Politica: sarà un autunno da brivido a Palazzo Chigi! Per Meloni barometro fisso sul maltempo…

L’inflazione è una brutta bestia e non mordeva le famiglie italiane ormai da quarant’anni. La guerra è lontana ma non lontanissima. L’ipotesi di dover risparmiare sui consumi di energia e riscaldamento non si è mai verificata dalla fine del secondo conflitto mondiale. Swg fotografa la situazione negli ultimi 5 mesi, quali sono le emozioni più sentite dai nostri concittadini? Al primo posto troviamo il DISGUSTO, a seguire RABBIA, TRISTEZZA e PAURA. Crollano inesorabilmente SPERANZA, FIDUCIA, GIOIA e SORPRESA. Per quasi metà degli elettori italiani nessun leader è credibile sulle questioni più rilevanti. L’altra metà fornisce indicazioni molto significative indicando soprattutto tre nomi, Meloni, Letta e Conte su più questioni, mentre Berlusconi e Salvini sono ritenuti capaci solo per ridurre le tasse il primo, l’immigrazione il secondo. Meloni, Letta e Conte sono considerati allo stesso modo capaci per quanto riguarda la riduzione della povertà; Meloni e Letta sulle pensioni; Meloni da sola per la crisi energetica, la burocrazia, l’aumento dei prezzi e la legalità; Letta da solo per l’aumento degli stipendi, le diseguaglianze e i diritti civili. La prospettiva di Meloni (assai probabile) o Salvini premier fa paura a 3 italiani su 10, mentre l’ipotesi che siano Letta o Calenda lasciano indifferenti rispettivamente il 37 e il 40 per cento degli italiani. Il 32 per cento proverebbe grande amarezza se a Palazzo Chigi dovesse andare Berlusconi. Per quanto riguarda la curiosità, Meloni batte Calenda 18 a 17, con Letta al 9 per cento. Altra curiosità la speranza: qui primo si piazza il premier uscente Mario Draghi col 23 per cento, seguito da Meloni all’11, Conte al 9 e Letta al 7. Ma i partiti sembrano altrove, mentre all’orizzonte già si vedono nuvole nere. Ad esempio, va segnalata la grande manifestazione che si è svolta di recente a Praga dove decine e decine di migliaia di persone sono scese in piazza per urlare la loro rabbia per l’aumento delle bollette ma anche contro la Nato, l’Unione europea e addirittura l’Organizzazione mondiale della Sanità. Campanello d’allarme anche per noi, per quello che potrebbe capitare in autunno quando entreremo nella fase più acuta della crisi energetica. Noi lo abbiamo già sperimentato con l’ondata populista che portò alla nascita del governo M5S- Lega. Quello che è successo poi, forse, ci ha portato a considerare esaurita quella spinta che invece resiste ed ancora viva, capace di dar vita a molti movimenti e alleanze contro questo e quello, contro e basta. E’ il caso della contraddizione perenne esistente tra i partiti sovranisti come quello della Meloni che solo ieri comiziando a Milano si è lasciata sfuggire un: “Europa con me al governo la pacchia è finita”, preoccupando le banche d’affari e le forze economiche che subito hanno commentato che: “se non chiarisce definitivamente i rapporti con l’Europa, di fatto abbandonando l’Agenda Draghi saranno guai. Un problema che potrebbe riesplodere subito dopo il voto, dove tutti i sondaggi danno i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni come super vincente. Ce la farà a dare rappresentanza e ad istituzionalizzare questa nuova spinta populista oppure anche lei sarà travolta? Dall’altra parte dello schieramento: sarà capace il Pd, che in quell’area resta il primo partito, a recuperare nella società un profilo attrattivo di nuova sinistra riformista e ambientalista oppure si accontenterà solo di dare qualche posto o strapuntino al suo ceto politico in attesa che i guai degli altri li riporti a governare grazie ad una qualche nuova alchimia parlamentare? Quindi sarà il centrodestra a vincere le prossime elezioni? È molto probabile. Sarà Giorgia Meloni a guidare il prossimo governo? È molto probabile. Sarà una stagione difficile da gestire? È molto probabile. Ma se per le prime due affermazioni dobbiamo attendere il voto di fine mese e le successive tappe verso la formazione dell’esecutivo, per l’ultimo assunto possiamo già avere certezze ben consolidate, come emerge da questa efficace (e anche preoccupante) sintesi dello stato d’animo degli italiani, rilevato da SWG. Eccola, dunque, è arrivata l’impennata di disgusto, rabbia, tristezza e paura. Ecco la miscela che rende il corpo elettorale che si appresta ad andare alle urne nervoso ed anche volubile, desideroso di cambiamento ma bisognoso di rassicurazioni diffuse. È un’Italia in apprensione quella che sta per prendere in mano la scheda elettorale, un’Italia che non casualmente vede in ripresa i consensi del M5S tornato alla funzione originale di oppositore, forse l’unica che gli si addice veramente. Certo, è anche un’Italia con un po’ di speranza, riposta in primis su Fratelli d’Italia ma anche sul PD, non a caso i due soggetti politici verosimilmente più forti (nell’ordine). Ma non è il pacchetto di sentimenti positivi a prevalere, ragione per cui il primo compito del nuovo governo sarà quello di rassicurare, di rendere meno incerto un immediato futuro che si annuncia cupo. L’inflazione è una brutta bestia e non morde le famiglie italiane da quarant’anni. La guerra è lontana ma non lontanissima. L’ipotesi di dover risparmiare sui consumi di energia e riscaldamento non si è mai verificata dalla fine del secondo conflitto mondiale, nemmeno nei più bui momenti degli anni ’70. Poi certo, l’economia per ora tiene e l’estate è andata tutto sommato bene, così come non si annuncia un autunno devastante sul fronte Covid. Insomma, non è tutto perduto. Quel che è certo però è che a Palazzo Chigi per la Meloni (ma per chiunque) non sarà una passeggiata e il barometro segna tempesta…

E’ sempre tempo di Coaching! 

Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure prendi appuntamento per una  sessione di coaching gratuito

0

Aggiungi un commento