Sognare o rinunciare? Questo è il problema…

Sogno o rinuncia. Come vorrei avere un nuovo lavoro… Come vorrei lavorare in un ambiente più dinamico e collaborativo… Quanto mi piacerebbe aprire una piccola attività tutta mia… Oppure partire per quel viaggio che sogno da tempo…
Quanti desideri esprimiamo con un sospiro per poi scacciarli con la voce della ragione che li etichetta come irrealistici o impossibili?
Quanti sogni restano nel cassetto? E quanti invece una volta tirati fuori si raffreddano o vengono abbandonati davanti alle prime difficoltà o ostacoli?
A questo punto non converrebbe mettere definitivamente da parte i nostri sogni, non dare più retta a certe stupidaggini infantili e stare con i piedi per terra?
Per chi un lavoro ce l’ha precario o non ce l’ha per niente, è già tanto sopravvivere e arrivare a fine mese! Di quali sogni stiamo parlando? Ed i privilegiati che hanno un contratto “stabile” non dovrebbero pensare neanche per un attimo a lasciarselo sfuggire! Ma siamo matti?! Quello che abbiamo ce lo teniamo ben stretto, meglio non rischiare ed aspettare tempi migliori, sempre che arrivino!
Ha ancora senso sognare?
Tali pensieri saranno sicuramente passati nella nostra mente, espressi da una voce interiore oppure dalle persone intorno a noi. Sognare sembra essere passato di moda, sotto l’ombra della crisi… Lo si concede solo ai bambini o a chi può permetterselo, non alle persone comuni!
Ma le cose stanno davvero così?!
Se ci guardiamo intorno con un occhio attento, scevro da pregiudizi, noteremo dei fatti solo apparentemente scontati:
…una coppia di novelli sposi che ci abita vicino aspetta un bambino
…un nuovo bistrot che propone prodotti tipici del territorio è sempre pieno all’ora dell’aperitivo
…un’associazione culturale che ha vinto un bando e propone corsi di orticultura e di riciclo creativo
…un giovane che ha fondato insieme ai suoi coetanei una startup innovativa
…un uomo che dopo anni di lavoro in ufficio decide di partire come volontario per una onlus in Africa
…una donna che ha creato una rete di mamme che condividono le proprie risorse personali e professionali.
Questi chiaramente sono solo degli esempi (ma realistici) di persone che da sole o insieme ad altre hanno dato vita a qualcosa di buono ed utile, accomunate dal medesimo “amico immaginario”: il Sogno!

“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio

di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”

(Paulo Coelho)

Si racconta spesso l’epopea di Steve Jobs che ha creato la Apple partendo da un garage, così come quella per alcuni versi simile del nostrano Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, ma ci sembrano esempi lontani o poco attinenti alla nostra condizione.
Questi citati invece rappresentano uomini e donne, giovani e non solo, che hanno concretizzato qualcosa che all’inizio esisteva solo nella loro testa e che poteva restare un’idea campata in aria, come tante altre.
Un piccolo suggerimento: se ne avete la possibilità, parlate con queste persone, fatevi raccontare la loro storia, scoprite la motivazione che li ha spinti, la visione che hanno perseguito… potreste fare delle scoperte interessanti!
Qualcuno potrebbe dire che questi esempi, per quanto edificanti, rappresentano solo una minoranza…
Ci saranno almeno altrettante persone che non sono riuscite nel loro intento, che sono rimaste deluse nelle loro aspettative o che hanno subito degli insuccessi!
Sappiamo che non soltanto questo è vero, ma anche che “chi ce l’ha fatta” è passato attraverso difficoltà e battute d’arresto, perché il percorso verso la realizzazione di se stessi e il ‘successo’ non è mai lineare!
Il punto quindi non è tanto il rischio o meno di “fallire” (perché questo prima o poi accade a tutti) quanto la percezione del fallimento e la reazione allo stesso.
Si può percepire come una sorta di “punizione”, come segno di inevitabile sconfitta che conduce a reagire abbandonando il campo… oppure come un ostacolo o una caduta non definitiva, a cui si reagisce rialzandosi e continuando a perseguire il proprio sogno.
Come disse il leader del movimento anti-apartheid che patì quasi 30 anni di prigionia per le sue idee politiche prima di essere liberato e quindi eletto presidente del Sudafrica:

“Un vincitore è semplicemente un sognatore

che non si è mai arreso”

(Nelson Mandela)

La storia (di grandi personaggi così come quella della gente comune) ci insegna che chi persegue nel suo sogno senza arrendersi alla fine “vince” …e soprattutto che durante il percorso diventa una persona “migliore”, più positiva, speranzosa e incoraggiante anche verso gli altri!

dreams Chi non sogna, o meglio, chi non crede ai suoi sogni, lo fa perché non intende rischiare di fallire o di soffrire.
Si chiude al sicuro delle sue certezze oppure rimugina sulle “sfortune” e le delusioni della sua vita, ma in questo modo sbarra anche la strada alla sua felicità e alla sua realizzazione!
Infatti se ci ripariamo sotto uno scuro ombrello è vero che ci proteggiamo dalla pioggia (fino a che l’ombrello tiene e non si buca quantomeno!), ma anche dalla luce del sole, ossia dalla gioia e dall’entusiasmo che ogni sogno porta con sé.

 “Non dire mai che i sogni sono inutili,

perché inutile è  la vita di chi non sa sognare”

(Jim Morrison)

Se rinunciamo a sognare, non solo stiamo uccidendo i nostri desideri più profondi, ma soprattutto stiamo uccidendo noi stessi! Ci oscuriamo, diventiamo cinici, pessimisti e critici verso tutto e tutti…
Siamo fatti per creare a partire dalla nostra immaginazione. Se la blocchiamo, stiamo spegnendo la nostra luce più preziosa… Se invece la recuperiamo, se riaccendiamo la speranza che cova sotto la cenere dello scoraggiamento, ritroveremo anche i nostri sogni, non quelli altrui, di seconda mano, ma quelli autentici che ci realizzano pienamente come esseri umani!

“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”

(William Shakespeare)

 

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