Mondo: scenari globali tra guerra e gasdotti…

La rottura con l’Europa spinge la Russia a intensificare i rapporti non solo con la Cina, ma anche con altri paesi dell’area asiatica come Pakistan e soprattutto India, che è il terzo consumatore al mondo di petrolio e alla quale Putin ha offerto uno sconto del 20 per cento. Con grande preoccupazione degli Usa. Le guerre sono per loro stessa natura disumane oltre che economicamente distruttive. Alcune scoppiano in modo improvviso e imprevedibile come nel caso della Prima guerra mondiale iniziata un mese dopo l’assassinio a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria. La Seconda guerra mondiale di Hitler, iniziata con l’invasione della Polonia nel settembre 1939, colse di sorpresa Chamberlain, il primo ministro britannico. Al contrario, il conflitto in Ucraina è da anni un tema della diplomazia e della politica internazionale. Il tentativo più importante per evitare il conflitto fu compiuto nel 2015 con la conferenza di Minsk II alla quale parteciparono Francia, Germania e Russia insieme al governo ucraino. Fu indicata una soluzione pacifica, che includeva, tra le altre misure, la riforma costituzionale in Ucraina concedendo l’autogoverno ad alcune aree del Donbass, dove prevaleva la lingua russa. In questo quadro sarebbe stato possibile regolare anche i rapporti tra regioni ucraine con storie diverse e lingue dominanti diverse. Non era un problema irrisolvibile. Lingue diverse sono parlate nei paesi che fanno parte dell’Unione Europea come in Spagna, e in Belgio tra valloni e fiamminghi. Ma negli anni successivi il Donbass, la regione ad est dell’Ucraina, fu sede del conflitto, coinvolgendo da un lato il governo centrale ucraino sostenuto dalle armi americane e, dall’altro, le province del Donbass sostenute dalla Russia. Passarono anni senza una soluzione e migliaia di morti (si contano in 14mila) che la guerra in corso ha fatto dimenticare. L’invasione dell’Ucraina di febbraio è indubbiamente responsabilità della Russia. C’era una trattativa in corso promossa da Francia e Germania. Potrebbe essere stata sviluppata in opposizione agli Stati Uniti, evidenziando le diverse posizioni. Non sappiamo quale possa essere stato l’esito del tentativo europeo. Ma la domanda rimane senza risposta: la guerra era inevitabile? Qui dobbiamo considerare un fattore essenziale come la proposta dell’inclusione dell’Ucraina nella NATO. Il suo ingresso nella NATO avrebbe significato portare la più grande organizzazione militare occidentale lungo molte centinaia di chilometri dei confini russi, sostanzialmente alle porte di Mosca. Nessuno può dire quando e come finirà la guerra. In ogni caso, avrà, oltre alle tragiche conseguenze umane, anche importanti riflessi economici, principalmente a causa del gas e del petrolio che potrebbero cessare di alimentare l’economia dell’Europa occidentale. Colpirà profondamente l’interscambio commerciale, basato sull’importazione di prodotti primari da Russia e Ucraina in cambio di prodotti industriali originari dell’Occidente. Le conseguenze previste saranno una minore crescita in tutta Europa insieme con un aumento dell’inflazione e della disoccupazione. Non ci saranno solo effetti economici. L’attuale ordine politico in Europa e oltre ne risulterà mutato. La Russia ha già stabilito nuove relazioni con la Cina e ha in corso nuove relazioni con i paesi dell’Asia meridionale. Sarà definitivamente operativo il nuovo gasdotto tra Russia e Cina, Power of Siberia, con una capacità annua di 38 miliardi di metri cubi di gas. E un nuovo gasdotto trasporterà il gas russo dall’isola di Sakhalin al nord-est della Cina che ha bisogno di grandi quantità di gas per ridurre l’uso di carbone. La Russia diventerà il suo principale fornitore. Allo stesso tempo, la nuova dislocazione economica influenzerà l’assetto politico nelle relazioni tra la Russia e paesi dell’Asia meridionale, come nel caso dell’India. Una svolta alla quale gli stati Uniti si stanno vanamente opponendo, essendo l’India il maggiore membro della partnership Quad che, al centro del Pacifico, coinvolge Stati Uniti, Australia e Giappone. Il governo Usa ha cercato di convincere Narendra Modi, il capo del governo indiano, a rinunciare al nuovo importante accordo sul petrolio con la Russia, ma senza successo. L’India ha assunto sul conflitto in Ucraina la stessa posizione della Cina, astenendosi dal voto di condanna della Russia promosso dagli Usa all’assemblea delle Nazioni Unite. In effetti, l’India sta rafforzando le sue relazioni commerciali e politiche con la Russia. È il terzo consumatore mondiale di petrolio, finora importato principalmente dal Medio Oriente. La Russia ha accettato di ridurne il prezzo di circa il 20 per cento, uno sconto non difficile, considerando che il prezzo del petrolio è aumentato di circa l’80% nell’ultimo anno. Così la Russia quadruplica l’attuale, relativamente bassa, fornitura di petrolio all’India, dopo aver consistentemente accresciuto quella con la Cina. La costa asiatica è, in effetti, il più importante dei mercati per il petrolio e il gas. Non a caso, nel 2015 Russia e Pakistan si sono accordati sul progetto di costruzione del gasdotto Nord-Sud di 1.100 KM per portare il gas naturale liquefatto (GNL) dal porto di Karachi alla provincia nord-orientale del Punjab, dove risiedono oltre 100 milioni di abitanti, circa metà della popolazione totale del Pakistan. All’inizio dello scorso febbraio la realizzazione del progetto è stata definita nell’incontro di Mosca tra il capo del governo pakistano, Imran Kahn, e il governo russo. “Il Pakistan – ha scritto l’Economist – prevede di finalizzare un gasdotto di costruzione russa nonostante le pressioni internazionali per isolare economicamente Mosca… Noto come il progetto “Nord-Sud”, trasporterà gas naturale liquefatto dalla città portuale meridionale di Karachi nel nord del Pakistan”. (Pakistan presses ahead with Russian-built gas pipeline, 16 marzo 2022). Dopo la guerra in Ucraina, gli Stati Uniti hanno chiesto al Pakistan di condannare la Russia e bloccare l’esecuzione dell’accordo. Ma nonostante le pressioni americane, Khan ha affermato che si rammaricava per il conflitto, ma che intendeva “rimanere neutrale” e portare a compimento l’accordo con la Russia. Ma le pressioni americane hanno in questo caso avuto maggiore successo. Lo scorso 9 aprile un voto di sfiducia ha spodestato Kahn . E Shehbaz Sharif, fratello di Nawax Sharif – per tre mandati primo ministro, incarcerato per sette anni con l’accusa di corruzione – è il candidato per la premiership nel nuovo governo. Sotto la pressione degli Stati Uniti, il nuovo governo potrebbe mettere a repentaglio il progetto dell’oleodotto sviluppato dal governo Kahn. In ogni caso, a prescindere dal futuro dell’accordo con il Pakistan, l’accordo con i due maggiori Paesi dell’Asia, Cina e India, con quasi tre miliardi di abitanti, offre alla Russia nuovi grandi partner commerciali ed economici. Petrolio e gas si rivelano uno strumento di nuove e intense relazioni economiche sul versante orientale e meridionale del continente asiatico. È il fallimento del tentativo di isolare la Russia. Secondo Nouriel Roubini e Brunello Rosa (Is the New Stagflation Policy-Proof?- Mar 30, 2022) “i governi vedrebbero che la loro capacità di mantenere le sanzioni contro la Russia è limitata dagli impatti negativi sulle proprie economie… ulteriori interruzioni delle catene di approvvigionamento globali hanno esacerbato le condizioni di stagflazione emerse durante la pandemia”. In sostanza, data la dipendenza dell’Europa dalle fonti energetiche, le conseguenze della politica attualmente imposta dal governo Biden per punire la Russia avranno conseguenze molto più negative per l’Europa che per la Russia in grado di utilizzare i vasti sbocchi asiatici. La dislocazione commerciale ed economica penalizzerà principalmente la Germania e l’Italia, che più di ogni altro paese europeo hanno bisogno di gas e petrolio. Bisogno che si estende ad alcuni fondamentali prodotti agricoli come il grano. Per non parlare di fondamentali beni minerari come il nichel e il cobalto di cui la Russia è, rispettivamente, il primo e il secondo produttore mondiale: due minerali che, insieme al litio, sono alla base di nuovi rami dello sviluppo industriale, compreso lo sviluppo di motori elettrici per le nuove generazioni di auto. Il tentativo di isolare la Russia si dimostra una sfida impervia. Non era nell’interesse della Comunità europea estendere la Nato, che già coinvolge la grande maggioranza dei paesi europei, lungo circa mille chilometri del confine meridionale russo. Gli Stati Uniti sono coinvolti in questo conflitto come in altri che hanno perso in passato, dal Vietnam all’Afghanistan. Guerre che, secondo molti storici, sarebbero state evitabili. La novità è che in questa occasione l’Europa è direttamente coinvolta. Francia e Germania hanno cercato di scongiurare il conflitto senza successo. L’Unione Europea resta divisa. Quello che possiamo dire oggi sempre più chiaramente è che questo conflitto con le sue rovine e perdite di vite umane era ancora una volta evitabile. E che le conseguenze più gravi in prospettiva ricadranno sull’Europa…

E’ sempre tempo di Coaching! 

Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure prendi appuntamento per una  sessione di coaching gratuito

0

Aggiungi un commento