Politica: in Italia la fanno i matti…

Chi sono «i matti?» Ma i grillini di Di Battista che minacciano di far cadere il governo sul Mes. Ci si chiede se vanno presi sul serio? Forse no. Certo che sta suonando forte l’allarme! Il 9 dicembre il Parlamento voterà per approvare la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (sia chiaro non si vota per autorizzare l’’uso del Mes sanitario, i famosi 37 miliardi) l’ala “ortodossa” dei Cinquestelle minaccia di far saltare tutto. L’Esecutivo è davvero in pericolo? Forse no! Certo che la confusione all’interno del Movimento sta agitando l’intero quadro politico italiano… Come sempre nelle fasi convulse viene fuori di tutto: per esempio la minaccia di una crisi dell’Esecutivo per un regolamento di conti interno a un partito della maggioranza. Se poi quel partito è particolarmente confuso e rissoso la questione deflagra su un quadro politico già sbrindellato di suo e agita il Palazzo. La minaccia viene della destra grillina, dibattistiani e cani sciolti mettono nero su bianco 16 firme di Senatori e 52 firme di Deputati per minacciare di far saltare la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. Ma veramente piacerebbe a costoro uscire dalla “scatoletta di tonno” con tre anni di anticipo? Probabilmente Giuseppe Conte rischia al massimo di collezionare un’ammaccatura in più, che per uno come lui significa ben poco: basta restare in sella il più possibile fino alla prossima brutta figura, ma resta il fatto che il governo della settima potenza industriale è legato mani e piedi a un partito che per una logica malata sabota le cose serie che il governo potrebbe fare, come appunto stare in Europa coerentemente e approvare la riforma del Mes che impedirebbe il salvataggio delle Banche con denaro pubblico (ricordate il salvataggio MPS e i 20 miliardi che sono occorsi per non farlo fallire?) ma soprattutto prendere i 37 miliardi del Mes sanitario. Assistiamo dunque ancora alla estremistica convulsione di un Movimento a brandelli (a cosa sono serviti gli stati generali di qualche settimana fa?). Assistiamo soprattutto all’ennesimo smacco dell’alleanza strategica con i Cinquestelle escogitata e insistentemente voluta dal Partito democratico. Il problema esiste da sempre e viene ora al pettine: il famoso Mes, aborrito dai grillini ma indispensabile per i dem e Italia viva, che però hanno sempre ingoiato il veto di Luigi Di Maio ripiegando su una riforma del Meccanismo che è appunto l’oggetto del voto del 9 dicembre. I sovranisti grillini – quelli che in Transatlantico molti ormai chiamano «i matti» minacciano fuoco e fiamme se l’odiato Mes seppure riformato non verrà in qualche modo diluito in «una logica di pacchetto», cioè posposto ad altre riforme di valore europeo… Venuto a mancare sul Mes un possibile aiuto di Silvio Berlusconi, i sovranisti a cinque stelle in teoria si trovano tra le mani una buona rendita di posizione, ed è un paradosso davvero ridicolo che sia il Cavaliere ad armare la mano di Alessandro Di Battista, e tuttavia questo è il quadro politico odierno: che invece di evolvere promuovendo uomini e idee più saggi finisce con l’esaltare le follie più disparate. La speranza è che la minaccia di far cadere il governo sia solo un insieme di “chiacchiere e distintivo” di marca dibattistiana e dunque anti-Di Maio incarnato dalla sempre nervosa ex ministra Barbara Lezzi che ancora non perdona al Ministro degli Esteri – che è la vittima del complotto – di averla lasciata fuori dall’esecutivo giallorosso del Conte 2; rodimenti personali di vario conio; accesa ostilità verso l’inetto Vito Crimi colpevole di aver dato via libera alla riforma del Mes (ma non al Mes: un vero e proprio labirinto concettuale); ricerche assolute di visibilità: siamo alla prosecuzione degli Stati Generali con altri mezzi, insomma è tutta guerra intestina. A questo punto bisognerà vedere come sarà scritto il documento parlamentare che verrà messo ai voti alla Camera e al Senato, ma le mediazioni su dei pezzi di carta non sono mai state un problema. Ieri il ministro Enzo Amendola ha visto a lungo i capigruppo grillini per iniziare la partita ed è un peccato che ministri seri come Amendola e Roberto Gualtieri debbano sprecare il loro tempo per convincere parlamentari senza arte né parte a venire a più miti consigli, ma tant’è, ogni epoca ha i suoi Turigliatto o De Gregorio. Il problema stavolta è che i guai vengono dal più forte partito presente in Parlamento o da una sua frazione più dura e pura, che però, a guardar bene, replica a voce alta quel che teorizza il titolare della Farnesina, il che significa per l’Italia dare uno spettacolo abbastanza deprimente… Com’è deprimente che si continui a parlare di Recovery fund, e non più propriamente di Next Generation Eu!? Non solo sarebbe più appropriato ma soprattutto sarebbe significativo perché parla del futuro dei giovani europei… Ma già, più passa il tempo e più si capisce che qua in Italia l’approccio della nostra classe politica è solo quello di cercare di “recuperare” la situazione preesistente… Assai meno, della ricostruzione promessa a parole. Eppure siamo un Paese sempre più diseguale, con una scarsa mobilità sociale e da anni ormai con una scarsa crescita economica, perché conservare tutto questo? E’ mai possibile che il periodo futuro a cui si guarda nel nostro Paese sia solo il 2023? Sembrerebbe questo l’unico assillo delle “riserve” della Repubblica che iniziano ad aprire alla “democrazia del sorteggio”, leader populisti di governo che si travestono da “ragionevoli” nella stagione delle “lettere al direttore”. Ma non controllano il fervore dei “caporali” di partito che studiano come sostituire l’affaticato premier e garantirsi la fine della legislatura… vale ancora la speranza che prevalga l’Italia di un riformismo liberale che guarda alla società con un appello alla rinascita di un diffuso impegno civile? Un appello agli ostinati di buona volontà a riportare in pista i rassegnati. Ad assumersi la responsabilità di fare sul serio. A ricostruire i legami sociali e umani di una comunità messa in scacco dalla paura. L’Italia è un meraviglioso e grande Paese che merita di riaccendere la speranza e superare la notte della politica, il più presto possibile…

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