Politica: Salvini, Meloni con loro una destra liberale e normale non la vedremo mai…

Se sinistra e destra significano ancora qualcosa, la prima non smette di pretendere che la seconda sia diversa da com’è, responsabile e non demagogica, liberale e non populista, moderata e non radicale. Una destra normale, ha scritto Ezio Mauro lunedì scorso su “Repubblica”, una destra che Indro Montanelli ha sognato una vita senza mai vederla. Lui, che era lontano da Dio, Patria e Famiglia, ripeteva amaramente: “Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello”. Poneva, con proverbiale intuito, il vero problema: gli italiani. Sono gli italiani a formare i loro governanti, a meritarseli, a vellicarli e a farsi vellicare; a premiarli, con i sondaggi in attesa delle urne, se agitano la piazza, se sanno coglierne e alimentarne il risentimento e la rabbia, anteponendo ogni forma di libertà a ogni forma di obbligo, il diritto al dovere, tutti diritti nessun dovere… Giorgia Meloni gira il Paese, presenta il suo libro, si ferma a vergare le copie: “Alla patriota Francesca”, “Al patriota Marco”. Scrive patriota, persona votata all’esaltazione e alla difesa di un’idea nazionale e politica. Nel 2021, mentre tutto ci chiede il contrario, l’apertura e non la chiusura, la contaminazione delle culture, con i giovani pronti a cambiare tre continenti in un anno, molti italiani smaniano dalla voglia di farsi nominare patrioti, come se fossimo perennemente in gara contro altri Paesi, a sfidarli sul campo e ai rigori, mentre le sfide sono altre e altre sono le vittorie che dovremmo conquistare, altre le coppe da alzare al cielo. Per un Mattarella e un Draghi (il Signore ce li conservi) che richiamano quotidianamente al senso di responsabilità, in un contesto da tragedia epocale che non ammette diserzioni e mal di pancia, ci sono agitatori in servizio effettivo permanente che al mattino votano nelle aule istituzionali, al pomeriggio si mettono alla guida di qualche ribellione, al mattino si vaccinano, al pomeriggio esprimono comprensione e vicinanza a chi non vuole vaccinarsi, al mattino si turano il naso e conservano la poltrona, al pomeriggio raccolgono gli applausi. Un piede nel Palazzo, un piede fuori. Un occhio ai social, un occhio ai sondaggi. Che dice Pagnoncelli? E Salvini? A proposito di Salvini chissà, quand’è che capirà, che la sua leadership da ‘bullo di periferia’ …caratterizzata (perdonatemi  il francesismo) da “rutti e scoregge” contro tutto e tutti… l’ha portato ad un punto di non ritorno verso il fallimento politico e che ormai anche dentro la Lega, cominciano a non sopportare più i suoi ‘rumori e le sue puzze’? Il green pass della Lega sarà Zaia-Giorgetti non Salvini-Borghi. La Meloni l’ha scavalcato. È oggi allo 0,2% sopra, sarà così anche domani? Così può solo andare a farsi benedire chi sogna la destra dei padri e non dei patrioti, chi ha letto Einaudi e Aron, Prezzolini e Montanelli che diceva: “Per me la destra non è una ideologia: è un modello di comportamento. Si può essere di destra anche a sinistra. Questo comportamento è il criterio rigoroso del servizio della vita pubblica”. Mentre la sinistra, che non sta certo meglio, che fa? Come al solito attende Godot… la destra continua a farsi chiamare destra, senza fare la destra pretesa dalla sinistra. La destra fa baccano, governa e protesta, è contro la tessera verde ma vuole che i locali siano pieni di clienti. E se il virus torna a dilagare? Che importa. Ciò che conta è stare in testa ai sondaggi. Nel 2022 o nel 2023, se Dio, Patria e Famiglia vorranno, si tornerà a votare e a governare. Non più tutti insieme, ma da soli una parte o l’altra. E senza fare prigionieri. Lo vuole il popolo. Lo vogliono gli italiani…

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