Life: consapevolezza il primo passo verso la felicità!

«Arriva su un vecchio furgoncino scoppiettante. Lo si riconosce da lontano per via della campana. DLIN! DLIN! È il signor Piccione. Il venditore di felicità. Ma come, la felicità si vende? Certo! In barattolo piccolo, grande o confezione famiglia». Così inizia il racconto contenuto in uno splendido albo illustrato dal titolo “Il venditore di felicità”. Il piccione venditore giunge in un caratteristico condominio posto all’interno di una quercia secolare e maestosa dove case meravigliose affacciate tra le fronde sono abitate da splendidi uccelli di variopinti colori. Ogni acquirente ha una ragione importante per l’acquisto: «La signora Quaglia ne compra un barattolo grande, da dividere con gli amici quando vengono a cena». «L’anziana signora Pettirosso, con i pochi soldi che ha, ne compra un barattolo minuscolo per i suoi nipoti, ai quali non sa mai cosa regalare perché, poverini, hanno già tutto». Il piccione-venditore, stretto nel suo gilet e nel suo colletto inamidato, tra saluti cortesi con il cappello in mano e voli maestosi, consegna ai vari acquirenti i barattoli di varie misure custoditi nella sua preziosa borsa di velluto marrone. A fine giornata il signor piccione si riaccomoda sul suo furgoncino e sfreccia via, ma fa cadere un barattolo a terra. Lo raccoglie il signor Topo, il modesto portinaio di quel palazzo così lussuoso. Ed ecco allora che la verità si rivela: quel barattolo è vuoto! Come tutti quelli venduti! Con gli stivali ancora ai piedi e la salopette sporca per il lavoro della giornata «il signor Topo è felicissimo! Un barattolo vuoto era proprio quello che voleva!». Tutti desideriamo essere felici ma si può comprare la felicità? Purtroppo no, non si può né vendere né comprare. E allora dove sarà questa felicità? Cosa si può fare per ottenerla? In cosa consiste esattamente? La stiamo cercando nel posto giusto? In questo racconto la felicità è racchiusa all’interno di un barattolo di vetro, è venduta da venditori ambulanti, la felicità come metafora di scaffali riempiti dal colorato mondo dei supermercati. Ognuno la vuole, chi in formato famiglia, chi in piccole quantità, ognuno spesso pensa di poter comprare ciò che non ha valore e ci garantisce benessere. Il venditore di felicità racconta ai bambini, ma anche ai meno giovani, che non tutto nella vita ha un valore commerciale, a maggior ragione quando parliamo di felicità, di sentimenti o di stati d’animo. La felicità non ha una forma uguale per tutti ma è diversa per ognuno di noi perché proviene da un ascolto attento e consapevole di noi stessi. Questo albo si propone al pubblico come albo per bambini, ma è in grado di offrire al contempo un’occasione preziosa a noi adulti per riflettere su noi stessi e su ciò che ci rende felici. Il signor Topo corre a casa entusiasta per riempire quel barattolo con qualcosa che solo lui sa! Tu sai con cosa riempire il tuo barattolo della felicità? Un solo attimo di felicità non può essere né misurato né comprato, ma può essere scelto e la ricerca continua del nostro stare bene passa inevitabilmente attraverso la consapevolezza di chi siamo, attraverso il vuoto di un barattolo da riempire. Mi rendo conto che parlare di felicità e consapevolezza spesso richiede un certo sforzo ed impegno. Si tratta di temi importanti sui quali spesso non siamo portati a riflettere; per questo ho scelto di parlarne accennando un racconto. Spero di essere riuscito comunque a trasmettervi l’importanza di soffermarsi, quando possibile, su noi stessi, su ciò che per noi è importante, perché questo è l’unico modo per essere veramente felici…

E’ sempre tempo di Coacing! 

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