L’Italia in Piazza: tu che dici di combattere anche per la mia “libertà” …chi sei? Non ti accorgi dei fascisti che hai intorno e di ciò che dicono, non hai niente da dire a chi insulta la Segre (anzi applaudi), non hai più scuse se non sei fascista che sei? Comunque uno con gravi problemi a vivere in democrazia…

In molti ci chiediamo chi siano veramente questi no vax, free vax, no pass che da mesi manifestano con veemenza contro i vaccini e, che in queste settimane alzano il tono della protesta contro gli strumenti, che certificano l’avvenuta vaccinazione degli italiani. Il green pass divenuto il lasciapassare per accedere in sicurezza nei locali pubblici e permettere la riapertura delle attività culturali, dello spettacolo cinema, teatri nonché gli eventi sportivi tornando ad assistervi in presenza e nella massima sicurezza possibile… Anche per il mondo del lavoro il green pass è divenuto lo strumento di controllo per l’accesso alle varie attività produttive in sicurezza e senza il rischio di far sorgere nuovi focolai infettivi per via della riapertura piena di fabbriche, uffici, negozi e magazzini commerciali. La maggioranza degli italiani (si parla dell’80% e più e, si indica il 90% quale percentuale da raggiungere) si è vaccinata e il risultato raggiunto ha già praticamente rallentato la diffusione del virus e liberando gli ospedali dal sovraccarico di malati ricoverati e riducendo i casi gravi che richiedevano intasandoli posti in terapia intensiva… facendo calare drasticamente i casi letali imputabili al coronavirus… Ebbene, nemmeno di fronte a questi palesi risultati questi signor No, hanno fermato le loro proteste anzi alzando i toni strillano la loro contrarietà al passaporto verde che mostra l’immunità dal virus… strillano perché sostengono lo Stato gli sottrae la loro libertà individuale di poter scegliere e decidere se vaccinarsi o meno e urlano slogan furibondi contro la “dittatura sanitaria” che il governo Draghi ha messo in campo in nome della salute pubblica. Caro combattente per “la libertà” – che dici anche la mia?  – ma io, guarda, ti ringrazio ma veramente già stavo combattendo, da mesi cercando di tenermi fermo e sereno davanti ai deliri di chi urlava che le mascherine gli toglievano il respiro, i morti di Bergamo sui camion erano una messinscena e il Covid un’influenza, poi presentandomi a fare il vaccino, e oggi da vaccinato continuando a usare precauzioni, quindi grazie, ma per me non scomodarti, fa come se avessi accettato. Ora, passi pure che quando sul palco di Roma si presenta un noto neofascista ad arringare la folla non t’accorgi di niente. Magari non lo conoscevi, magari ti sei distratto, magari in fondo non diceva cose diverse da quelle degli altri. Anche se, sai, questi sono in scena sin dall’inizio, a manifestare – e talora a organizzare, con tanto di logo e mobilitazione via social – contro qualunque cosa ci venga in mente per contrastare l’epidemia, che siano mascherine, chiusure, distanziamenti, vaccini, Green pass – bisogna capirli, “porelli”, è il loro concetto di “ordine”: vale solo quello che piace a loro, il resto è dittatura -. È chiarissimo, tu sei preso dalla tua lotta per la libertà, come fai a distinguerli… Però, quando dal palco di Bologna un attivista di un movimento No Green Pass che si chiama, pensa un po’, “primum non nocere” – che, magari non lo sai, è una massima fondativa per l’etica medica, e consiste nell’imperativo di scegliere sempre la cosa meno nociva per il paziente. Per esempio: tra gli eventuali e remoti effetti avversi di un vaccino e il Covid, secondo questa massima un medico deve consigliarti il vaccino. Ma queste sono inezie – chiama in causa non, come è ovvio, Draghi o Speranza o persino Landini – il quale, “porello”, anche lui, poche settimane prima s’era preso gli insulti per la sua posizione a favore dei lavoratori, per i quali diceva che i tamponi dovevano essere gratuiti, e poi s’è visto devastare la sede della Cgil -, ma Liliana Segre, Senatrice a vita, definendola “una donna vergognosa che dovrebbe sparire”, “una donna che ricopre un seggio che non dovrebbe avere perché porta vergogna alla sua storia”, allora tu, “combattente per la libertà”, che applaudi, non hai più scuse. Anche tu… tutti voi che manifestate “non siete fascisti” ma gli somigliate molto… perché evidentemente applaudite l’odio razziale coltivato dai fascisti e avete problemi gravi con le basi della democrazia. Se tu combattente resti lì e tolleri quelle parole non hai più alcuna scusa. Se resti lì e non cominci a fischiare, e chiedere rispetto per una persona come Liliana Segre, che è la testimone vivente di cosa davvero possono fare i fascismi nel mondo, perdi tu diritto al rispetto per te e la tua protesta. E ti voglio dare una notiziona: questa “dittatura sanitaria”, oltre a distribuire vaccini e tentare di contenere l’epidemia, sta cercando – se riesci ad accorgertene – anche di contenere il dissenso dissennato dei negazionisti, degli antivaccinisti, degli antiqualsiasicosa senza reprimerli, anzi offrendo pure uno strumento come il greenpass, che consente, a chi non è vaccinato, di frequentare gli stessi posti dei vaccinati, di fare una vita normale (sì, proprio quella che tutti vogliamo disperatamente da più di un anno e mezzo), e pazienza se il tuo rifiuto di vaccinarti crea un danno a te e alla comunità… Il tuo, come vedi, combattente per la libertà, è un errore di prospettiva: il punto non è “mi impediscono di fare quel che voglio senza green pass”, ma “posso fare quello che voglio, anche senza aderire all’unica cosa sensata che c’è da fare, ovvero vaccinarmi, grazie a uno strumento come il greenpass”. Pensa, il tuo clamoroso errore di prospettiva questa dittatura lo tollera. Tollera persino che tu non ti dissoci dai neofascisti che sono con te in piazza, e pure che stai fermo e zitto quando qualcuno fa una cosa obiettivamente oscena come insultare Liliana Segre (lei che è il simbolo della libertà negata, e poi della libertà dall’odio). Che dirti ancora… a già, che cosa voglio io? “Mai più fascismi”.  Come scrive Corrado Augias oggi su La Repubblica: “Mai più fascismi. Un plurale pieno di significati. Perché fascismo è una parola che può voler dire molte cose; non così diverse l’una dall’altra, però molte. (Ieri) Nella grande piazza San Giovanni, gremita come quelle d’un tempo, questa cosa l’hanno capita benissimo, hanno applaudito, cantato e ballato al ritmo di Bella ciao che ormai è entrata nell’immaginario mondiale, compresi gli sceneggiati televisivi, una specie di inno popolare alla libertà di tutti – perché la libertà o è di tutti o non è”.

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