‘LA RICETTA DELL’INFELICITA’: SONO I NOSTRI PENSIERI

(essere innamorati della vostra vita ogni minuto di essa)

“Ai giorni nostri metà delle nostre malattie

derivano dal dimenticarsi del corpo

facendo lavorare la mente oltre misura”

Questo aforisma di Lord Owen Meredith rende appieno come un processo di pensiero può invalidare la nostra vita e renderci infelici! Fin dai tempi più antichi, l’uomo ha fatto esperienza di pensieri negativi che arrovellano la mente. Tuttavia, è il modo in cui decidiamo di maneggiare questi pensieri che fa la differenza.
Sono quindi i nostri pensieri e non gli eventi esterni, ad influire sul modo in cui ci sentiamo.

In altre parole, non è la situazione in cui ci troviamo a determinare le nostre emozioni, ma la percezione che abbiamo della situazione A seconda dell’interpretazione che attribuiamo agli eventi della realtà possiamo trovarci a sperimentare sicurezza o paura, speranza o panico, insomma all’infelicità.

Vari studi hanno rilevato che avere un atteggiamento mentale negativo nei confronti degli eventi della vita può inficiare lo stato di salute ed avere effetti negativi sulla felicità e il benessere.

Qual è dunque la ricetta segreta per una vita infelice? Ecco a voi alcuni atteggiamenti mentali e pensieri negativi per avere la vita che non vorrebbe nessuno.

1) Avere un dialogo interno auto-svalutante Il dialogo interno è il modo in cui noi parliamo a noi stessi. Il nostro dialogo ci accompagna ogni giorno, in ogni momento. Ci abituiamo a lui, ci è sempre vicino. È questa vicinanza che spesso non ci permette di riconoscerlo. Ma il dialogo interno fa emergere i sentimenti che abbiamo di noi stessi, che a loro volta fanno emergere cosa pensiamo di noi stessi. Le convinzioni che abbiamo di noi stessi influenzano i risultati che vogliamo raggiungere, cioè i nostri obiettivi. Possiamo non percepire il nostro dialogo interno, che può essere assopito, silenzioso, e quel dialogo tuttavia influenzerà ogni nostra decisione, ogni nostra azione. Poichè il dialogo interno costituisce di fatto un insieme di messaggi che inviamo a noi stessi, se è prevalentemente di matrice negativa, esso rischia di sabotare gravemente il nostro benessere: può ridurre il nostro senso di efficacia, diminuire le nostre capacità di perfomance e abbassare il nostro potenziale.

2) Avere attitudini pessimistiche Una tra le più controproducenti forme di pensiero consiste nel partire da una situazione e vedere solo il lato negativo, o addirittura ipotizzare il peggio. Questa è una tipica distorsione cognitiva chiamata “astrazione selettiva”. Concentriamo l’attenzione su aspetti particolari della situazione in esame, tralasciandone altri. Un esempio. Organizziamo una cena, tutto va come dovrebbe tranne il dolce, che non è lievitato abbastanza. Pensiamo: “Accidenti, la cena è andata da schifo”. Ma solo il dolce non era come volevamo, il resto è andato bene! Per molte persone, guardare il bicchiere mezzo vuoto è un’attitudine abituale e automatica. Pensiamo per esempio ad un treno fermo o a una giornata di pioggia. Per alcune persone, questi eventi sono solo esperienze negative, terribili. In realtà, non c’è nulla di positivo o di negativo nel traffico o nel tempo!!
E’ il modo in cui si sceglie di guardare le circostanze che rende la situazione positiva o negativa, e questa scelta può immediatamente renderci più forti o più deboli, più felici o più tristi, potenti o vittime. Partendo dalla stessa situazione, possiamo guardare il treno fermo come la possibilità di ascoltare musica rilassante o una giornata di pioggia come l’occasione per andare a casa a berci una buona tazza di cioccolata calda leggendo un bel libro. Dipende tutto da come scegliete di osservare il momento.

nessuno sta bene

4) Rimuginare sul passato Dovremmo imparare dal passato, non farci schiacciare da esso. Può capitare che circostanze avverse della vita ed episodi personali negativi possano bloccarci, farci diventare insicuri nelle scelte e non farci riconoscere nuove brillanti opportunità. Tuttavia, mentre ciò che è avvenuto nel passato non può essere modificato, abbiamo la possibilità di dare una nuova forma a quello che deve ancora accadere. Il primo passo è quello di rompere col passato e dichiarare che siamo noi, non la nostra storia, ad essere in gioco adesso. Goethe ci ricorda “Niente vale più di questo giorno”. Non soffermiamoci sul passato: facciamo scelte migliori oggi e andiamo avanti.

6) Colpevolizzare gli altri Colpevolizzare consiste nel far sentire gli altri responsabili delle proprie disgrazie. Molte persone hanno l’abitudine di buttare la colpa della loro infelicità o mancanza di successo su genitori inefficienti, relazioni negative, su svantaggi socio-economici o sulla salute precaria. Certamente è vero che la vita è piena di difficoltà, ed innegabili sono il dolore e le sofferenze che ne conseguono, tuttavia incolpare gli altri della propria infelicità e assumere il ruolo di vittima non è un atteggiamento efficace. Ricordatevi che quando diamo la colpa ad altri, stiamo gettando via il nostro potere.

7) Avere difficoltà a perdonare se stessi e la paura di fare errori. Tutti noi commettiamo errori nella vita. Quando guardate indietro alle vostre azioni passate, ci sono decisioni e gesti che rimpiangete di aver fatto? Ci sono stati errori sfortunati di giudizio che hanno causato dolore a voi stessi e agli altri? Credo proprio che tutti risponderemmo di sì. La domanda più importante, dunque, è un’altra: come rievocate questi eventi passati? Pensate a voi come delle cattive persone e vi sentite in colpa per avere fatto male qualcosa o aver perso delle opportunità? Come visto precedentemente, molto dipende da come leggiamo e rileggiamo gli eventi! Durante questi momenti difficili, è estremamente importante essere compassionevoli con se stessi. La paura di fallire e di fare errori sono spesso associate con il desiderio di essere stimati ed apprezzati dagli altri e con esigenze perfezionistiche Perdona te stesso. Tutti facciamo errori. Gli errori non sono permanenti, ma sono momenti isolati. Impara a dire a te stesso: ho fatto un errore, ma questo non fa di me una persona cattiva”. Ricordatevi che la perfezione non esiste.

E’ sempre tempo di Coaching!

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