Governo: un grande disordine come leva di un nuovo ordine?

Ci sarà bene qual cosa dietro quella che sembra una totale indifferenza di Salvini e Di Maio per i possibili disastri economici che la contraddittoria manovra economica messa in campo dal loro governo può creare alla nostra economia e a quella europea? La nostra Borsa continua ad oscillare giù e su, decretando un’instabilità finanziaria tornata al tempo della grande crisi del 2008. Lo spread ormai da un paio di mesi è attorno ai 300 punti a sottolineare come i mercati stiano sulle “montagne russe” ed erodono il risparmio delle nostre famiglie. Tutto ciò dipinge un quadro alquanto preoccupante per le sorti dell’Italia. E’ paradossale rispetto alle tante promesse e premesse che hanno caratterizzato questo primo governo gialloverde, eppure è sempre più evidente che questi va verso il fallimento. Non può essere altrimenti… Così ormai dicono tutti. Stampa nazionale ed internazionale; Organismi finanziari e Agenzie di Rating internazionali (commissione UE, FMI, Standard & Poor’s, Moody’s). Ma, anche le nostre Banca d’Italia; Ragioneria dello Stato; Commissione di controllo del Bilancio  e L’Inps. Accusate di ingerenze politiche quando non addirittura di sabotaggio, modificando notte tempo, i testi delle decisioni economiche del Governo (veramente ridicolo). Ma i sondaggi li premiano e con tutta probabilità saranno premiati ancora anche alle prossime elezioni. D’altronde, al momento non si intravvede all’orizzonte alcuna reale alternativa… all’opposizione ci sono le macerie del ‘Pd,  colpito dalle “bombe” di una crisi senza uguali, dovuta alle pesanti sconfitte nel referendum istituzionale e di quelle elettorali ad ogni livello di questi ultimi due anni… crisi che sta dentro sicuramente le ragioni più generali di una crisi della Sinistra in Europa e della stessa democrazia rappresentativa nel Mondo. Ma sicuramente aggravata in Italia dal leaderismo arrogante e verticistico di Renzi & C., alla fine risultato distruttivo e divisivo del partito democratico. In più c’è il contemporaneo dissolvimento di FI a causa della avanzata senilità del suo leader di sempre Silvio Berlusconi. E’ tutto molto evidente. Ma c’è anche un qual che di misterioso… Non pare che gli italiani continuino a non accorgersi di quello che è successo con il voto del marzo scorso. L’hanno voluto loro e non senza ragione. Ma a 5 mesi dall’evento, ormai gli sberleffi si sprecano e aumentano le critiche quando non sono vere e proprie invettive  che aumentano giorno dopo giorno… così come aumentano le frizioni tra Lega e M5s su ogni atto della realizzazione dei punti del contratto di governo… Che loro: Salvini, Di Maio e Conte come ripetono ogni momento non abbiano una strategia di vera rottura della maggioranza può esser vero… ma che abbiano almeno una forte inclinazione a fare del grande disordine quale caratteristica di questo Governo … mi pare difficilmente escludibile. La situazione fa porre l’interrogativo, che questo disordine è usato quale leva per un nuovo ordine? Infatti, non è normale, che in pochi mesi abbiano fatto piazza pulita di quel minimo di ragionevole che si era accumulato prima di loro e che rincorrano solo di continuo delle brutte figure e che insistono anche. La vulgata politologica vuole che Salvini aspetti il momento buono per mettersi in proprio e portare il paese alla mercé di un governo di centrodestra con quasi tutte le rotelle a posto, magari dopo le elezioni europee. Eppure finora  tutte le sue mosse vanno nella direzione opposta. “Putineggia”, cerca e trova i collegamenti cosiddetti sovranisti peggiori in tutta Europa; non vuole saperne di negoziare con Bruxelles. Incoraggia etnicismi, populismi indifferenziati e gretti machismi verbali, mentre il nesso con gli interessi delle partite Iva e degli imprenditori delle piccole imprese che l’hanno votato in massa è ormai esile, infatti, la degradazione dell’economia e delle aspettative impaurisce proprio il suo possibile blocco di sostegno, nel caso in cui volesse fare una giravolta e presentarsi solo come il candidato “Capitano” della destra vera. Di Maio fa la sua parte pauperista, urlata, clientelare e condonista nonostante lo slogan “onestà onesta”, festeggia dal balcone la distruzione dei conti pubblici, umilia il Ministro dell’Economia e i tecnici al servizio dello stato, ingaggia battaglie fatali con i media nemici del popolo, manovra l’Avvocato del popolo Giuseppe Conte (poveretto lui) come può e come vuole, distribuisce reddito e ettari del demanio o dice di volerlo fare, chiude i negozi la domenica, blocca le opere di prima necessità, almeno quando può o crede di potere, alimenta il sacro fuoco dell’alternativa di sistema ai poteri non dico forti, giganteschi, delle grandi aziende, delle banche. E’, nonostante venga messo sotto dall’altro Viceprimo Ministro (vedasi il decreto Sicurezza e Immigrazione rispetto alla eliminazione della Prescrizione dopo il primo grado di giudizio) si dice continuamente, in totale sintonia con Salvini. La speranza è che siano solo due “inetti” di successo, due energumeni della politica che non sanno quello che fanno e alla fine litigheranno davvero alla prima vera incrinatura dei sondaggi e delle pulsioni pre-politiche interne ai loro movimenti. C’è chi spera! Ma dietro la ostentata baldanza forse si nasconde, e nemmeno tanto bene, l’idea che scassata l’Italia se ne fa una nuova… via dall’Europa, ovvero il famoso piano B (di Savona memoria, altro …’fulminato’), via dalle vecchie alleanze, via dalla moneta unica, via dalle regole, in una scommessa di distruzione “creativa” al vertice della quale sta solo il ritorno ai vecchi caratteri autarchici di una nazione che ancora una volta punta sulla svalutazione come unico mezzo di competizione, come unica risorsa di mercato e sulla costruzione di un orgoglio di cartone, teatrale e plateale. Con il bottino che stanno portando a casa in tutti i campi, e l’opposizione spaesata nonché l’Europa dei fatti politici indebolita a favore dell’Europa commissaria e banchiera… per adesso l’unica prospettiva che si può individuare è un “tanto peggio, tanto meglio”, come fossero dilettanti allo sbaraglio in una gara allo sfascio dell’unificazione nazionale quale prodromo di quella europea. Inutile chiedersi a chi giovi… non lo sanno anzi non lo vogliono sapere. Loro un premio l’hanno già ricevuto dal popolo che li ha votati e quindi a loro compete …lo (s) governo del Paese…

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