La Quarta Rivoluzione Industriale. Una sintesi: il futuro del lavoro e delle competenze…

Occupazione: i Robot e la Intelligenza Artificiale vengono indicati come fattori di una possibile ulteriore perdita di milioni di posto di lavoro… ma anche come una possibilità di creare (al di là del saldo “0” o meno) milioni di  nuovi posti di lavoro con nuove professionalità. Sicuramente la Quarta  Rivoluzione  Industriale, determinerà un ulteriore mutamento del mercato del lavoro a livello nazionale, continentale e globale (come sappiamo è già in corso) chiedendoci di trovare una nuova sintesi: tra il futuro del lavoro e delle competenze… Quindi i profondi cambiamenti negli attuali modelli di business avranno un impatto significativo sul panorama lavorativo nel corso dei prossimi anni. Si prevede che molti dei principali fattori di trasformazione, che attualmente interessano le industrie a livello globale, avranno un impatto decisivo sull’occupazione, dalla creazione alla transizione dei posti nel futuro del lavoro. In molti settori e paesi, dieci, o anche cinque anni fa, la maggior parte delle occupazioni o specializzazioni oggi richieste non esistevano nemmeno e il ritmo di questo cambiamento sta accelerando. Da una stima diffusa, il 65% dei bambini che sta per iniziare la scuola elementare, si ritroverà in futuro a rivestire ruoli che in ambito lavorativo ancora non esistono. In un tale panorama occupazionale in rapida evoluzione, per le aziende, i governi e i singoli lavoratori è sempre più difficile anticipare e prepararsi ad individuare le nuove skills di cui avranno bisogno, per poter cogliere appieno le opportunità offerte da questi trend e per mitigare eventuali effetti indesiderati. Il rapporto “Il futuro del lavoro”, presentato quest’anno al World Economic Forum, cerca di comprendere questo fenomeno in base al cambiamento che interesserà l’occupazione, per individuare una serie di skills necessarie e modalità di assunzione in diversi settori e paesi. Viene chiesto agli Chief Human Resources Officers (CHROs), a chi si occupa di ricerca del personale e ai datori di lavoro di oggi, di immaginare come cambieranno ruoli e mansioni all’interno del proprio settore in vista del 2020. Come è nata la ricerca. Il quadro della ricerca presentata in “Il futuro del lavoro” ha preso forma ed è stato sviluppato in collaborazione con il Global Agenda Council on the Future of Job e il Global Agenda Council on Gender Parity, tra cui si annoverano i maggiori esperti dal mondo accademico, organizzazioni internazionali, aziende di servizi e autorità nel campo delle human resources e della selezione del personale. Le analisi si basano su una versione semplificata delle informazioni prese da O*NET sul mercato del lavoro, sistema utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo. L’insieme dei dati che costituisce la base del rapporto è il risultato di una vasta indagine del CHRO, per un totale di 371 datori di lavoro che rappresentano più di 13 milioni di dipendenti in tutto il mondo, relativamente a 9 grandi settori di 15 principali economie emergenti e aree economiche regionali. I drivers del cambiamento. Per capire quale sarà il futuro del lavoro bisogna prima comprendere che seppur all’inizio già dentro la Quarta Rivoluzione Industriale. E settori precedentemente separati tra loro, quali l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, la robotica, le nanotecnologie, la stampa 3D, la genetica e le biotecnologie, si stanno ampliando, crescendo l’uno sull’altro. I piccoli sistemi – case, fabbriche, aziende agricole, strutture o intere città – contribuiranno ad affrontare problemi che vanno dalla gestione della catena di approvvigionamento ai cambiamenti climatici. In concomitanza con questa rivoluzione tecnologica è presente un insieme di fattori socio-economici, di sviluppi geopolitici e demografici di grande impatto. In media gli intervistati prevedono un cambiamento decisivo sul mondo del lavoro entro i prossimi cinque anni, evidenziando l’urgenza di trovare delle misure atte a non farsi cogliere alla sprovvista (si leggano altri post sull’argomento recentemente pubblicati in questo Blog). Nei paesi presi in considerazione dal rapporto, le tendenze attuali potrebbero portare ad un impatto occupazionale significativo per oltre 5,1 milioni di posti di lavoro a causa dei cambiamenti dirompenti nel mercato del lavoro proprio entro il 2020, con una perdita complessiva di 7,1 milioni di posti di lavoro – due terzi dei quali si concentrano nelle mansioni di routine, come i ruoli amministrativi e i lavori da ufficio – e un incremento totale di 2 milioni di posti di lavoro nei settori dell’informatica, della matematica, dell’architettura e dell’ingegneria. Troveranno inoltre, ulteriori difficoltà i ruoli inerenti alla manifattura e alla produzione, sebbene ci si aspetti in questi settori un buon potenziale nel far fronte ai cambiamenti in atto, grazie ad una riconversione e un miglioramento della produttività attraverso la tecnologia, piuttosto che una pura sostituzione del lavoro umano. Emergono nuove figure. La ricerca ha anche esplicitamente chiesto agli intervistati di indicare quali nuove figure emergenti diventeranno di fondamentale importanza per il loro settore a partire dal 2020. Due tipi di lavoro si distinguono per la frequenza e la coerenza con cui sono stati menzionati praticamente in tutti i settori e aree geografiche. I primi riguardano i data analyst, dai quali le aziende si aspettano un aiuto nel dare un senso e un ordine alla grande quantità di dati generati dalle innovazioni tecnologiche. La seconda viene individuata nei rappresentanti di vendita, necessari per ogni settore, per poter conseguire una certa abilità nella commercializzazione e presentazione delle proprie offerte ai clienti e ai consumatori. In particolare, in varie industrie come quelle dell’Energia e dei Media, dell’Intrattenimento e dell’Informazione, si avrà bisogno di un nuovo tipo di senior manager che guiderà con successo le aziende attraverso l’imminente cambiamento e la rottura con il passato. Dati i profondi cambiamenti cui stanno andando incontro i diversi settori, secondo le tendenze attuali, non sorprende che sarà feroce la competizione per ricoprire i ruoli all’interno di settori più richiesti come quelli dell’Informatica, della Matematica, dell’Architettura, dell’Ingegneria e altri ruoli strategici e specializzati; pertanto il problema della ricerca dei talenti costituisce una priorità in ogni settore. Oggi la maggior parte di questi ruoli vengono già percepiti, con poche eccezioni, come difficili da reclutare in tutti i tipi di industrie, paesi e settori e la situazione è destinata ulteriormente a peggiorare in modo significativo in questi ultimi anni di questo quinquennio 2015-2020. In questo nuovo contesto, i modelli di business cambiano continuamente e ciò si traduce nel problema di individuare nuove skills che spesso gli attuali dipendenti non possiedono. Anche i posti di lavoro che si stanno riducendo nel numero sono allo stesso tempo in fase di cambiamento. In quasi tutti i settori, l’impatto dei cambiamenti tecnologici sta influendo sulla qualità delle skills che appartengono ai dipendenti attuali, non più all’altezza nel far fronte a queste nuove problematiche e alle innovazioni che interessano il mondo del lavoro. Ad esempio, le innovazioni tecnologiche come la robotica e le macchine in grado di apprendere verranno probabilmente a sostituire compiti specifici di una parte di questi ruoli, prima svolti dagli uomini, liberando i lavoratori e consentendo loro di concentrarsi su nuove attività, che porteranno allo sviluppo di nuove abilità di base. Stabilità delle competenze, le industrie complessive. In media, nel 2020, secondo gli intervistati nella ricerca, più di un terzo del nucleo richiesto di skills di base nella maggior parte delle occupazioni sarà composta da competenze che oggi non sono ancora considerate cruciali. Nel complesso, skills legate ai rapporti sociali – come ad esempio la persuasione, l’intelligenza emotiva e l’insegnamento e altri – saranno maggiormente richieste dalle industrie, rispetto a competenze strettamente tecniche, quali la programmazione o l’utilizzo di attrezzature, il funzionamento e il controllo. In sostanza, le competenze tecniche avranno bisogno di essere integrate da marcate abilità sociali e collaborative. Diverse industrie potrebbero trovarsi in uno scenario in cui è presente una forte domanda di occupazione relativa a professioni specializzate difficili da reclutare. Ad esempio, le industrie dei trasporti si aspettano una crescita occupazionale a partire da una situazione in cui quasi il 40% delle skills necessarie per i lavori del settore, oggi non fa ancora parte delle sfere di competenza di base di questi ruoli. Strategie future della forza lavoro. L’impatto dei cambiamenti tecnologici, demografici e socio-economici sulle attività tradizionali si faranno sentire nelle trasformazioni del paesaggio dell’occupazione e delle skills richieste, con difficoltà notevoli in ambito di assunzione, formazione e talento gestionale. Non anticipare e non affrontare tempestivamente questi problemi nei prossimi anni potrebbe causare un costo economico e sociale enorme per le imprese, gli individui, le economie e l’intera società. Il rapporto rileva che gli imprenditori sono consapevoli di queste sfide incombenti, tuttavia non hanno agito con decisione a tempo debito. Poco più di due terzi degli intervistati ritiene che le future questioni di pianificazione della forza lavoro e di gestione del cambiamento siano una priorità per i programmi di sviluppo del gruppo dirigente delle aziende o per l’organizzazione della leadership. Tuttavia, molti degli intervistati sono anche profondamente consapevoli dei limiti nella loro programmazione per far fronte a tale cambiamento e delle sue implicazioni. Attualmente, solo il 53% degli intervistati del CHRO sono fiduciosi per quanto riguarda il successo delle future strategie per far fronte a tale situazione. I principali problemi percepiti includono una mancanza di comprensione dei cambiamenti in corso, i vincoli legati alle risorse a breve termine e la mancanza di allineamento tra strategie di forza lavoro e le strategie di innovazione delle imprese. Prospettive per l’occupazione e la stabilità delle competenze, da parte dell’industria. In tutti i settori, circa due terzi dei nostri intervistati riportano l’intenzione di investire nella riqualificazione dei dipendenti attuali. Le aziende dimostrano di avere grande fiducia nel successo delle loro strategie e confermano che questi problemi sono percepiti come una priorità. Si punta maggiormente al talento femminile e alla mobilità dei dipendenti e la rotazione del lavoro all’interno dell’azienda, mentre è meno probabile la previsione di assumere più lavoratori a breve termine o di utilizzare talenti stranieri. In quasi tutti i settori industriali sono presenti un certo numero di approcci promettenti, ma poco considerati. Ad esempio, si registra a malapena tra le strategie proposte il concentrarsi su un migliore impiego dell’esperienza accumulata dai lavoratori più anziani e la costruzione di una forza lavoro senza età. Pare inoltre che ci sia una diversa apertura alla collaborazione all’interno di tutti i settori, ma maggiormente accettata tra gli ultimi citati. Infine, un approccio significativo, che si individua nella collaborazione con istituzioni pubbliche e nell’educazione di settore, è segnalato solo dal 20% degli intervistati. Consigli per agire nella giusta direzione. Le recenti discussioni circa l’impatto occupazionale in seguito a questi cambiamenti, hanno visto una scissione tra coloro che prevedono infinite opportunità e un miglioramento per la produttività dei lavoratori, liberandoli dal lavoro di routine, e quelli che prevedono una massiccia sostituzione del lavoro e una grande perdita dei posti di lavoro. Entrambe le previsioni sono possibili. Il nostro attuale modo di agire determinerà la direzione verso una massiccia perdita di posti di lavoro oppure verso nuove opportunità. Oggi, senza un’azione mirata, i governi dovranno fare i conti con una sempre crescente disoccupazione, disuguaglianza e contrazione dei consumatori per effetto della mancanza di reddito, a discapito delle imprese. Inoltre, questi sforzi sono necessari non solo per ridurre i rischi causati dai profondi cambiamenti in atto, ma anche per sfruttare le opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale. Il talento nel gestire, individuare e guidare i cambiamenti in corso sarà il primo a scarseggiare, a meno che non impariamo sin da oggi a far fronte alla questione e trovare il modo di svilupparlo. Le aziende, per crescere, avranno bisogno di mettere al centro della loro strategia lo sviluppo del talento. Le imprese non possono più essere costituite da consumatori passivi di un capitale umano già a disposizione. Essi necessitano di una nuova mentalità per soddisfare le loro esigenze e per ottimizzare i risultati a livello sociale. I governi dovranno radicalmente mettere in discussione gli attuali modelli educativi. Man mano la questione diventerà più urgente, i governi dovranno dare prova di una leadership più audace nella regolamentazione del mercato del lavoro e dei cambiamenti. Mentre è chiaro dai nostri dati che il cambiamento epocale è in corso su tutta la linea, queste previsioni variano in natura in diversi settori e regioni. Gli sforzi volti a individuare le skills richieste, necessiteranno di una maggiore comprensione di base delle capacità attuali di un paese o di un settore. Ad esempio, gli sforzi per far intraprendere a giovani disoccupati un apprendistato in alcune categorie di lavoro attraverso una formazione mirata, può essere controproducente se i requisiti necessari non possono essere acquisiti in pochi anni. Infatti, in alcuni casi, tali sforzi possono essere più efficaci se si basano sulle aspettative future; è quindi fondamentale un cambiamento dell’istruzione di base, che deve essere mirata alla riqualificazione in ogni settore. Ciò comporta diversi importanti cambiamenti nel modo di considerare il business e la gestione del talento, sia nell’immediato che nel lungo periodo. In particolare, il rapporto rileva che ci sono quattro implicazioni a breve termine e tre che sono fondamentali per una resilienza a lungo termine: Implicazioni a breve termine. Reinventare l’ambito HR: Si tratta di un settore che sta diventando strategico, con nuovi strumenti di analisi per individuare le qualità e i deficit nelle skills richieste dai candidati; fornisce intuizioni che possono aiutare le organizzazioni ad allineare la loro strategie di business all’innovazione e alla gestione dei talenti per massimizzare le opportunità durante i cambiamenti in corso. Fare uso di dati analitici: Aziende ed amministrazioni pubbliche avranno bisogno di costruire un nuovo approccio alla pianificazione della forza lavoro e della gestione dei talenti, al fine di migliorare i dati di previsione. Per sostenere tali sforzi, il rapporto fornisce un’analisi approfondita sulle industrie, paesi, occupazioni e competenze. Cambiamenti nell’individuare i talenti. Lo studio dimostra i vantaggi della diversità della forza lavoro e le aziende si aspettano una maggior difficoltà nella ricerca delle skills fondamentali per molti ruoli specializzati entro il 2020. È un periodo di fondamentali cambiamenti, in cui tale questione viene percepita di grande importanza. Anche la tecnologia e i dati di analisi possono diventare uno strumento utile per far progredire questo settore, sia facilitando l’obiettivo da valutare, sia individuando pregiudizi inconsci in annunci di lavoro e processi di reclutamento; o anche utilizzando le tecnologie per osservare i comportamenti sul posto di lavoro e incoraggiare il cambiamento del sistema. Sfruttare modalità di lavoro flessibili e piattaforme on-line: I confini fisici e organizzativi del lavoro stanno diventando sempre più offuscati; le organizzazioni sono costrette a diventare significativamente più agili nel loro modo di pensare la gestione del lavoro e delle persone nel loro complesso. Le aziende saranno sempre più portate a collaborare a distanza con i liberi professionisti e gli indipendenti attraverso le piattaforme digitali. Moderne forme associative, come sindacati di liberi professionisti online, e aggiornate regolamentazioni del mercato del lavoro emergeranno sempre di più per integrare questi nuovi modelli organizzativi. Implicazioni a lungo termine. Ripensare i sistemi di istruzione: La maggior parte dei sistemi di istruzione utilizzano pratiche che ostacolano lo sviluppo delle skills richieste e la situazione si ripercuote sul mercato del lavoro. Vige ancora la dicotomia tra scienze umane e scienze applicate e la formazione pura da un lato, e dall’altro il grande prestigio connesso ad alcuni certificati di istruzione, piuttosto che l’effettivo apprendimento. Le imprese si impegnano con i governi e con chi opera nell’istruzione ad immaginare come potrebbe essere un vero programma di studi del 21° secolo. Incentivare l’apprendimento continuo. La futura diminuzione della popolazione giovane e l’invecchiamento che oggi interessa l’economia, implica che è necessario riformare i sistemi di istruzione per formare al meglio gli studenti di oggi al fine di soddisfare le esigenze future. La Cross-industry e la collaborazione tra pubblico e privato: Data la complessità della gestione del cambiamento, le imprese dovranno rendersi conto che la collaborazione, e non la concorrenza, costituisce una strategia necessaria. Partnership e collaborazioni multisettoriali, nonché la comprensione di come sfruttare le competenze di ciascun partner, sono componenti indispensabili per far fronte alle sfide future. Vi è quindi la necessità di una leadership più audace e di un’azione strategica all’interno delle imprese e dei settori, tra cui una collaborazione tra le pubbliche istituzioni e il settore dell’istruzione. Questi sforzi dovranno essere integrati da riforme politiche da parte dei governi. La ricerca ha lo scopo di focalizzare l’attenzione sui prossimi cambiamenti nel mondo del lavoro e nel panorama industriale nelle diverse regioni, per stimolare un pensiero più profondo e mirato da parte delle imprese e dei governi per gestire questo cambiamento. Il focus del rapporto sul 2020 è stato scelto in modo da essere abbastanza lontano nel futuro per molti, per analizzare le tendenze e i cambiamenti che hanno iniziato a prendere piede, ma abbastanza vicino per considerare l’azione di adattamento da attuare nell’immediato, piuttosto che semplicemente speculare sui rischi e le opportunità future…

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