Politica: “Ancora tu. Non mi sorprende lo sai… Ma non dovevamo vederci più”. Berlusconi e la solita solfa sui comunisti e i pensieri di mamma Rosa. Sorvola su Putin come fanno ‘i pacifisti’ Salvini e Conte e si nasconde dietro ai discorsi del Papa…

Inutile sorprendersi, d’altronde Mahathir Mohamad è stato premier malese fino a 94 anni, De Valera presidente d’Irlanda fino a 91, Adenauer ha lasciato a 90 la guida dei dc tedeschi. Lui che è un giovanotto ottantacinquenne c’è da chiedersi che farà nel prossimo decennio, visto che sua madre era lucidissima a 95 anni? Sul palco di Treviglio (Bergamo) è apparso a sorpresa, la convention azzurra affiancato da due guardie del corpo: la quasimoglie Fascina e la quasibadante Ronzulli. E lì ha detto che sente “di nuovo il dovere di esserci, come nel 1994. Sono preoccupato per la guerra in Ucraina e per il comunismo in Cina. Scendo così in campo per la terza volta”. E  poi , l’attacco a Biden: «Con Putin ha sbagliato, non è all’altezza». E’ il caso di ricordare la canzone di Battisti: “Ancora tu. Non mi sorprende lo sai… Ma non dovevamo vederci più”. Berlusconi riattacca con la solita solfa dei comunisti e mamma Rosa. Ma sorvola su Putin (non è il solo) e si nasconde dietro a Papa Francesco, che, come si sa, funziona sempre bene e pure lui come il Pontefice sottolinea… ecco “lo spettro di una guerra senza precedenti” in cui si rischia “uno sviluppo incontrollabile e si parla con leggerezza di armi nucleari”. Ma veniamo alla convention di Napoli, l’ex premier, corregge il tiro sull’Ucraina dopo le critiche della Gelmini comunque assente e che ribadisce attaccando il Capo di Forza Italia: “Basta ambiguità!” L’ ”amico russo” torna ad essere l’Innominato, nel consueto gioco di imbarazzi, voci dal sen fuggite e correzioni di rotta postume. A Marechiaro, come noto al cuor non si comanda, aveva detto che l’Europa “deve far accogliere agli ucraini le domande russe” e l’invio di armi ci rende “cobelligeranti” e meglio farlo di nascosto. Dal palco della Mostra d’Oltremare, Berlusconi prova a correggere il tiro. Senza troppa convinzione. Non c’è spazio per il Putin che “mi ha deluso” e “si è assunto grandi responsabilità di fronte al mondo”. Compare solo giusto per l’abituale amarcord su Pratica di Mare che da quelle parti funziona sempre. Poi, certo, l’Ucraina è l’aggredito ed è giusto “aiutarla a difendersi con le armi”. È certo, Forza Italia sta dalla parte di Europa, Usa, Nato, Occidente. Per il resto l’anziano leader – circondato dallo sgomento dei suoi, dall’altolà alle ”ambiguità” lanciato dalla Gelmini che viene attaccata da Salvini, che difende Berlusconi invitandola a pensarci 5 volte prima di criticare il fondatore del centrodestra italiano. Durissima la replica della Ministra forzista: “Salvini porti rispetto questo non è ancora il suo partito”. Forte sono anche le critiche del Pd per gli intrecci del vecchio leader con il Cremlino, altrettanto la preoccupazione di Draghi e di Bruxelles – Berlusconi si “aggrappa” come detto a Papa Francesco… Un discorso che non finisce mai, solite gag, canovaccio rodato. Si chiama “Italia del Futuro” ma sembra il ‘94. “Lo sapete che ho scritto i testi di cento canzoni napoletane? Mi dicono che sono un napoletano nato a Milano…”. Berlusconi un po’ segue il testo scritto e un po’ improvvisa, un po’ si stufa e salta, un po’ cerca il rifugio del copione. Appare stanco, accaldato nel doppiopetto blu d’ordinanza e sotto il sorriso bianchissimo, il tono più flebile del solito. Tornano alla grande gli avversari del passato: il comunismo “filosofia disumana e perversa”, la magistratura politicizzata e l’Anm. Ma per attaccare la sinistra, e lo “zelo atlantista” del Pd, deve rispolverare gli euromissili di Craxi. E visto che di comunisti in giro non se ne trovano più li cerca a Pechino: le tensioni spingono “inevitabilmente” Mosca nelle braccia della Cina, vecchio-nuovo avversario supremo, “minaccia seria, più pericolosa della Russia”. In una Napoli oltre i trenta gradi, l’ex premier che ben maneggia i sondaggi liscia il pelo all’opinione pubblica stanca di guerra, e i suoi si allineano. Un Berlusconi in salsa ‘macroniana’, dicono spiegando i suoi. Ma quale business, è realpolitik: “Nessun equivoco, solo pragmatismo”, fa quadrato Alessandro Cattaneo. “Accanto alle armi va aperto un canale con Mosca, è l’unica strada possibile”. L’ex premier è “il Maradona della pace” si esalta Licia Ronzulli. La linea riecheggia da Antonio Tajani in giù: non accettiamo lezioni dalla sinistra dei carri armati a Praga. È, in fondo, una via obbligata. L’unica percorribile, sperando che non ci siano ulteriori frasi dal sen fuggite. L’immagine di un capo preoccupato per i rincari delle materie prime, l’inflazione, lo shock energetico, il rischio “cappotto e candela”, il blocco del grano suscettibile di portare a “una nova drammatica ondata migratoria che la Cina potrebbe persino favorire”. La Cina, eh, non la Russia. L’ex premier, si sofferma sui successi dei suoi governi, dalla confisca dei beni ai mafiosi alla tentata sburocratizzazione dell’Italia, ma non una parola sulla relativa politica energetica, sugli indirizzi all’Eni di quegli anni, sul fallito gasdotto North Stream voluto da Putin e fermato da Washington. Il lungo intreccio di vacanze e affari tra il Cavaliere e lo Zar resta coperto dalla riservatezza, il secondo forse non risponde alle telefonate del primo ma non gli ha per ora rinfacciato nulla, il primo lo ha definito “un vecchio amico che non riconosco” ma ha acceso per la propaganda di Lavrov le accoglienti telecamere di Rete4. “Vi racconto un aneddoto…” Anzi due, o tre. Berlusconi non ha fretta. L’”Italia del Futuro” appare al quindicesimo minuto. Dopo il Silvio ragazzino che nel ‘48 fu picchiato mentre attaccava manifesti elettorali con scritto “Nella cabina Dio ti vede, Stalin no”, dopo il prete russo fuggito dalla Cortina di Ferro che dai salesiani gli insegnava la differenza tra comunismo e liberalismo, dopo la sudata benedizione di Mamma Rosa alla discesa in campo (“È pericoloso, ma se lo senti come dovere fallo”), dopo la rievocazione del Milan e della tv commerciale “con i film alle casalinghe che la mattina facevano il loro lavoro”, dopo il peana di Forza Italia grande partito di massa, l’unico “europeista, atlantista, garantista, cristiano, liberale”, che non sta nel centrodestra bensì è il centrodestra, “alternativo alla sinistra ma distinto dalla destra”. A questo punto del discorso, l’oratore si riscuote: “Ma chiediamo il voto per quello che faremo”. Già alle amministrative “biglietto da visita” per le politiche del 2023, quando (e non prima) finirà il governo di unità nazionale che “Fi ha voluto e sostiene con lealtà e convinzione” e “torneremo a confrontarci” con la sinistra. Il programma è un libro dei sogni, sempre lo stesso da 28 anni, ma pazienza: “Meno tasse (flat tax al 23%), più lavoro, controllo dell’immigrazione, giustizia giusta, più libertà”. A Meloni solo un vago inciso sull’aver ascoltato le richieste di FdI alle amministrative. A Salvini regala l’appello a votare ai referendum: “Incredibile che non se ne parli, riguardano tutti”. In sala c’è praticamente tutto il partito. I ministri Renato Brunetta e Mara Carfagna (elogiata dal leader per i fondi del Recovery al Sud), la presidente del Senato Casellati, Barelli, Bergamini, Giacomoni, Sisto, Gasparri. Tajani ringrazia la capogruppo al Senato Bernini per aver portato a casa Stefania Craxi presidente della commissione Esteri. C’è Ron Moss, l’ex “Ridge” di Beautiful, che se fosse italiano voterebbe Silvio. C’è chi tra un anno, forse, potrà farlo: pur affaticato, Berlusconi si accomiata promettendo un ritorno in campo, tv e campagna elettorale, pure i club della libertà. L’Italia del Futuro assomiglia fortissimamente a quella del passato. A partire dalle amicizie… La nuova politica italiana continua a puzzare di ‘vecchio’… è ormai campagna elettorale e propaganda propaganda… lo stesso pacifismo sembra essere ormai una carta disperata giocata soprattutto da Conte e Salvini, ma così al governo dopo le elezioni non ci andranno… Il mondo è cambiato, l’atlantismo è tornato centrale. Per guadagnare qualche voto flirtando con Putin si finisce col risultare inaffidabili alle cancellerie mondiali. Lo sanno tutti: durante la Guerra Fredda il Pci non poteva andare al governo. Non poteva ma soprattutto non doveva. Centrismo e centrosinistra erano stati concepiti apposta per sbarrare la strada agli “agenti” del Cremlino. Molti sospettano che pure lo stragismo, da Piazza Fontana in avanti, facesse parte dello stesso piano. Il veto era talmente chiaro che il babbo di Bianca Berlinguer, Enrico, dichiarò di sentirsi più sicuro sotto l’ombrello protettivo Nato nella speranza di farsi accettare a Washington (ma ciò non fu giudicato sufficiente).

E’ sempre tempo di Coaching! 

Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure prendi appuntamento per una  sessione di coaching gratuito

 

0

Aggiungi un commento