Politica: Zar per una notte Berlusconi fa Berlusconi precisa e rettifica, ma non si smentisce mai e noi italiani nemmeno…

Il Cavaliere ieri ha parlato a ruota libera di Meloni e del governo, ma soprattutto di Putin e della guerra. E come al solito dice quello che molti pensano ma non hanno, giustamente, il coraggio di dichiarare. Tranne Fontana, che purtroppo ce l’ha… Per fortuna che era tornata l’armonia nel centrodestra. In poche ore, la via che sembrava spianata per Giorgia Meloni premier è stata lastricata di ostacoli così ingombranti da mettere in dubbio il suo tentativo di ricevere l’incarico dal Quirinale. E attenzione: sono macigni messi dagli alleati, e non dai nemici. La situazione assume contorni così surreali… Silvio Berlusconi, come al solito, passa un’enorme quantità di tempo a precisare, puntualizzare e rettificare, ma non si smentisce mai. Non ha mai detto che Giorgia Meloni avesse tenuto un comportamento «supponente, prepotente, arrogante, offensivo», come scritto, a caratteri ben leggibili, nel famoso foglietto fotografato in Senato (quelle erano le opinioni degli altri parlamentari di Forza Italia che lui si era diligentemente appuntato; il suo personale giudizio era «su un altro foglio», ed era, ovviamente, «assolutamente positivo»). Non ha mai avuto l’intenzione di non far eleggere Ignazio La Russa presidente del Senato, e la scelta di non partecipare alla prima votazione – compiuta del resto dai senatori di Forza Italia, com’è noto, indipendentemente dalla sua volontà – sarebbe comunque rientrata alla seconda, perché l’unica cosa che intendevano fare era dare un segnale. E mentre scrivo questo post sosterrà certamente che non ha detto nulla neanche sulla lista dei ministri, su Elisabetta Casellati alla Giustizia al posto di Carlo Nordio, sui suoi battibecchi con Meloni e su tutti gli altri argomenti (personalmente ascoltati) con cui ieri ha riempito agenzie, telegiornali e talk show. Soprattutto, stando almeno a quanto prontamente spiegato da una nota di Forza Italia, Berlusconi non ha mai detto di avere riallacciato i rapporti con Vladimir Putin, come rivelato dall’agenzia La Presse, essendosi limitato piuttosto a raccontare «una vecchia storia relativa a un episodio risalente a molti anni fa». Questa la trascrizione dell’audio pubblicato, subito dopo la smentita, da La Presse: «I ministri russi in diverse occasioni hanno detto che noi siamo già in guerra con loro, perché? Perché forniamo armi e finanziamenti all’Ucraina. Io personalmente non posso esprimere il mio parere perché se poi viene raccontato alla stampa o altro, eccetera, viene fuori un disastro, però sono molto, molto, molto preoccupato. Ho riallacciato un po’ i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto, nel senso che per il mio compleanno mi ha mandato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima, io gli ho risposto con delle bottiglie di Lambrusco e una lettera altrettanto dolce. Io ero stato dichiarato da lui il primo dei suoi cinque veri amici». Queste le parole che ciascuno può ascoltare dalla viva voce di Silvio Berlusconi, quattro volte presidente del Consiglio, leader di un importante partito della maggioranza impegnato nelle trattative sulla formazione del nuovo governo. Del resto, non è un caso che quest’uomo abbia dominato come nessun altro la politica italiana per quasi trent’anni: non perché qualcuno abbia mai creduto alle sue smentite, ma per l’esatto contrario. Nessuno dei suoi elettori si è mai bevuto la storia della nipote di Mubarak, il che non vuol dire affatto che non l’abbiano apprezzata, probabilmente perché convinti che fossero sempre altri, gli odiati avversari, a doverla mandar giù. Berlusconi è Berlusconi anche grazie alle sue storie e alla sua impudenza, ai suoi qui lo dico e qui lo nego, e proprio per questo è stato ed è ancora oggi capace di rappresentare milioni di italiani, persino più di quelli che poi effettivamente lo votano. Con il suo stile, ancora una volta, dice quello che molti pensano ma non hanno, giustamente, il coraggio di dichiarare. Tranne Lorenzo Fontana, che quel coraggio purtroppo ce l’ha, e da neoeletto presidente della Camera giusto oggi dice che le sanzioni alla Russia «potrebbero essere un boomerang». Eppure, nonostante tutto, molto più di Matteo Salvini o di Nicola Frantoiani, è Berlusconi a rappresentare il sentimento profondo di tanti italiani che vorrebbero abbandonare l’Ucraina al suo destino, non per ragioni ideologiche e tanto meno geopolitiche, forse nemmeno per timore della bomba atomica, ma perché intendono il pacifismo semplicemente come il diritto di essere lasciati in pace, e lo considerano l’unico diritto davvero inalienabile. Berlusconi li rappresenta non nonostante, ma grazie alle sue reiterate smentite, così simili a quelle di tanti altri sostenitori della medesima causa, sempre pronti a scattare gonfi d’indignazione al primo che si permetta di definirli putiniani, solo perché ripetono tutte le balle della propaganda putiniana, così come fino a ieri facevano tanti intellettuali, di destra e di sinistra, con i loro dubbi e i loro distinguo sui vaccini o sul green pass, quando qualcuno si azzardava a dar loro di no vax. Silvio Berlusconi, in realtà, li rappresenta tutti, da sempre, più e meglio di quanto essi stessi siano capaci di rappresentarsi e di riconoscersi per quello che sono. Ed è per questo, forse solo per questo, che è ancora là… Dunque, la clamorosa ripresa delle relazioni fra Silvio Berlusconi e il presidente russo, raccontata dal Cavaliere è un caso che infiamma la maggioranza capitanata da Giorgia Meloni e rischia di bloccare il decollo del nuovo governo, alla vigilia delle consultazioni al Quirinale. Nello stesso giorno in cui come già ricordato Lorenzo Fontana, neopresidente leghista della Camera, solleva dubbi sulle sanzioni a Mosca. E un altro protagonista di queste ore è Ignazio la Russa, a cui il cui ruolo di presidente del Senato e seconda carica dello Stato dovrebbe imporre terzietà e lontananza dalle trattative di partito. E invece: “mettete a verbale che, se ha voglia di dichiarare, dichiarerà, se ha voglia di fare una riunione di partito, si riunirà, se gli monta il desiderio di randellare un avversario, randellerà. Se avanza seguitelo, se indietreggia, non scherziamo, quando mai ‘Gnazio indietreggia? Per come la vede lui, chiedergli di astenersi dalla contesa in nome della terzietà della sua carica è, appunto, come imporgli in quale bar consumare cappuccio e cornetto, o in quale ascensore infilarsi. La stessa cosa, proprio. E guai a criticarlo”. Ma tutto ciò non basta, anche Maurizio Gasparri, un altro esponente ex missino, ora Forza Italia, crea sconcerto con le sue prime tre proposte di legge per cancellare alcuni diritti. I tre progetti riguardano il reato di surrogazione di maternità commesso all’estero, il riconoscimento della capacità giuridica del concepito, l’istituzione della Giornata della vita nascente. Con la capacità giuridica riconosciuta all’embrione dal momento del concepimento (e non alla nascita, come avviene oggi), l’aborto sarebbe quindi omicidio. Lo sconcerto è tale, che tutti stanno chiedendosi cosa sta succedendo? La risposta è nelle cose che vediamo… questa è la destra destra di governo… che Dio ci aiuti, che l’opposizione è in altre cose affaccendata…

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