PD: sorte segnata se continua a permettere tutto a Matteo Renzi…

L’ex segretario si chiama fuori dalla corsa alla leadership del Partito Democratico, almeno a parole, ma poi continua di fatto ad intervenire su tutto e a dettare l’agenda politica di un partito che ormai sembra non sappia più affrontare le sfide del nuovo corso politico italiano e europeo… In questo fine settimana, si apre la Leopolda. L’edizione 2018 si intitola “La prova del Nove”. Matteo Renzi nel lanciarla attraverso la sua e-news agli iscritti del PD scriveva nella nota: “A quelli che sentono la mancanza delle nostre iniziative politiche vorrei inviare un abbraccio grande e l’invito a barrare nell’agenda le date 19-20-21 ottobre 2018, tornerà la Leopolda.  ‘La prova del Nove’ e il titolo che non ha bisogno di molte spiegazioni. E’ il nono anno, certo. Ma non solo per questo sarà la prova del Nove”. Dall’assise di casa, Matteo Renzi, l’ha già detto traccerà la linea e l’azione politica d’opposizione al governo giallo-verde. La linea di chi? Sua o quella del PD? A Firenze quindi andrà in scena il solito Matteo Renzi. Ha già annunciato che assieme a Padoan ex Ministro dell’Economia del governo Renzi e poi di quello Gentiloni sta preparando e presenterà una proposta di manovra economica alternativa a quella presentata con il Def dall’attuale Governo solo pochi giorni fa e già approvata da Camera e Senato nonché inviata a Bruxelles. E lancerà anche i comitati civici… questa la vera novità la nascita dei comitati targati Matteo Renzi e denominati con enfasi “comitati di resistenza civile contro la mediocrità e la banalità del Governo”. Poi precisa: “…alla Leopolda il tema del congresso del PD non sarà neanche toccato. Ci saranno tanti parlamentari del mio partito”. Il suo partito? Ma non è anche lui un semplice senatore del PD? E precisando ulteriormente: “come sempre la Leopolda non è un appuntamento del PD. E dunque non sarà l’occasione per parlare di primarie e segretari. L’avevo già detto, ma ripeterlo non fa male. Specie per i nostri amici che dovranno lavorare in veste di giornalisti. Si parla di Politica, alla Leopolda, non di un singolo partito.  Come è sempre accaduto non ci saranno simboli del PD”. Come interpretare tutto ciò? Che la Leopolda di quest’anno, sia davvero un primo test per l’uscita dal PD di Renzi e dei suoi amici? Di certo non subito, magari a congresso finito…  Si insomma, in parole semplici, che la Leopolda sia veramente la “prova del nove” per un nascente Partito di Renzi. Francamente non sembra anche a voi tutto un po’ astruso? Sono passati 7 mesi dalla sconfitta del 4 marzo, la data del congresso PD, non è ancora di fatto stata fissata, Martina parla di primarie nelle prime due settimane del prossimo febbraio. Si sa che Renzi e i suoi, hanno cercato in tutti i modi di rinviare il congresso, evitando in occasione delle assemblee  nazionali conte divisive proprio sul  congresso e la sua data… in modo di resistere alla possibilità che quell’assise  sancisse il definitivo superamento del renzismo attraverso  un evento che avesse lo scopo  di una “rifondazione” dei valori ideali e delle ragioni politiche del PD… spostando più a sinistra l’azione del partito stesso. I renzisti l’hanno fatto in ragione di una loro maggioranza nei gruppi parlamentari e negli organi del partito, ottenuta all’interno di uno scontro sulle candidature elettorali e il ridimensionamento delle minoranze rispetto al precedente congresso. E dentro un evento elettorale rivelatosi come una  sconfitta storica del PD – una maggioranza nel partito, oggi probabilmente dissoltasi in ragione della perdita di ben 6milioni di voti. Cosa si intende dire? Che in realtà (c’è chi lo pensa da tempo) la Leopolda di quest’anno sarà per Renzi & Compagni, la vera e sola assise congressuale dove Renzi  cercherà di segnare definitivamente la sorte del partito democratico… In buona sostanza come non vedere che sempre più chiaramente già esistono due partiti quello di Renzi e quello degl’altri. Infatti, c’è da chiedersi ma l’attuale segretario Maurizio Martina e Nicola Zingaretti che si è candidato a segretario per il prossimo Congresso, quello che si dovrebbe comunque tenere all’inizio dell’anno 2019 poco prima delle elezioni Europee, che dicono e che fanno? Mentre maturano altre candidature a segretario, Matteo Richetti, Cesare Damiano e probabilmente altri si candideranno. Mettiamola così: alla Leopolda non si parlerà di primarie e segretari del… PD. in quanto è stato già fatto! E’ di qualche giorno fa la candidatura di Marco Minniti quale possibile nuovo segretario del PD  proposto da tredici sindaci di fede renzianissima. Si, Marco Minniti è stato indicato quale principale competitor di Nicola Zingaretti. Sponsorizzato dalla corrente renziana.  Chissà perché Renzi pensa che il mondo attorno a Lui sia popolato di cretini… non in grado di comprendere l’ambiguità delle sue proposte e la slealtà del suo agire nei confronti dell’attuale PD… altro che non concorro… e unità unità… basta col fuoco amico, “avete fatto la guerra al Matteo sbagliato”. Questo il leitmotiv con cui continua a dare stilettate ai compagni di partito accusati di averlo fatto fallire per ben due volte nel referendum e nelle elezioni dello scorso 4 marzo. Se tutto ciò non bastasse nel frattempo ci sono anche  il lancio del trailer di “Florence” che lo vede indossare i panni del conduttore di documentari Tv da divulgare sulle reti di Mediaset e l’attività di conferenziere internazionale a 20.000 euro a conferenza… A diMartedì, l’altro ieri, ancora una volta ha ribadito che non si candiderà alle prossime primarie. E rispondendo a qualcuno degli intervistatori, (c’è stato un duro scontro tra Matteo Renzi e Massimo Franco, editorialista del corriere della sera) nel ribadire di non essere in partita eppure è sempre lì, non retrocede di un passo e anche quando aveva promesso di rimanere nelle fila dei senatori semplici, in un modo o in un altro ha trovato la maniera di far parlare di sé. Bloccando e/o mettendosi di traverso al lavoro di “ritessitura” di Maurizio Martina, non perdendo occasione di anticiparlo, sormontarlo e/o smentirlo più volte nelle varie dichiarazioni alla stampa. Nel tentativo di continuare (dopo il diniego definitivo di Delrio) a contendere la leadership nel partito con la candidatura di Minniti, che deve ancora sciogliere la riserva (l’uomo non è stupido e vuole verificare se è il candidato della sola area renziana o se sul suo nome si può aggregare una nuova maggioranza).  Nel frattempo Renzi ha già iniziato a fare il congresso prima impedendone la fissazione della data, in modo di potersi lasciare aperta la porta di un ulteriore e definitivo rinvio del congresso a dopo le europee o addirittura a scadenza naturale nel 2021.  Ora premendo sul ruolo di un’opposizione al governo in attesa di un loro fallimento e avendo attenzione a che questa linea venga confermata alla Leopolda dove lui metterà a fuoco i contenuti di una azione politica di “resistenza civica” a Di Maio e Salvini, in attesa delle elezioni europee. Allo stesso tempo continua a condizionare e a svuotare il dibattito del congresso PD, impedendone la discussione approfondita sulle ragioni delle sconfitte e sulla necessità di una ridefinizione di valori e contenuti sociali sulle condizioni di vita degli italiani. E’ “Insaziabile” nel continuare su questa strada di mantenere una politica che ha portato alla sconfitta… prescindendo da tutto a partire dalla dialettica in corso nella dirigenza del Partito Democratico su chi lo debba dirigere e su che nuova linea debba muoversi. E  lo fa sempre a modo suo, con un “politicamente scorretto” senza concordare nulla con la nuova segreteria di Martina. Il rischio e quello di continuare a far perdere voti, consensi e credibilità. Parla, parla e riparla di qualsiasi cosa, anche delle previsioni del tempo! Discutendo anche sulle quantità delle precipitazioni piovose. Per indole, carattere e dote naturale è destinato a darsi la zappa sui piedi e le martellate sui così detti ‘zibidei’ e lo fa da solo con grande boria, rendendosi antipatico, mostrandosi presuntuoso, strafottente e soprattutto falso! Lo fa malgrado  i risultati del referendum e delle elezioni ai vari livelli abbiano decretato  “…la fine del tempo di Renzi e dei suoi compari del “giglio magico” all’interno del partito e sulla scena politica italiana e europea. Ma lui continua nella sua azione demolitrice… senza che nessuno nel partito gli replichi adeguatamente e gli intimi il silenzio. Non è più lui che deve dettare la linea politica del partito. Ma è possibile che gli altri non abbiano ancora capito che se non lo tolgono di mezzo e non lo tacciono… questo continuerà col suo modo di fare a distruggere consensi per il PD, al punto che non sarà più possibile risollevarne le sorti dal baratro in cui è caduto?! Il ragionamento renziano non va oltre come già detto il “avete attaccato il Matteo sbagliato”. E l’idea di lanciare un fronte progressista allargato ad altre forze di sinistra,  non sembra attirare più di tanto l’ex segretario che è sempre più intenzionato a convincersi e convincere che senza di lui il partito non esiste. Sarà per questo che nei giorni scorsi si è anche opposto a chi consigliava di cambiare il nome, operando così un lifting non solo ai democratici ma anche a tutte quelle forze di sinistra che alle urne raccolgono percentuali da prefisso telefonico… In prossimità delle elezioni europee. C’è chi sogna un nuovo contenitore capace di fare fronte comune contro i partiti anti sistema che oggi rappresentano la maggioranza elettorale. “Una grande alleanza da Macron a Tsipras”. Renzi invece, continua a infervorare i suoi su se stesso e le cose fatte dal suo governo… mentre su quello di Gentiloni (che a dato il suo  endorsement a Zingaretti) c’è stato da dire qualche cosa del tipo: “non basta un algida sobrietà per scaldare il cuore”, imputandogli così la responsabilità di aver impostato una campagna elettorale per le elezioni politiche del marzo scorso dai toni dimessi e senza una sufficiente enfasi rispetto alle tante e buone cose fatte dal suo governo.  Ma anche lui non scalda più (se mai l’avesse fatto) di certo i cuori degli elettori… nessuna autocritica, nessun ripensamento e sempre la colpa a altri per le sconfitte. Non parla mai di valori da recuperare, né traccia una chiara strada da seguire. Il suo ragionamento è sempre binario come connota Calenda: “o con me o contro di me, o con loro o con noi”. Riducendo tutto ad un tifoseria da stadio. Proprio quando ci sarebbe bisogno di una visione nuova e ampia della politica. Ma a lui interessa solo se stesso e il suo ruolo…  contrastando tutti quelli che come Zingaretti vogliono andare oltre il renzismo… richiamando il popolo democratico alle sue origini, ricordando cosa vuol dire essere di sinistra in un momento in cui in tutta Europa sta spirando il vento dell’estrema destra… Il Pd resta così al palo, perché non basta fare l’opposizione con invettive contro gli avversari: “questi qui sono degli scappati di casa” equivale a prendere in giro l’avversario in una comunicazione da circolo di provincia. Mentre per tornare a vincere, serve un modello organizzativo alternativo a quello che ha retto (e rotto) recentemente il partito democratico. Finito anch’esso rottamato lo scorso 4 marzo. Andare oltre la sconfitta, vuol dire andare oltre la storia recente del partito democratico, bocciata a ogni tornata elettorale da un “popolo” che ha di gran lunga preferito Di Maio e Salvini a Renzi. Questi, definisce l’attuale governo dei 5 stelle e Lega come quello di “una classe politica di improvvisati”, sarà anche vero ma intanto loro governano e lui si improvvisa conduttore Tv e conferenziere… In quel che resta del PD, se si vuole andare oltre la situazione attuale… bisogna prescindere da Renzi e innanzitutto cambiare le regole di come fare il Congresso… che senso ha, continuare con il risiko delle primarie, residuo di una stagione elettorale maggioritaria  ormai superata che ha visto a partire dal referendum costituzionale continuamente sconfitto e in crisi di consenso i Democratici. Il PD ‘scollato’ dal suo popolo di militanti e iscritti, facendoli contar di meno di quegli elettori, che dopo aver votato alle primarie per chi dovesse essere il segretario e il leader del governo… giunti al  voto elettorale nemmeno hanno votavano PD! Un partito che non discuteva più del merito di una linea politica costruita sui nuovi e  più attuali contenuti sociali di fronte ai cambiamenti imposti dalla globalizzazione. Ma discuteva della verve polemica del suo leader e del fatto se fosse più o meno telegenico di questo o quel altro e/o più abile nel twittare e stare sui Social per comunicare così direttamente.  Oggi c’è un problema di far riavvicinare l’elettorato del PD, sono circa 3milioni e 500mila gli elettori un tempo del PD, finiti ai 5stelle e/o nel crescente astensionismo elettorale. Stufi proprio del “turborenzismo” e della sua azione di rottamazione – non già e non tanto di qualche leader del passato – ma soprattutto dei valori e di una azione politica di sinistra costruita a difesa delle  condizioni materiali di vita delle persone. Una sinistra contro la mancanza di lavoro per i giovani, contro  le diseguaglianze e la povertà crescenti e contro il venir meno di un tratto umano e esplicita solidarietà sociale verso chi a di meno, contro una politica che toglie dignità a milioni di persone… contro una politica xenofoba e razzista che rompe rispetto ad un passato di accoglienza . Se non ci sarà un chiaro e preciso altolà all’agitarsi  e proporsi continuo  dell’uomo di  Rignano, oggi semplice senatore di Scandicci e Firenze… permettendogli e lasciandogli dire e fare tutto quel che vuole, come fosse ancora di fatto il segretario e il leader in pecture di un’inesistente prossima alternativa di governo del Paese… dopo i disastri elettorali più sopra ricordati, per il PD (quel che ne resta) e buona parte dei suoi sempre più residui militanti e diminuiti elettori (le intenzioni di voto vedono ulteriormente scendere il consenso per il PD, oggi (dato ancora in calo al 17,5%) la sorte del PD è così segnata… se non si libera di Renzi il partito democratico e destinato a dividersi ulteriormente per alla fine estinguersi… e scomparire definitivamente dalla scena politica nazionale e europea… probabilmente prevarrà attraverso una ulteriore scissione il Partito di Renzi questo l’obiettivo dell’ex segretario se non potrà mantenere il controllo totale di quel che resta del PD, liberandosi definitivamente delle componenti di sinistra dello stesso… ecco perché la Leopolda sarà la prova del nove per Renzi e per il PD…

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