Life: immigrazione, percezione della realtà. Una storia zen…

Questo post mi è stato sollecitato, dal gran dibattito che caratterizza uno dei temi importanti della nostra esistenza quotidiana in questi tempi post-moderni. L’informazione ai tempi dei Social in una società sempre più tecnologicamente mediatica in ogni suo ambito. In particolare la riflessione va alla questione della ‘percezione della realtà’. Ovvero come “La realtà mediatica, i mass media, e oggi ancor più i Social, influenzino persuadano e costruiscano… la nostra percezione della realtà…”. Un dato recente dice che: il 73% dei cittadini italiani sono quelli che in Europa hanno la percezione più distorta dell’immigrazione. Infatti, il 73% della nostra popolazione sovrastima le presenze di immigrati sul territorio nazionale. E siamo anche tra i più ostili al fenomeno. A spiegarlo è una ricerca dell’Istituto Cattaneo, che sottolinea come la non conoscenza del numero reale di immigrati faccia emergere “una relazione negativa tra l’errata percezione del fenomeno migratorio e l’atteggiamento verso l’immigrazione. Cioè, all’aumentare dell’ostilità verso gli immigrati, aumenta anche l’errore nella valutazione sulla presenza di immigrati nel proprio Paese”. La conclusione è che “l’Italia si conferma il Paese collocato nella posizione più ‘estrema’, caratterizzata dal maggior livello di ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose“. E ancora: “da questa correlazione non è possibile stabilire nessun nesso di tipo causa-effetto. Nel senso che l’atteggiamento fortemente negativo verso l’immigrazione potrebbe essere la causa di una sovrastima degli immigrati presenti nella società così come potrebbe esserne la conseguenza”. Sta il fatto che per gli italiani vale la percezione che l’immigrazione sia un serio pericolo per la loro sicurezza personale e sociale. I dati – “All’interno del contesto europeo – si legge nello studio “Immigrazione in Italia: tra realtà e percezione” – il (31,5%) non sa fornire una risposta sulla percentuale di immigrati che vivono nei loro paesi. In alcuni casi (Bulgaria, Portogallo, Malta e Spagna) la percentuale di chi non sa rispondere supera abbondantemente il 50%, mentre l’Italia si attesta al di sotto della media europea. Infatti, gli italiani che non sanno rispondere sono solo il 27%”. Dalle interviste fatte in Italia dall’istituto risulta un maggior distacco (in punti percentuali) tra la percentuale di immigrati non-Ue realmente presenti in Italia (7%) e quella stimata, o percepita, pari ben al 25%. L’errore di percezione commesso dagli italiani è quello più alto tra tutti i paesi dell’Unione Europea (+17,4) e si manterrebbe ugualmente elevato anche se considerassimo la percentuale di tutti gli immigrati presenti in Italia – che, secondo i dati delle Nazioni Unite, corrispondono attualmente al 10% della popolazione (cresciuti ben di oltre 6 punti percentuali rispetto al 2007). Gli altri paesi che mostrano un ‘errore percettivo’ di poco inferiore a quello italiano sono il Portogallo (+14,6 punti percentuali), la Spagna (+14,4 p.p.) e il Regno Unito (+12,8 p.p.). Al contrario, la differenza tra la percentuale di immigrati ‘reali’ e ‘percepiti’ è minima nei paesi nordici (Svezia +0,3; Danimarca +2,2; Finlandia +2,6) e in alcuni paesi dell’Europa centro-orientale (Estonia – 1,1; Croazia +0,1). Per elaborare la sua ricerca il pensatoio emiliano ha preso in esame l’indice Nim elaborato dal Pew Research Center e dedicato a misurare il grado di sentimento nazionalista, anti-immigrati e contrario alle minoranze religiose in 15 nazioni europee. Come mai questa particolarità italiana? È dovuta al fatto che i “Dati sono stati presentati in maniera partigiana dai partiti” – L’Istituto Cattaneo rileva come il tema immigrazione sia stato centrale nella scorsa campagna elettorale che ha portato alla formazione del governo Lega-Movimento 5 Stelle e come la distorsione di percezione sia riconducibile anche all’opinione pubblica: “I dati a disposizione – si legge nel rapporto – sono spesso frammentari e talvolta presentati in maniera ‘partigiana‘, stiracchiandoli da una parte o dall’altra in base agli interessi dei partiti. Il che contribuisce spesso a proiettare proprio un’immagine distorta della realtà del fenomeno migratorio in Italia, dove le percezioni contano più dei dati concreti”. A proposito della percezione della realtà… C’è una illuminante storia Zen. Conoscete la storia dell’Elefante? La storia: un giorno un re radunò un certo numero di ciechi che non avevano mai fatto l’esperienza con un elefante, non potendolo vedere, non sapevano come fosse,  e il re volle vedere all’occasione cosa ne dicevano. L’Elefante: a cosa è simile? Uno toccando una gamba disse: “L’elefante è simile a un albero”. Un altro toccando una zanna disse: “L’elefante è simile a un bastone”. Uno toccando la proboscide disse: “L’elefante è simile a un serpente”. Il successivo toccando il ventre disse: “L’elefante è simile a un muro”. Uno toccandogli la coda disse: “L’elefante è simile a una corda”. E si misero tutti a discutere gli uni contro gli altri, ciascuno convinto della propria opinione. Il re li osservava divertito e disse: è indiscusso che l’elefante è simile solo all’elefante. Ma costoro per colpa delle loro errate percezioni non abbandonano i loro errori. Morale. Ognuno di noi è un piccolo mondo. E questa breve storia zen con la sua semplicità e saggezza ci invita a riflettere sui conflitti del mondo grandi e piccoli. Ognuno di noi è diverso e unico. La nostra percezione della realtà si basa sul luogo di origine, sull’educazione, sulle esperienze e sulla nostra essenza, la nostra natura. Talvolta però rimaniamo chiusi in ciò che siamo senza aprirci a ciò che è diverso da noi, al nuovo allo sconosciuto ed emettiamo giudizi senza conoscere. Molto spesso camminiamo con i paraocchi e ci facciamo influenzare da ciò e chi ci circonda. Basta leggere messaggi e commenti sui social: quante volte ci capita di leggere parole a sproposito? Quante volte l’istinto ci fa pensare solo ad un solo risultato? Quante volte il pensiero si fissa su delle convinzioni che chissà se ci appartengono davvero? Niente è come sembra… e a volte basta semplicemente fermarsi il giusto tempo a osservare la vita con attenzione e scorgere le cose per ciò che semplicemente sono. Togliere il superfluo: i pregiudizi e i preconcetti per poter giungere alla vera essenza della vita in tutte le sue forme. Aprire la mente per vivere la realtà vera…

E’ sempre tempo di Coaching!

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