Alla fine si può dire su iniziativa dell’Italia e del leader del suo Governo, l’avvocato difensore degli italiani, Professor Giuseppe Conte, hanno trovato tutti quanti l’accordo. Ovviamente a spese dei profughi e in un qualche modo anche nostro. Non del Governo italiano, ma degli italiani …della nostra ‘coscienza’ umana e civile, sì! Il documento finale del vertice di Bruxelles è praticamente vuoto, ma mette in chiaro che le differenze in seno all’Unione Europea non sono poi così profonde, anche se tra non molto saranno proprio queste differenze che porteranno l’Europa allo sfascio. Paradossalmente Destre e Sinistre sono infatti unite dall’assunto che il nemico dell’Europa, quello da cui dobbiamo difenderci e contro cui occorre erigere barriere sempre più alte, sono i profughi: gli esseri più miseri e disgraziati della Terra. Sono loro i nostri “ferali” nemici! Il Governo Gialloverde è sempre più in “sella” e cavalca tranquillo… a tenerlo unito sul tema migrante diventato centrale per la loro maggioranza è anche il fatto che Matteo Salvini, in fondo si sta muovendo su questa questione sul sentiero già tracciato da Minniti – benché con toni decisamente meno educati – sta lavorando, e continuerà a lavorare non solo per l’Italia ma: “per il bene” di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea… Grazie anche a lui, infatti, il regolamento di Dublino è stato praticamente blindato: avrebbe potuto, forse, essere cambiato a maggioranza; ma adesso invece ci vuole l’unanimità. Resterà quindi così com’è. Poi sono stati previsti dei “centri di controllo” (veri e propri campi di concentramento) che però nessuno vuole istituire sul proprio territorio e se mai si faranno, sarà solo, come dice Macron, nei paesi di arrivo, ovvero: Grecia, Italia e Spagna. È anche passato, in termini indefiniti, il principio di riprendersi i profughi registrati nel paese di arrivo che sono riusciti a raggiungerne un altro: per l’Italia comporterebbe l’arrivo di altre 100mila persone, più della metà dei richiedenti asilo già in carico alle strutture di accoglienza nazionali. È poi stata confermata alla Libia l’ “esclusiva” sui salvataggi nella sua fantomatica zona SAR: di fatto, si tratta di un vero e proprio generale respingimento verso un paese dove c’è una situazione politica instabile e una guerriglia permanente tra fazioni interne, che è il frutto di un intervento militare in primis dalla Francia ai tempi della presidenza Sarkozy, con l’aiuto dell’americana Hilary Clynton. Fu lei infatti a trascinare di malavoglia l’amministrazione Obama nella guerra “francese” in nome della difesa di diritti umani che in Libia erano violati più dai ribelli che dai lealisti di Gheddafi; e lo fece applicando un principio del tutto nuovo: quello della guerra umanitaria preventiva. E, infine il nostro Presidente oggi emerito Giorgio Napolitano. Fu lui a spingere l’Italia nella guerra facendoci aderire alla coalizione che doveva applicare la risoluzione Onu. Già Un francese, un’americana e un italiano: e non è l’incipit di un barzelletta, ma sono proprio coloro che dobbiamo ringraziare per aver imposto con miopia politica, la più assurda tra le assurde guerre che l’Occidente ha condotto in questi ultimi anni in nome dell’imperativo umanitario. Un disastro quello che abbiamo fatto in Libia, uno spaventoso errore quello di generare un “regime change” non governato, trasformando quello che era uno dei paesi più stabili e floridi dell’Africa in un cumulo di macerie. Tre quindi le firme d’autore. Certo c’era Mu’ammar Gheddafi un tiranno. Ma era colui che con un lungo consenso dell’Occidente aveva garantito allo stesso, una situazione politica stabile. Oggi, invece la situazione è peggiorata e vede “governare” con un mix di violenza per molti aspetti unica: si praticano torture, stupri, estorsioni, schiavismo e assassini di massa fuori da alcun controllo. Ora vietando l’attracco alle navi delle Ong, una operazione che senza la regia di Salvini non avrebbe potuto iniziare e funzionare, i “salvataggi” si concluderanno spesso con l’annegamento di centinaia di persone, come è già successo in questi ultimi giorni mentre il vertice di Bruxelles era ancora in corso, senza che nessuno dei presenti sentisse nemmeno il bisogno di dire una sola parola di cordoglio. Certo, arriveranno, forse, anche qualche soldo in più (500 milioni, sottratti ai fondi di cooperazione allo sviluppo) da spendere in opere di “difesa”: che vuol dire pagare le bande che controllano sia il traffico di esseri umani che il loro “salvataggio” (e non sono le Ong a far ciò) per riportarli da dove cercavano di scappare. Come ben si evince dalle circostanze rilevate da Oscar Camps, dell’Ong Proactiva Open Arms, che ha segnalato la partenza di dieci gommoni carichi di circa mille profughi, tutti dallo stesso punto e alla stessa ora, contemporaneamente alla partenza delle vedette libiche che dovevano dimostrare la loro capacità di salvarli mentre tutte le navi delle Ong erano state bloccate con le motivazioni più varie; il tutto alla vigilia della visita di Salvini in Libia: una dimostrazione di efficienza costata almeno cento morti, ma forse molti di più. Estorcendo di fatto al nostro Governo un bel “regalo” per ulteriori 12 motovedette della nostra Guardia Costiera che passeranno a quella Libica, per “garantirgli” l’autosufficienza nel salvataggio a mare delle migliaia di profughi che dalla Libia tenteranno di attraversare il Mediterraneo nella speranza di una vita migliore fuggendo da guerre e povertà entrambe letali. In cambio di quei 500 milioni il governo Conte ha accettato di contribuire ai 6 miliardi da devolvere alla Turchia, perché continui a trattenere sul suo territorio i profughi siriani e irakeni che vorrebbero raggiungere l’Europa, lasciando a Erdogan la libertà di fare quello che vuole tanto ai “suoi” profughi che ai “suoi” sudditi, sia kurdi che turchi “dissidenti”, cioè democratici. Così l’Unione Europea si è messa sotto ricatto permanente di Erdogan (cos’è: se non masochismo vero e proprio?). E ora si cerca di istituire lo stesso meccanismo con la Libia, che però non è uno Stato, sia perché il governo di Al Serraj non controlla che una parte del paese, sia perché è lui a essere controllato dalle bande che gestiscono i flussi dei migranti: sia in uscita, nella veste di smuggler, che nel riportarli a terra, indossando invece le divise della guardia costiera. Così si consegnano anche a loro le chiavi dei sempre più fragili equilibri europei: ma con una “valvola” di sicurezza in più. Se le bande libiche non staranno ai patti, o pretenderanno qualcosa di più, ci sarà una seconda linea di difesa della fortezza Europa: e sarà guarda un po’ proprio l’Italia. Dove dovranno sbarcare i profughi sfuggiti alla – o imbarcati dalla – rete libica o all’annegamento, una volta raccolti da una nave commerciale o della istituenda Guardia Costiera Europea; perché su questo l’accordo è stato pieno. Le navi delle Ong non dovranno più sbarcare, né rifornirsi, né navigare e, meno che mai salvare qualcuno nel Mediterraneo. E anche di questo si è già fatto e continuerà a farsi ulteriormente carico il nostro Ministro degl’Interni Salvini. Ma, come ha detto Macron nel caso dovesse succedere il porto di sbarco non potrà che essere italiano (in effetti ha poco senso far navigare una nave dal canale di Sicilia fino a Marsiglia o a Valencia). Poi, dopo la selezione negli hotspot già in essere, o nei centri di controllo che nessuno vuole e che per questo non si faranno, i “veri profughi” prenderanno la strada dei paesi che “volontariamente” se li spartiranno. Ma siccome, quando la spartizione era obbligatoria, non li ha presi quasi nessuno e men che meno i paesi di Visegrád, da ora in poi i paesi disposti ad accoglierli saranno ancor meno e i più resteranno alla fine in Italia. E gli altri? I cosiddetti “migranti economici”? Quelli verranno rimpatriati tutti, come ha promesso, tuonando, il nuovo “Capitan Fracassa” della politica italiana Matteo Salvini, in quella che è ormai la sua perpetua campagna elettorale che caratterizza il confronto/scontro politico italiano. Rimasto inoltre potremmo dire: per renziana volontà e conseguente harakiri del Partito Democratico, senza alcuna opposizione, lo sottolineava ieri a Pontida Giancarlo Giorgetti “in italia non abbiamo più opposizione” così parlò il Sottosegretario del Consiglio dei Ministri. Per la verità, anche l’ultimo governo Berlusconi, aveva a suo tempo promesso che avrebbe rimandato a casa i “clandestini”. Berlusconi/Salvini sono quindi entrambi pronti a imbarcare per destinazioni ignote i 600mila “clandestini” già presenti in Italia. Per effetto di ben tre leggi che mostrano la ‘schizofrenia’ che i nostri legislatori hanno rispetto al tema dell’accoglienza. Le leggi: Martelli, poi quella Turco-Napolitano e in fine quella Bossi-Fini, sono i “capisaldi” sui quali si regge la politica italiana sui migranti. Sono quindi queste tre leggi contraddittorie tra loro ad essere alla base dell’ormai ‘insolubile’ problema dell’immigrazione clandestina nel nostro paese. Tutto avrebbe dovuto avvenire con i soldi dell’UE, che però non li ha stanziati e non li stanzierà mai. E con gli accordi dei paesi di provenienza (se identificati), che non ne vogliono invece assolutamente sapere, se non per mettere in scena qualche volo dimostrativo. E allora? Allora, dopo aver riempito qualche Centro di raccolta nell’emergenza, ai “migranti economici” verrà consegnato, come è stato fatto finora, un foglio di via con l’ingiunzione di abbandonare il paese entro 7 giorni. Ovviamente non se ne andranno: non saprebbero né dove né come. Entreranno quindi ufficialmente nella categoria giuridica dei “clandestini” e si trascineranno da un campo di pomodori a uno d’arance, per soli due euro all’ora, andando da una baraccopoli all’altra, da un marciapiede all’altro se donne, oppure da un sottopasso all’altro se riusciranno a tenere insieme l’intera famiglia; con una sola certezza quella d’incappare prima o dopo in un ‘pogrom’* o nella malavita organizzata. C’è di che essere sgomenti, se questo al momento è l’unico intervento fatto registrare dal neo “governo del cambiamento”. Da farsi accapponare la pelle pensando a cosa potrà accadere nel prossimo periodo. Veramente la maggioranza del popolo italiano pensa che i gravi problemi economici e sociali, che colpiscono l’Italia e l’Europa… siano colpa dei migranti?! Possibile tanta ignoranza politica ancora in crescita al punto tale da obnubilare ogni altro pensiero. Com’è possibile non rendersi conto del gioco “spicciolo” che nasconde dietro al problema migranti, l’incapacità dei nostri politici di risolvere l’ambascia degli italiani: per un’economia che continua ad andare a rilento. Un debito pubblico che ancora cresce. Una disoccupazione giovanile stabilmente inchiodata a una percentuale del 30%. La precarizzazione del mercato del lavoro. Le diseguaglianze economiche e la povertà assoluta che vanno sempre più allargandosi nel nostro tessuto sociale sgretolandolo ve più. Rispetto a tutto ciò la risposta della nostra politica è un’assordante propaganda dal messaggio teso a creare e aumentare le diffuse paure nella nostra Società per un misero futuro. Con la conseguente esplosione di un rancore sordo e profondo da parte del popolo italiano. Sono principalmente questi aspetti e non il numero reale degli arrivi (rilevabili dai dati del Viminale che ne registrano il forte calo) a permettere al Ministro Salvini & Compagni di presentare ancora l’immigrazione come una vera e propria ‘invasione’. Riscuotendone un dividendo elettorale sempre più crescente. L’allarme migranti suona in tutti i paesi d’Europa. Ma si continua a non comprendere, che fino a quando non verrà messa in campo una linea d’intervento unitaria europea e ogni paese continuerà a fare ciò che vuole, non ci sarà una soluzione alternativa e realmente funzionale sui migranti. Occorre altresì che questa linea d’intervento non ‘abdichi’ a una visione umana di questo dramma, che per via dell’aumento esponenziale nel numero di abitanti del Globo (tra qualche lustro arriveremo a 10miliardi) sarà destinato a durare a lungo. Mentre dietro la sempre più ‘eccitata’ retorica che afferma che così vuole il popolo definizione “sovrano”, in Europa ci apprestiamo a diventare tutti rei confessi, di quello che sarà, o per meglio dire di quello che è già: il più grande ‘crimine contro l’umanità’, che si sia mai visto commettere prima d’ora nella storia del Mondo. Saremo o meglio siamo già, individualmente e collettivamente partecipanti colpevoli di quello che può definirsi un nuovo Olocausto a dimensione globale. Che dopo ben 200 anni di una già colpevole politica coloniale… oggi l’Occidente, s’appresta a perpetrare nei confronti di altri popoli considerati gli ultimi della terra! È questa una falsa inconsapevolezza, che sommata con l’abbandono di ogni valore umano, sommati con un sistema di accoglienza truffaldino, nega ogni ragione e ci rende e sempre più ci renderà tutti quanti colpevoli “carnefici”
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*Pogrom è il termine storico di derivazione russa (погром, pronuncia: /pɐ’grom/, che significa letteralmente «devastazione»), con cui vengono indicate le sommosse popolari antisemite, e i conseguenti massacri e saccheggi, avvenute nel corso della storia.
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