile, con scelte raffazzonate e poco chiare, con ampia delega alle Regioni di fare il lavoro sporco (che esse non vogliono fare) di chiudere molto se non tutto, talché sarà necessario un ennesimo Dpcm con misure più dure, ma piano piano, per evitare sino all’ultimo quel lockdown che tutti prevedono. Conte  firma l’ennesimo Dpcm che andrà in vigore domani 5 novembre con le nuove misure  per il contenimento dell’epidemia di Covid-19. Fra  queste nuove misure, il coprifuoco notturno nazionale dalle 22, la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e la suddivisione dell’Italia in zone per indice di contagio con le Regioni che automaticamente sulla base dei parametri individuati dovranno chiudere le attività non ritenute essenziali per frenare la circolazione delle persone e quindi del virus. Le Regioni e le Aree Metropolitane – contraddicendosi palesemente rispetto alla sempre sollecitata autonomia territoriale – dissentono e chiedono misure uguali per tutti,  insomma, continuano conflitti e indecisioni…  E poi ci si meraviglia che ovunque cresca il malcontento, come si diceva nei vecchi manuali di storia quando scoppiavano i famosi moti popolari. Dunque non ci si sorprenda se la popolarità di Conte sta precipitando con velocità sorprendente. È stato percepito in primavera come il salvatore della Patria, mentre è individuato oggi come il responsabile dei ritardi su tutta la linea, dal mancato rafforzamento della struttura sanitaria al lassismo su scuole e trasporti. D’altra parte siamo nell’epoca della grande volatilità del consenso e degli umori dell’opinione pubblica, era precipitato Renzi, poi il M5s, poi Salvini, ora tocca all’avvocato del popolo, al premier temporeggiatore cattivo erede di un andreottismo fuori tempo massimo. Finalmente hanno deciso qualcosa, Conte e i suoi stanchissimi ministri, hanno scelto una strada e  speriamo che sia quella definitiva. Il premier, invece di incantare i serpenti con annunci di imminenti vaccini, ci faccia capire ora, subito, che cosa ci aspetta, e come affrontare la recrudescenza del virus… Sempre che ne sia capace. Altrimenti in molti urleranno “…avanti un altro”.

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