La voglia di cambiare lavoro, il sogno svanito degli italiani…

In Italia il 29 per cento si sta guardando intorno o ha già inviato una candidatura per cambiare azienda. Quasi il dieci per cento in meno dell’anno scorso…

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Le incertezze dell’economia, quella nuova convinzione che l’erba del vicino forse non sia poi così verde, il bisogno di tenersi stretto quel che si ha. In Italia, il desiderio di cambiare lavoro forse rimane immutato dentro l’animo di chi ha la fortuna di avere un impiego, ma a provarci davvero a mettere in pratica quel sogno, ora sono molti di meno di quelli che ci provavano solo un anno fa.

In questi mesi, in Italia, il 29 per cento degli impiegati, secondo il Randstad Workplace Monitor che ha sondato le condizioni e le aspettative degli impiegati di 33 nazioni, sta facendo qualcosa per provare a portare a compimento il piccolo grande salto. C’è chi si sta cominciando a guardare intorno, chiedendo agli amici, facendo attenzione alle offerte che girano sulle piattaforme di social network professionale. Ma c’è anche chi ha già cominciato a inviare le prime candidature. Colpa della paga troppo bassa, delle poche soddisfazioni o dei mancati riconoscimenti. Colpa di tutto il tempo trascorso in ufficio senza poi riuscire a cavarne quel che si pensava si potessse ottenere dal tempo dedicato al lavoro.

L’anno scorso, nello stesso periodo, gli italiani che stavano facendo lo stesso erano invece il 38 per cento: una quota superiore di quasi dieci punti percentuali. Tanto che eravamo i secondi al mondo tra coloro che si stavano in qualche modo muovendo per cercare di lasciarsi la propria azienda alle spalle. Solo gli indiani, con una percentuale pari al 49 per cento, ci erano superiori.

L’evoluzione di un certo ripiegamento sembra caratterizzare, in forme però meno evidenti e marcate, anche le altri grandi economie europee. Nel Regno Unito, l’anno scorso anche il 38 per cento degli inglesi si stava muovendo per provare a cambiare impiego, mentre quest’anno la quota è scesa di 5 punti percentuali.

In Germania, nel settembre del 2015, il 30 per cento dei tedeschi erano intenzionati a vario livello a liberarsi del prorpio impiego, mentre quest’anno la quota è scesa al 28 per cento. In Francia, la flessione è stata ancor più lieve: solo di un punto percentuale (dal 25% al 24%). Così come in Spagna, dove la percentuale è passata dal 29 per cento al 28 per cento.voglio-cambiare-lavoro

Quest’anno l’11 per cento degli italiani ha dichiarato di lavorare, rispetto all’anno scorso, per un altro datore di lavoro in una posizione simile o in una posizione diversa da quella ricoperta nell’azienda precedente. Nel 2015, la quota complessiva di chi aveva cambiato azienda era stata pari al 20 per cento. Più dinamici invece i mercati delle altre grandi economie europee. Nel Regno Unito e in Francia, quest’anno, il 18 per cento ha cambiato impresa (erano rispettivamente il 20 e il 19 per cento nel 2015). In Spagna è accaduto al 20 per cento. In Germania, si è invece lasciato alle spalle la propria impresa solo l’11 per cento (l’anno scorso era il 13 per cento).

 

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