Italia Viva: il nuovo partito di Renzi si regge solo su di Lui, è lui che fa notizia, è di lui che il governo ha paura…

La differenza fra i due Mattei si può descriverla così. Se per un qualsiasi motivo, dovessero scomparine dalla scena politica italiana, le conseguenze sarebbero che: la destra esisterebbe ancora, magari con un altro capo/a, più moderato o estremo, mentre Italia viva morirebbe nel volgere di qualche giorno. Non basterebbe agli eredi di Matteo Renzi mettere in campo una anti-comunista provetta come Maria Elena Boschi o una comunista pentita come Teresa Bellanova-Razzi… Il nuovo partito si regge, infatti, solo su Renzi. È lui che fa notizia, è di lui che il governo ha paura. Per andare con lui pezzi di Forza italia e di grillini, oltre che di piddini, lasciano le antiche dimore. Altre volte è stato scritto che s’avanzava uno strano partito personale plebiscitario, sempre contraddetti dal fatto che il leader in questione rivelava di avere un legame profondo con un pezzo di popolo costruito nel tempo con la paura o con le promesse ideali… LA FALSIFICAZIONE IDEOLOGICA DELLA DESTRA È SENZA PRECEDENTI. Renzi è figlio della politica politicante. Per spegnerlo baserebbe cambiare gioco, buttare la palla in tribuna, iniziare un nuovo campionato. La destra lo sta facendo nella maniera persino più rischiosa, chiedendo al solito Matteo Salvini di interpretare un’altra parte in commedia. Roba che zelig se la sogna. Eppure fino a che non si affaccerà un leader nuovo o non prenderà velocità il trenino lentissimo di Giorgia Meloni, il capo della Lega si farà napoletano, prete, vigile del fuoco, europeista, amico dei “neri”. Sarà tutto, pur di raggiungere la vittoria elettorale. Questo perché la sua gente vuole vincere, da tempo non vince e sente la vittoria nelle mani. Sopratutto si è convinta, e ha convinto tanta parte della popolazione, che la sinistra è casta, che casta è lo Stato, che Stato vuol dire tasse, che le tasse fanno rima con Europa, che l’Europa vuol dire più immigrati. Un’operazione di falsificazione ideologica senza precedenti ma che è riuscita. Solo una nuova sbronza di Salvini può’ rovinare, questa volta in modo definitivo, il gioco. IL CUPIO DISSOLVI DELLA SINISTRA ITALIANA. Dall’altra parte paghiamo il prezzo di decenni in cui la sinistra si è fatta convincere da altri leader di sinistra, da Romano Prodi, da Massimo Cacciari, dal Corriere della sera, da Eugenio Scalfari e i suoi boys e da tanti e tanti ancora, che per dare una mano doveva suicidarsi. E così si è suicidata. Mentre gli analisti mondiali ritrovano nell’accrescersi delle ingiustizie le ragioni di un nuovo socialismo, in Italia questa parola è diventata impronunciabile perché l’abbiamo tolta dal giro. Infatti appena una fabbrica si muoveva, il quadro politico iniziava a turbarsi. Maurizio Landini è stato descritto come un pericoloso estremista. Il merito è stata l’unica chiave di giudizio a copertura di politiche di assunzioni ultra-clientelari. L’ecologia è roba da “gretini”, il papa è un casinista come Mikhail Gorbaciov. PER SALVARSI ZINGARETTI MANDI ALL’ARIA IL GOVERNO. Tante sciocchezze di destra hanno preso spazio nella cultura e nei sentimenti di sinistra. Soprattutto l’idea che con questo popolo c’era poco da fare. Rileggete le pagine di Alessandro Leogrande quando descrive il “fenomeno Giancarlo Cito”, rintuzza il facilismo con cui si descrive come fascista l’avanzare di questa plebe sobillata dalla borghesia, mentre la sinistra si ritirava dalla battaglia. Oggi serve un Big bang e l’unico possibile e mandare all’aria un governo che grava sulle spalle del Pd. Nicola Zingaretti non lo voleva, l’ha subito con dignità, i suoi promotori invece si sono messi a giocare alle sue spalle. Saluti e li porti al voto. Perderà, ma si sarà liberato di Renzi, di Boschi e di “Bella-Razzi”…

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