Paura delle Paure: paura del cambiamento…

«Non sono i più forti della specie che sopravvivono, non i più intelligenti,  ma coloro che si adattano meglio al cambiamento»

(Charles Darwin)

Si dice spesso che: nella vita non ci sono certezze, né garanzie… ma se c’è una costante che accomuna tutti quanti è il cambiamento. Proprio così. Intorno a noi tutto è in continua mutazione: le persone, i sentimenti, i luoghi, la natura. Il cambiamento ci fa paura e a volte facciamo di tutto per evitarlo. Altre volte sentiamo noi la necessità di un cambiamento in una o più aree della nostra vita, ma non sappiamo bene da dove cominciare. Veramente vogliamo vivere una vita al meglio delle nostre possibilità? Allora è necessario essere aperti al cambiamento e accoglierlo come un processo naturale che fa parte della nostra evoluzione.

“La vita è cambiamento e il cambiamento è vita…” 

La convinzione che la maggior parte di noi si è creata è: «Il cambiamento fa male, è scomodo, doloroso». Non c’è dubbio che siamo spinti ad evitarlo. Nascendo ci separiamo fisicamente dal corpo materno – il primo grande cambiamento che affrontiamo quando veniamo al mondo – quindi il cambiamento inconsciamente è spesso associato anche alla separazione, alla rottura. Per questo la maggior parte delle persone piuttosto che provare la pena e l’incertezza del distacco preferisce restare aggrappata a situazioni conosciute anche se poco gratificanti quando non addirittura frustranti: un vecchio lavoro, una relazione, un’abitudine. “La vita è cambiamento e il cambiamento è vita”. Non bisogna vivere il cambiamento come una punizione, ma piuttosto come un’opportunità per crescere, migliorare e sperimentare nuove cose. Qualsiasi lezione la vita vi stia mettendo davanti in questo momento, chiedetevi sempre: cosa c’è di perfetto qui? Cosa sta accadendo di buono per me?

“Accettate la situazione, ma non rassegnatevi…”

Accettare la situazione in cui ci troviamo è il primo passo per abbracciare il cambiamento. Accettare non significa rassegnarvisi, ovvero sopportare passivamente e atteggiarci a vittime. “Accettare la situazione” richiede molto coraggio, determinazione e onestà. Significa accettare il fatto che la vita stia lavorando per noi e per il nostro bene, anche se al momento non ce ne rendiamo conto. E significa anche aver preso coscienza delle nostre parti più scomode, quelle con cui non vogliamo confrontarci, ma che vorremmo cambiare.

“Giudicate positivamente il fallimento…”

Forse la paura più grande associata al cambiamento è proprio la paura di fallire. L’unico modo per evitarla è …non fare niente, non agire e vivere da spettatori anziché da protagonisti. Gli errori fanno parte del processo di crescita personale. É solo sbagliando che possiamo imparare, mettere in atto le correzioni e migliorarci. Quando abbiamo imparato a camminare, abbiamo fatto migliaia di tentativi e fallito altrettante volte. Eppure questo non ci ha impedito di fare altri tentativi, cadere e imparare ad alzarci. Nessuno ci ha mai giudicato quando non eravamo in grado di camminare, né noi, né gli altri. Perché non mantenere questa stessa accettazione anche di fronte alle cadute della nostra vita!? É proprio la paura del giudizio ciò che ci paralizza e falsa la nostra interpretazione degli eventi, impedendoci di andare avanti. Quando ci liberiamo del peso emotivo della “paura delle paure”, rendiamo possibile il cambiamento …la trasformazione. Ricordatevi che le persone che meglio riescono a realizzare i propri sogni, anche contro ogni probabilità di successo, sono coloro che meno si preoccupano del fallimento. Sono le persone convinte che comunque vada avranno imparato qualcosa di nuovo. E in questo modo si godono il viaggio verso la meta almeno quanto l’arrivo alla meta stessa.

“Celebrate ogni piccolo successo…”

Molto spesso siamo bravissimi a notare quello che non va o che non riusciamo a fare, minimizzando i nostri progressi. Celebrare i piccoli successi di ogni giorno è importante per mantenere alta le nostre motivazioni. Provate un piccolo esercizio… Scrivete su un quaderno almeno una cosa al giorno che considerate un piccolo o grande successo (di qualsiasi tipo, non solo lavorativi. Può essere anche l’aver cucinato un buon piatto per la cena,  aiutato uno sconosciuto, ascoltato un amico…). Dopo aver scritto il vostro successo, fattevi un applauso (un auto-complimento) è un modo per celebrare… Ma potete essere anche più creativi… nel festeggiarvi.

“Siate respons-abili…”

Non possiamo cambiare gli eventi della nostra vita o come gli altri si comportano con noi, ma possiamo cambiare il nostro atteggiamento di fronte ad essi, ed è questo che fa la differenza e che ci porta sulla strada dell’evoluzione. Tutti noi abbiamo una zona di potere, quella su cui abbiamo la respons-abilità di agire. Essere respons-abili significa riappropriarsi dell’abilità di rispondere agli eventi. Vuol dire usare la nostra abilità di cambiamento. Essere in grado di dare le risposte più funzionali alle domande che i problemi della vita ci pongono quotidianamente.

“Siate pazienti…”

A volte abbiamo bisogno di ripetere una lezione più e più volte, per superare l’esame che la vita ci sottopone e per farlo abbiamo bisogno di pazienza. L’impazienza è una reazione, la pazienza è una risposta. La crescita (e il cambiamento) è un’evoluzione, non una rivoluzione. Invece quando siamo presi dall’impazienza finiamo per scegliere la rivoluzione. Ma la rivoluzione crea tumulto, agitazione e quindi il rischio è di distruggere anziché integrare. La pazienza è un muscolo che va allenato ogni giorno. Come cambierebbero le cose se trasformassimo i “semafori rossi” della vita in stimoli per la riflessione, la presenza, l’apprezzamento di ciò che abbiamo?

“Spingetevi fuori dalla zona di comfort…”

La zona di comfort è quell’isola mentale in cui ci rifugiamo, dove abbiamo l’illusione di sentirci protetti e al sicuro. Ma allora perché siamo così scontenti? Per uscire dalla nostra zona di comfort e entrare nella nostra zona di libertà e lasciare andare la paura, non occorrono grandi stravolgimenti. Possiamo iniziare con piccoli gesti simbolici, proprio quelli che disinnescano il nostro “pilota automatico”. Cambiare la strada per andare al lavoro, cambiare posto a tavola, studiare una nuova lingua, diventare vegetariani per un mese, coltivare nuovi hobby sono solo alcune idee per uscire dalle nostre abitudini e dai nostri automatismi. Man mano che li metteremo in moto, allargheremo il nostro perimetro di sicurezza, scoprendo nuove passioni, nuove capacità e nuovi modi di vivere…
Provate! E, buona sorte.

 

E’ sempre tempo di Coaching!”

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