…per essere felice elimina quattro parole…

Per essere felici… bastano alcune mosse semplici ma vincenti, delle piccole cose come: limitare o meglio eliminare alcune parole.  Proviamo ad eliminare quattro parole che possono influire negativamente sulla nostra energia vitale e quindi possono farci perdere forza quando addirittura sul lungo periodo farci …ammalare. Ci sono parole, frasi e modi di dire che usiamo abitualmente ma che sono nemiche del nostro benessere: proviamo a sbarazzarcene una volta per tutte.  Di solito prestiamo poca attenzione alle parole che diciamo agli altri, ma,  soprattutto non mettiamo alcuna attenzione alle parole che diciamo a noi stessi, nel nostro quotidiano ‘dialogo interno’, queste rinforzando la mentalità nella quale siamo calati… queste parole ebbene alla fine, possono imprigionarci, impedendoci di maturare e di evolvere nella nostra crescita personale. Dovremmo, invece, divenire più consapevoli del fatto che, evitando queste parole abituali e le frasi o i modi di dire che ne conseguono, possiamo ritrovare un rapporto spontaneo con la nostra vita. Quali sono le quattro parole principali che possano alimentare il  nostro malessere? E quindi andrebbero o meglio vanno …scordate.

PERCHE’ – È la prima parola da eliminare. “Perché sono fatto così? Perché ho l’ansia? Perché mi arrivano i brutti pensieri? Perché lui/lei mi ha lasciata/o?” Potremmo continuare all’infinito con gli autointerrogativi. Ma, chiedersi quali siano le cause di un ‘disagio’ interriore e credere di conoscerle allontana la possibilità di acquisire uno stato di  benessere. L’anima non si basa sul principio di causa-effetto e le ragioni che attribuiamo al nostro ‘malessere’ sono quasi sempre sbagliate: crediamo di saperle, ma non le sappiano e non possiamo saperle. I disagi provengono da un territorio sconosciuto e arrivano per farci incontrare le forze naturali responsabili della nostra evoluzione. Più crediamo di saperne le cause, più ostacoli mettiamo nel nostro processo di crescita personale. Smettiamo di credere ai nostri perché e affidiamoci al mondo interiore, che ne sa più di noi.

IERI – Ecco la seconda parola da abolire, che è strettamente collegata alla prima. “Sto male perché da piccola/o non mi hanno amata/o. Il passato mi ha segnato la vita”. Ogni volta facciamo lo stesso errore. Il passato non conta nulla: noi siamo nuovi ogni giorno e ciò che è accaduto ieri quasi sempre non è decisivo per la nostra anima. L’importante è osservare quello che accade dentro di noi nel momento che accade. In tal modo permettiamo all’accaduto di svolgere la sua funzione. Al contrario, se lo fissiamo continuamente al passato (ieri), continuiamo a rievocarlo e lo facciamo tornare all’infinito continuando a condizionare ogni e successivo momento presente.

CAMBIARE – La terza parola da dimenticare è una di quelle che ripetiamo di più: quante volte ci diciamo “Devo migliorare” o “Così non vado bene”  o ancora “Devo assolutamente cambiare vita!” Anche qui dovremmo chiederci: Cosa accade dentro di noi? L’idea di una vita migliore della necessità di continuare a cambiare e avere di più sul piano materiale spesso ci allontana dalla percezione di quel che effettivamente siamo e abbiamo già costruito anche con fatica negli anni (ciò produce una perenne insoddisfazione). Alla fine corriamo il rischio di rovinarci l’esistenza alla ricerca di un cambiamento spesso effimero… Cerco di spiegarmi meglio: se mi sveglio un mattino con l’idea di cambiare tutta la mia vita, di cercare una vita migliore, perché quella che ho è una “brutta vita” e non mi va più bene… corro solo il rischio di disturbare la mia esistenza e quella di coloro mi sono vicino. Devo invece fare un’altra cosa: se sento la necessità di cambiare qualcosa della mia vita… va benissimo, ma il mio lavoro consiste nel percepire esattamente che cosa si muove emotivamente dentro di me rispetto al cambiamento… in modo che questa tensione e attenzione al cambiamento non sia solo un progetto esterno (voglio cambiare lavoro, città, continente ecc. ecc.)  ma che ciò corrisponda ad una reale percezione del mio mondo interiore… che questa esigenza al cambiamento veramente corrisponda a me stesso. La domanda diventa: “che cosa si muove e si affaccia emotivamente adesso di nuovo dentro me che mi spinge al cambiamento?” Infatti, solo tutto ciò che capita in me e di cui io mi accorgo, può produrre un reale cambiamento della mia vita. Spesso tutto ciò che io/noi aggiungo/giamo come commenti, giudizi, riflessioni, spiegazioni alle sollecitazioni di cambiamento ci complicano inutilmente il destino, o addirittura lo deviano verso falsi obiettivi. Occorre osservare in silenzio ciò che cambia dentro noi stessi, rispetto alle esigenze di una reale crescita personale… il cambiamento è dentro di noi… e deve puntare a migliorarci come persone questo è importante… non le forme in cui si  manifesta esternamente…

VOLONTA’ – È la quarta parola pericolosa. “Ci vuole più volontà. Devo tenere duro. I grandi obiettivi richiedono grandi sforzi”. Questa non è forza di volontà, ma ostinazione e l’ostinazione ci porta a girare in tondo, qualsiasi sia l’obiettivo che ci siamo prefissati. Chi si ostina a guarire, a stare bene, a migliorare, resterà sempre uguale, e quindi sofferente e scontento. Se ti affidi allo spazio interno, le cose capitano naturalmente. L’anima, cioè l’interno ti porta spontaneamente verso le situazioni e le persone giuste per te. E produce spontaneamente anche “le parole giuste“. Il benessere, l’amore, la gioia, arrivano solo se guardi i problemi con occhi nuovi. Non si possono risolvere i problemi di oggi con lo stesso modo di pensare che li ha generati, sosteneva lo scienziato e filosofo della complessità Ervin Laszlo.  Una frase che contiene per lo meno tre spunti interessanti. Il primo è che il nostro malessere deriva dal sistema mentale in cui siamo immersi, una forma mentis mutuata dall’esterno che ci impedisce di vivere in linea con la nostra natura profonda. Il secondo è che molti provano a risolvere i propri problemi con gli stessi strumenti che li hanno generati: non può funzionare. Il terzo è che se vogliamo essere felici, dobbiamo cominciare oggi, lavorando interiormente su di noi stessi.

E’ sempre tempo di Coaching!”

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