Idee per la Buona Politica

 (parte prima)

“estratti dalle idee-proposte sulla …buona politica”

…di intellettuali, giuristi, giornalisti e …politici apparsi sui vari siti web e/o in articoli sui media, nel corso dell’ultimo biennio ovviamente questi stralci, non comprendono tutto ciò che è apparso sull’argomento in tutto questo periodo fino ad oggi, ma costituisce sicuramente un “ricco spaccato” del dibattito avvenuto e ancora in corso nonché del suo livello concettuale.

“Sfiducia nei partiti e nuove forme di rappresentanza”

(…) Bisogna riscrivere le regole della democrazia, aprirne le porte, abolire la concentrazione del potere ed i privilegi dei rappresentanti, cambiarne le istituzioni. E allo stesso tempo bisogna inventare un soggetto nuovo che sia in grado di esprimersi con forza nella sfera pubblica e di raccogliere questo bisogno di una nuova partenza.
(…) Oggi la politica in Italia, ‘il palazzo’ per intenderci, non rappresenta affatto parti intere del Paese. (…)Proponiamo un nuovo percorso in cui i cittadini riescano ad appropriarsi, attraverso processi democratici diversi, del potere di contare e di decidere.
(…) Un gruppo sempre più grande di cittadini qualificati, informati e attivi decideranno di farne la loro bandiera.
(…) Oggi le decisioni sono sempre prese altrove – non a livello comunale ma regionale, non nel parlamento romano ma a Bruxelles, non a Bruxelles ma a Francoforte, non alla BCE ma dai ‘mercati’.
(…)Bisogna innescare un processo opposto che destituisca, decostruisca, ceda, decentri, abbassi, distribuisca, diffonda il potere. Bisogna riaffermare la validità della dimensione territoriale locale, espandendo tutti quegli spazi in cui il governo e il cittadino sono vicini l’uno all’altro.
(…) La democrazia rappresentativa ha bisogno, dunque, sia di una sua riforma interna in senso proporzionale, sia di essere arricchita da nuove forme di democrazia partecipativa.
(…) I partiti politici attuali sono così diventati organizzazioni completamente anacronistiche rispetto ad un modello di democrazia che non può più esaurirsi nella rappresentanza e nella delega.
(…). Il soggetto nuovo, nelle sue regole e pratiche, dovrebbe mettere l’accento sull’inclusione.
(…) Dentro questo spazio, non più separato dalle istanze della società, si muoverebbe una pluralità di attori politici nuovi.

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“Necessità e solitudine della buona politica”

(..)La buona politica (…) avrebbe bisogno di concentrare intelligenza, passione, energia attorno a questioni di rilievo ed invece si trova prigioniera della autoreferenzialità degli schieramenti.
(…) Necessità di ridefinire i valori ideali, per restituire speranza, fiducia nel futuro senza di cui ogni impresa per migliorare il mondo diviene un vano sogno. La buona politica soffre di solitudine perché sta indebolendosi la partecipazione.
(…) Niente giustifica la non partecipazione alla politica. Se la politica è prevalentemente cattiva e rende marginale o irrisa quella buona, è prima di tutto responsabilità nostra come cittadini. Il nostro impegno, il nostro dovere di informarci, dire la nostra, partecipare, scegliere renderebbe la politica migliore, le istituzioni più vicine ai cittadini, gli eletti con il nostro voto più competenti, rigorosi, coerenti. Il nemico più grande non solo della buona politica ma della stessa Costituzione è l’indifferenza. L’egemonia del presente domina lo spazio del dibattito nel nostro paese.
(…) Immaginare una politica capace, attraverso decisioni alte e partecipate, di pensare le ricadute di ogni singola scelta sulla generazione futura.

“Classe dirigente e futuro del Paese”

Nel nostro Paese ha perso di significato il concetto di una classe dirigente responsabile, preoccupata anche dell’interesse generale (…) fiera di dirigere, non sfacciata nell’ esigere. Dedita per prima a dare il buon esempio.
(…) Le élite italiane sono forti nel consenso e deboli in competenze; (…) il ricambio avviene ancora troppo per cooptazione.
(…) Chi ha a cuore il futuro del Paese, la formazione di una classe dirigente di qualità, le riforme e il ritorno alla crescita, ha molto di che preoccuparsi. C’è bisogno di riforme e federalismo vero, serve un clima di responsabilità nazionale per fare almeno le più profonde e ineludibili riforme istituzionali, una è il presidenzialismo, possibilmente entro questa legislatura. La crisi rende necessario per ognuno di noi dare un contributo per tenere unito il Paese e a fare gli interessi generali, mettendo da parte gli interessi di bottega. Tutti insieme pensiamo al bene comune e ad avere unità d’intenti.
(…) Rifondiamo il rapporto tra politica e cittadini, per dare agli italiani la possibilità di contribuire a determinare la legge elettorale e la forma di Governo, attraverso referendum confermativi.
(…) Richiamo il passo in avanti di una nuova classe dirigente e forse di una nuova generazione, non di questo o di quel presunto super-uomo.
(…) Prima di voler cambiare gli italiani (…) dobbiamo cambiare lo Stato. Formiamo una nuova classe dirigente e mandiamo a casa gli storici protagonisti della politica.
(…) I partiti politici hanno il dovere di intercettare la domanda di buona politica e chiedere ai cittadini (…) di scendere in campo per rinnovare il paese e le sue istituzioni.
(…) La buona politica deve essere fatta di competenza, spirito di servizio, buon senso, giustizia sociale, pragmaticità e dall’idea fondamentale che ciascuno è responsabile della comunità presente, in cui vive ed opera e della comunità futura che lascerà in eredità ai propri figli (…) spetterà proprio alla società civile, il compito di impegnarsi per essere motore di quel cambiamento.

“Decalogo per una buona politica”

(…) Per la disaffezione all’impegno politico e la distanza fra una classe dirigente, le istituzioni e i cittadini, servono: la riforma della politica, il suo rinnovamento, l’ispirazione democratica e la volontà di partecipazione, l’esperienza individuale, l’apporto dei movimenti territoriali, un movimento collettivo basato su principi quali la trasparenza, onestà, buonsenso, concretezza e in primo luogo spirito di servizio per la propria comunità. I valori fondanti: lo spirito di servizio e senso del dovere; trasparenza e coerenza; integrità e sobrietà delle persone; il rispetto della legalità e delle regole, contrastando ogni forma di connivenza con le attività di tutte le mafie; partecipazione diretta e coinvolgimento nelle scelte; cultura democratica e solidarista; la pacatezza nel confronto politico e il riconoscimento del giusto. I modelli di comportamento: la responsabilità e la trasparenza, la tempestività nelle decisioni e nell’operatività, efficienza, efficacia. In poche parole: “Ritrovare la buona politica sulle orme dei padri fondatori la Repubblica per tornare ad una …virtuale e logica anteriorità dei fini etico-sociali rispetto a quelli politici”.

“Un rinascimento civico ed economico”

(…) Sono state proposte in questi anni ultimi anni soluzioni (…) di un progetto che passasse sia attraverso il sorgere di una nuova classe politica capace di comprendere le opportunità nascoste nei cambiamenti in atto nel quadro economico globale… sta quindi a ciascuno di noi decidere se vogliamo investire nel futuro del nostro Paese a vantaggio nostro e delle generazioni che seguiranno, anche adottando processi di riforma che per essere efficaci possono essere impopolari. Scendere in campo o rimanere negli spogliatoi è una scelta.

Platone

“La Buona Politica per tornare a crescere”

S’intende costruire un punto di riferimento per tutti coloro che, preoccupati della spirali in cui l’Italia e l’Europa sembrano destinate ad avvitarsi, intendono responsabilmente contribuire a delineare una nuova visione e una nuova pratica politica. Chiedendo a tutte le persone di buona volontà di aderire, un Movimento di popolo, ancorato ai valori ed alle radici che lo hanno fatto crescere, disponibile alle innovazioni che lo possono rendere protagonista. La politica è spazio privilegiato per la costruzione del bene comune, ovvero del bene di tutti e di ciascuno, e quindi come forma di carità. La buona politica promuove …la libertà e la giustizia, sa rispettare i valori e interpretare i bisogni del popolo, sa tenere nel giusto equilibrio le dimensioni dei diritti e dei doveri, sa trovare la strada della crescita nell’equità senza lasciare indietro i poveri, sa promuovere la vita e valorizzare la ricchezza come motore dello sviluppo, sa riconoscere il merito e mettere a frutto i talenti.
(…). La responsabilità spinge a partecipare alla costruzione di un ambiente favorevole alla libera espressione delle persone, alla ricerca di una mediazione sociale tra opzioni e interessi diversi nella direzione del bene comune.
(… ) Al centro dell’iniziativa politica vi sia una visione positiva della persona umana, vista come soggetto autonomo e responsabile capace di intraprendere e di cooperare per il bene comune, e del ben-essere che consiste nella possibilità di usufruire in modo adeguato di una varietà di beni individuali, relazionali, comuni e culturali.
(…) Per una politica buona e moderata chiedono e sostengono una politica capace di rafforzare valori popolari condivisi e di mobilitare grandi energie comunitarie. Una politica coraggiosa e lungimirante, una politica saggia, una visione sobria dell’esercizio del potere. Promettere solo ciò che è in grado realisticamente di garantire e realizzare. Favorire la crescita degli ambiti di partecipazione democratica e l’assunzione di responsabilità sociale da parte delle persone e dei gruppi organizzati. Sostenere, sulla base del principio di solidarietà, la cooperazione nel perseguimento del bene comune. Rispettare il pluralismo ideale ed economico, oltre che le specifiche autonomie. Il destino di una comunità nazionale dipende dalla capacità dei suoi membri di sviluppare liberamente valori condivisi. Un patto con la buona politica per far crescere meglio e di più questo paese: un patto tra pubblico e privato, perché il pubblico faccia meno ma meglio e affinché i privati assumano nuove responsabilità di origine generale.

cicerone e la politica

Che dire? Quali considerazioni fare? Francamente non saprei: …si, certo, tutte sembrano  …idee, proposte o meglio pensieri, che contengono sicuramente grandi stimoli di riflessione rispetto alla necessità di riformare contenuti e forme della nostra democrazia politica… ma tuttavia, mi sento sconfortato da tante “parole, parole e ancora parole”  e dal …poco veramente poco… dal troppo poco… che nella realtà la nostra politica e i nostri politici  fanno per produrre una “nuova” e “buona politica”   …lascio a ognuno di  voi le proprie considerazioni…

E’ sempre tempo di Coaching!

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Commenti

  1. Chevy Truck  Aprile 11, 2017

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