Life: il segreto del masso per vincere la tua paura…

Ciao a tutti,
parlando di paura, ho una storia legata alla quarta radice: la debolezza mentale. Un giovane decise che avrebbe voluto diventare un combattente di arti marziali, così si reca da un maestro noto in tutte la zona e chiede di essere allenato. L’uomo, oltre ad essere famoso per la sua abilità, è anche noto per i suoi modi burberi e scortesi, così dice al giovane che lo avrebbe allenato solo se fosse riuscito a spostare un masso presente nel giardino della palestra. Il giovane viene accompagnato in giardino e si ritrova davanti un masso enorme. Probabilmente pesante diverse tonnellate. “Impossibile?” chiede l’uomo osservando il viso preoccupato del ragazzo, che così pungolato prova a spostare il masso. Niente da fare, non si muove di un millimetro. “Niente da fare” incalzò l’uomo, “non sarai mio allievo”. Il giovane lasciò la palestra decisamente abbattuto e si sedette a riflettere su una panchina. Un anziano che passava di lì si sedette al suo fianco iniziando a dare delle molliche di pane ai picconi. “Che ti preoccupa?” chiese al giovane. Questi gli spiegò tutta la situazione e l’anziano fu curioso di sapere per quale motivo al giovane interessasse diventare un combattente. “Perché voglio essere forte!” rispose il ragazzo, “a scuola i miei compagni mi prendono in giro e non so difendermi, mio padre mi tratta come un buono a nulla, e io voglio dimostrare che si sbagliano. Ho tante paure” aggiunse tristemente il ragazzo, ” e se fossi un combattente non le proverei più!”. “Io posso aiutarti” suggerì l’anziano, soddisfatto per la risposta. “Da giovane ero un bravo lottatore, ti insegnerò come spostare quel masso enorme se vuoi, e lo farò gratis. Che ne dici?”. Il ragazzo non aveva nulla da perdere, e visto che pochi minuti prima temeva di aver visto svanire ogni possibilità, accettò volentieri e seguì l’anziano che lo portò nella sua casa, in campagna. Il primo addestramento fu la terra. L’anziano disse al giovane che l’avrebbe dovuta zappare tutta, senza trattore e con una zappa di ferro. Il terreno da coltivare si perdeva all’orizzonte. Il giovane rise, l’anziano era serio. Per giorni il ragazzo si massacrò per rivoltare il terreno. Ogni sera contava le vesciche sulle mani. Dopo una settimana l’anziano sostituì la zappa del giovane con una rotta, pesante e arrugginita. Il lavoro diventò ancora più faticoso. A volte sembra che schiena e gambe fossero rotte. Tra un colpo di zappa e l’altro, il ragazzo doveva anche pulire le stalle: l’anziano aveva decine di mucche, e ogni mucca faceva molto letame, e l’odore era insopportabile per il giovane, che strinse i denti. Non senza aver vomitato più volte, i primi giorni, per la nausea che avvertiva a quella puzza. Ogni giorno il ragazzo si alzava all’alba, zappava faticosamente per qualche ora, puliva la stalla sopportando puzza, insetti e topi, andava al pozzo a prendere acqua per il bestiame con un secchio di legno, visto che l’anziano aveva staccato i tubi con cui portava di solito l’acqua alla fontana vicino le stalle. Ogni volta che il ragazzo si lamentava, l’anziano gli apriva la porta e lo invitava a tornarsene a casa. Il giovane non voleva, e resistette per 6 mesi nella campagna dell’anziano. Ogni sera parlavano. Il giovane era dolorante e inizialmente non faceva altro che lamentarsi del lavoro. L’uomo invece gli raccontava delle fatiche fatte in gioventù, gli insegnava come gestire i pensieri negativi, gli fece tenere un diario per le sue emozioni, gli insegnò a concentrarsi su quel che faceva e divertirsi. Sebbene stanco, la sera diventò il momento migliore, perché l’anziano raccontava storie, aneddoti, gli insegnava come superare i problemi che incontrava nel lavoro dei campi, come coltivare il terreno. I 6 mesi finirono, il giovane tornò a casa e dovette attenere 15 giorni prima di poter vedere il maestro di arti marziali che era andato in ferie e aveva chiuso per qualche settimana la sua palestra. In quei giorni il giovane non si riconosceva più. Non litigava col padre che sembrava avere un atteggiamento nuovo, i suoi amici non lo trattavano meglio, ma lui era sereno, calmo, e non sentiva più di essere quel fallimento che pensava pochi mesi prima. Di buon mattino andò alla palestra. L’uomo lo fece accompagnare al masso e si fece attendere. Il ragazzo guardò quella pietra enorme. E gli tornarono in mente le parole dell’anziano: perché vuoi combattere? Sorrise quando si rese conto che non aveva più bisogno di combattere. Non aveva più paura, non gli serviva spostare quel masso. Corse via, andò dall’anziano e lo trovò a irrigare i fagioli che avevano seminato insieme. “Non usi il secchio!” ironizzò il ragazzo prendendo in giro l’anziano. “Io sono vecchio per farlo” rispose l’uomo poggiando il tubo, “e l’ho già usato a mio tempo” disse sorridendo. “Hai scoperto il segreto del masso'” chiese subito dopo al giovane. “Il segreto del masso” chiese il ragazzo. “Sì, il segreto del masso” confermò l’uomo. “La paura è come quel masso” spiegò quindi al ragazzo, “se ti concentri sul masso ti rendi conto che è troppo pesante, così fai l’errore più comune: vuoi spostare quel masso. Invece devi coltivare la terra” aggiunse ridendo. “Devi diventare forte, imparare a dominare i tuoi pensieri, a sopportare la fatica, il sudore e il dolore, comprendere cosa provi e vivere con serenità i problemi”. Al giovane tornarono in mente tutti i momenti difficili di quei 6 mesi, ma tutti superati malgrado spesso avesse avuto la tentazione di andarsene e lasciar perdere. “Se tu diventi forte, se lo diventa la tua mente, allora comprendi il segreto del masso: non devi spostarlo, quando tu sei forte, il masso non ti interessa più”. Ecco uno dei segreti principali per vincere la paura: non pensare a lei. Lasciala stare. Se tu sei più forte di quello che ti accade, la paura non esiste nemmeno. E se sei più debole, non “spostare il masso”, allena la mente, e del masso non ti importerà più nulla. Per completare il lavoro sulle 4 radici, nella prossima email dedicata ancora alla paura, ti propongo un esercizio che ti aiuti a sviluppare la forza della mente…

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