Governo: Salvini e Di Maio hanno distrutto l’Italia!

No, non è uno scherzo. Lo dice il Def…

All’inizio era una sensazione, un pensiero ricorrente che si affacciava alla mente, man mano che scorrevano giorni e mesi, in cui assistevamo ad un dibattito continuo sulla realizzazione delle promesse elettorali fatte dall’inedito governo gialloverde. Certo il clima di perenne campagna elettorale non aiutava la chiarezza sugli argomenti in discussione e alcuni di questi usati ad arte servivano alla più ampia distrazione di massa mai attuata prima di questi tempi. Le questioni immigrazione, sicurezza, legittima difesa, l’urlato “prima gli italiani”, basta Europa e basta euro, parlando alla pancia degli elettori li distraevano confondendoli sull’emergenza economica italiana alquanto disastrata e che nel giro di poco tempo ci ha visto ricadere in recessione. Quota 100 e Reddito di Cittadinanza sono stati raccontati ai cittadini da Salvini e Di Maio quali strumenti che una volta realizzati avrebbero sanificata di fatto la nostra economia… rilanciando consumi e sviluppo del nostro Bel Paese… Mai prima d’ora il paradosso era diventato la “normalità” della nostra vita politica e istituzionale. Ma la realtà è più forte di qualsiasi “fantasticheria” raccontata negando la verità dei fatti. E nella realtà: il reddito di cittadinanza crea nuovi disoccupati e fa crollare i salari. Quota 100 diminuisce il tasso di occupazione. Salvini e Di Maio con buona pace di Conte, hanno distrutto l’Italia. E alla fine se questo governo non ci fosse le cose andrebbero meglio. Questo non lo dico certo io… lo dice guarda un po’ il Documento di Economia e Finanza presentato nei giorni scorsi: i due vicepremier l’hanno letto, almeno? Ci sono due possibilità: o Salvini e Di Maio non hanno letto il Def redatto da Giovanni Tria, o hanno bevuto il siero della verità e hanno improvvisamente deciso di mettere nero su bianco il loro fallimento. Non ci sono alternative. Perché a leggere i numeri del documento di economia e finanza sembra sia stato scritto dalle opposizioni, o da Juncker e Moscovici. Non c’è una riga, non una tabella che non racconti brutale quanto tutto quel che è stato fatto e speso lo scorso anno non sia servito a nulla. In compenso, ci sono righe e tabelle che mettono nero su bianco il nostro declino strutturale, aggravato da una spesa pubblica e da una tassazione complessivamente in crescita per i prossimi anni. Partiamo dall’inizio, però. E precisamente dalla tabella a pagina 23, che mette a confronto lo scenario economico tendenziale e programmatico dell’Italia. In parole povere, quel che succederebbe se fossimo in esercizio provvisorio – cioè senza un governo nel pieno delle sue funzioni – e cosa invece dopo le misure previste dall’esecutivo. Crediamo sia un record, questo, perché per la prima volta un governo ammette che dopo il suo intervento, le cose andranno peggio: peggio il Pil, peggio il tasso di occupazione, peggio il tasso di disoccupazione. Peggio il debito pubblico. Parliamo di un decimo di punto percentuale, peraltro proiettato sul 2022, ma rimane comunque un dato agghiacciante: dopo una finanziaria che c’è costata 40 miliardi, un mare di interessi sul debito pubblico e tutta la nostra credibilità internazionale residua, non succederà nulla. Zero, nada, nisba, per dirla alla Salvini.  Per la prima volta un governo ammette che dopo il suo intervento, le cose andranno peggio: peggio il Pil, peggio il tasso di occupazione, peggio il tasso di disoccupazione. Peraltro, andando a guardare gli effetti delle due misure-icona nel dettaglio si scopre che sono proprio il reddito di cittadinanza e quota 100 l’epicentro del fallimento gialloverde. Ed è buffo che il governo non solo non nasconda la cosa, ma ci regali addirittura due belle tabelle attraverso cui certifica il disastro. Nel raccontare l’impatto macroeconomico del reddito di cittadinanza – a pagina 27 – mette nero su bianco che nel 2020 il tasso di partecipazione al mercato del lavoro aumenterà dell’1,2%, il tasso di disoccupazione dell’1,3% e il tasso di occupazione di soli 0,3 punti percentuali. In pratica, che per i prossimi dodici spenderemo 6 miliardi in sussidi e politiche attive del lavoro che aumenteranno il numero dei disoccupati anziché diminuirlo. Fosse solo questo: a pagina 34 si dice pure che se le politiche del lavoro avranno piena efficacia, i salari saranno destinati ad abbassarsi, di 0,48 punti percentuali. Peggio: si dice pure che più aumenterà l’efficacia di queste misure, più i salari si abbasseranno. Evviva. Peggio ancora va con Quota 100, che nelle intenzioni dovrebbe essere un formidabile generatore di nuovi posti di lavoro per i più giovani. Nelle intenzioni. Perché la tabella del governo – pagina 29 – dice che l’occupazione diminuirà di mezzo punto di Pil per il 2020 e che calerà anche, seppur in misura minore, nei due anni successivi. Anche in questo caso, mandiamo in pensione gli anziani prima del termine, pagando 9 miliardi all’anno, per veder diminuire il numero dei posti di lavoro disponibili. E se state facendo i conti di quanto ci costa questo giochetto, potete pure riporre la calcolatrice nel cassetto della scrivania a andare a pagina 35: sono 133 miliardi in tre anni di spese aggiuntive, alla faccia dell’austerità: 2 di tasse in più (sì, aumenta pure la pressione fiscale, nonostante non aumenti l’Iva), 13 di tagli e dismissioni per ora tutti sulla carta, e 115 di nuovo debito pubblico, tutto sulle spalle dei giovani che hanno votato festanti Lega e Movimento Cinque Stelle, convinti che gli avrebbero cambiato il futuro. Eccolo qua, il futuro. Nero su bianco. Più nero, che bianco. In buona sostanza l’Italia com’è stato già accennato ne esce distrutta grazie a questo governo… e a dirlo chiaramente è proprio il Documento di Economia e Finanza…

E’ sempre tempo di Coacing! 

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