2. Italiani: Siamo veramente un Popolo senza futuro e senza speranza?

…riprendendo il ragionamento, vediamo prima di tutto cosa e chi ci hanno portato a questo punto… sì, come siamo arrivati a questo punto?

Parafrasando il titolo di un libro di qualche anno fa di Annalisa Colzi: “Come Satana Corrompe la Società?” (2009 – ed. Città Ideale) proviamo a chiederci “Com’è che Satana Corrompe la Politica?” …naturalmente in questo caso c’è un’ulteriore interrogativo: “Chi è Satana?” La tesi è la seguente: sono passati quasi cinquant’anni da quando per definire l’epoca contemporanea venne coniato il termine “società dello spettacolo”. In questo lasso di tempo i mezzi di comunicazione di massa si sono ulteriormente sviluppati, arrivando a raggiungere un grado di incisività e di condizionamento costante e capillare della nostra vita. E oggi, tutto è spettacolo, filtrato dal principale apparato di cui questa società si serve: la televisione senza comunque scordare anche gli altri media. Lo spettatore (noi tutti), sta inerte innanzi allo schermo, è viepiù vulnerabile, espone la sua mente a un meccanismo persuasivo che, operando su vasta scala anche mediante messaggi subliminali, manipola le menti e conseguentemente le masse. Ne deriva che chi controlla i palinsesti televisivi e l’Editoria ovvero la stampa quotidiana ma anche la comunicazione via Internet e i web dei Social più diffusi …possiede il più efficace strumento di controllo mai esistito, capace di orientare le opinioni, le scelte, i comportamenti di milioni di persone. Ora, a margine di queste considerazioni sorge qualche quesito, ovvero: dove vanno ricercati i poteri che dispongono di una simile risorsa? Quali messaggi veicolano tra le masse? In ultimo, che interesse ne traggono? A queste tre e ad altre domande prova per l’appunto a rispondere nel libro citato Annalisa Colzi, una scrittrice che da anni studia i fenomeni televisivi e pubblicitari per snidare le torbide finalità che vi si celano dietro. Intervistata, qualche tempo fa, l’autrice spiega come dal suo punto di vista ritiene che i mass media abbiano manipolato le masse, propugnando (trasmettendo e scrivendo) di mefistofeliche ideologie che quotidianamente ci propongono:  “…Nel momento in cui mi sono resa conto che l’utilizzo della droga, dell’alcool e del sesso era divenuta abitudine per tanti giovani. Ho cominciato a pensare che vi fosse qualcuno dietro a questo annientamento della personalità. Qualcuno di potente in grado di cambiare le opinioni personali e della coscienza. E così, dopo varie ricerche, ho scoperto che il colpevole è rappresentato dal mondo mediatico in tutte le sue sfaccettature…” Vuole degli esempi? Chiede lei all’intervistatore… bene per esempio: “Pollon, uno dei cartoni animati più amati dai bambini, dove si parla di cocaina come se nulla fosse. Il ritornello della canzoncina è molto chiaro “Sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria, se lo mangi o lo respiri ti dà subito l’allegria”. “…d’altra parte anche il gesto che compie Pollon con gli orsetti mentre la canta è eloquente. Ma si può parlare anche dei Simpson, il cui protagonista è un ubriaco cronico dalla battuta macabra: “Evviva l’alcool, la causa di… e la soluzione a… tutti i problemi della vita!”. Certo la battuta è considerata ironica… ma diviene motivo di goliardia fra ragazzini che oggi cominciano a bere fin dall’età di 11 anni alla ricerca dello “sballo” ad ogni costo! L’intervista continua e: “Ma vi sono altri aspetti inquietanti legati ai media: i messaggi esoterici e satanici. Yu-Gi-Oh ne è un esempio. In questo cartone animato si parla di “attaccare con il mago nero”; di sprigionare lo “Spirito maligno dell’anello” e via di questo passo…. Questi cartoni animati sono causa di molti disturbi psicologici per tanti bambini”. Ma anche la musica moderna è molto diffusa, specialmente tra i ragazzi. È anche in questo campo che si insinua il fumo corruttore? Certo, anzi è la strada preferenziale utilizzata dai manipolatori della coscienza, perché certi personaggi diventano il punto di riferimento per tanti adolescenti… Sono decine negl’ultimi 15/10 anni gli esempi in questo senso! Lady Gaga, grande amica di Marylin Manson, canta testi insignificanti ma con video pieni di simbologie… che copiano esattamente quello che viene compiuto durante le messe nere. 

Molti    gruppi    metal, come gli Slayer  e altri cantino testi pieni di riferimenti satanici. Ma anche i cantanti italiani non scherzano e, se anche non parlano di satanismo esplicito, istigano al suicidio, all’omicidio, all’utilizzo di droghe, di alcool, al sesso, all’anticlericalismo, alla perversione. Fabri Fibra – tanto per citarne uno – nel suo testo Cento modi per morire, ci dice che il “modo migliore per morire è con la droga, un mix di pasticche, eroina e altra roba. E di questi esempi se ne potrebbero fare a centinaia. e sono in continuo aumento…” C’è quindi da chiedersi Chi sono i registi di tutta questa produzione mediatica che seduce e perverte gli spettatori?!” Torniamo alla parafrasata domanda… per quel che ci riguarda rispetto alla Politica e Corruzione… cercando appunto chi è nel caso “Satana…” lasciando da parte l’esoterici giudizi di chi sostiene ad esempio: “Secondo il mio parere è la Massoneria guidata da Lucifero. Persone che stanno dietro le quinte al servizio del male…” E vediamo chi e cosa può aiutarci a capire meglio?!  I fenomeni di corruzione hanno a che fare con l’uso del potere e del suo abuso. Quando un giudice vende una sentenza, quando un agente di polizia agisce come malfattore o ladro, quando un insegnante attua una promozione in cambio di un compenso, quando un funzionario pubblico promuove un impiegato per complicità in vantaggi personali, quando un dirigente pubblico accoglie l’appalto di una ditta in cambio di tangenti, quando un medico privilegia un paziente in cambio di denaro, quando capi di stato vendono le risorse del proprio paese in cambio di un sostegno al loro potere e appropriandosene di una parte, quando vescovi e preti difendono e coprono responsabili di abusi sui minori perché non venga posta in discussione la struttura del potere ecclesiale, in tutti questi casi si può parlare di fenomeni diversificati di corruzione…Ma anche a livelli più vicini al quotidiano vi sono situazioni talvolta difficilmente definibili, ma qualificabili come episodi di “corruzione a bassa intensità” che segnano la vita ordinaria: sono le raccomandazioni, la richiesta e concessione di favori su base di amicizia e di qualche piccolo vantaggio, le forme dell’illegalità e dell’indifferenza davanti ad esse, le raccomandazioni di sostegno familistico.  La corruzione a livello politico e nei settori nevralgici dell’economia e della vita sociale è uno dei dati del nostro tempo. Ciò provoca l’interrogativo riguardo all’individuazione e all’analisi delle cause, relativamente ad una definizione per coglierne caratteri ed espressioni, e soprattutto riguardo alla formulazione di una strategia per combattere o per lo meno arginare e tentare di curare tale fenomeno che si connota come malattia mortale che disgrega in profondità i legami sociali, produce disuguaglianza e genera un uso del potere svincolato dalla partecipazione dal controllo democratico. Una possibile sintesi dei quesiti rispetto al problema potrebbe essere la seguente: “…C’era un Paese che si reggeva sull’illecito, non che mancassero le leggi né che il sistema politico non fosse basato sui principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema articolato su un gran numero di centri di potere aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati. Ne aveva bisogno perché, quando ci si abitua ad avere molti soldi, non si è più capaci di concepire la vita in altro modo e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva in cambio di favori illeciti. Il Paese aveva anche nello stesso tempo un dispendioso bilancio ufficiale alimentato dalle imposte su ogni attività lecita e finanziata illecitamente da tutti coloro che illecitamente riuscivano a farsi finanziare. Perché in quel Paese nessuno era disposto, non diciamo a fare bancarotta, ma neppure a rimetterci di suo, e non si vede in nome di che cosa si sarebbe potuto pretendere che qualcuno ci rimettesse; la finanza pubblica serviva ad integrare lecitamente in nome del bene comune i disavanzi delle attività che sempre in nome del bene comune si erano distinte per via illecita”. Così già Italo Calvino descriveva in una favola – che favola non era, ma tragica allusione alla realtà – la situazione sociale di un immaginario paese segnato dalla corruzione. Un paese segnato da uno scambio di favori illegali richiesti a coloro che potevano disporre di mezzi e di potere. Un agire in nome del bene comune portato a motivazione di copertura dell’illecito diffuso a causa del dominio di un “sistema economico” bisognoso di mezzi finanziari senza limite per sostenere una abitudine a vivere con tanti soldi. E questi ultimi procurati per vie di malaffare. Che “Satana” per la politica e la sua “anima” …sia la finanza e l’economia? Sì! Pare essere l’unica e vera risposta al quesito retoricamente posto. E’ importante cercare di individuare i significati del termine corruzione. Porre tale questione implica innanzitutto cercare di tracciare almeno alcuni contorni di un atteggiamento che diviene stile di vita e si declina in scelte e comportamenti ma che nelle sue radici fa riferimento ad un modo di intendere la vita di concepire il mondo. “La corruzione è l’abuso di un potere fiduciario per un guadagno privato e il cui problema morale di fondo è la rottura di un legame di fiducia. Il costo della corruzione è altissimo: direttamente in termini di perdita di servizi, in particolare per i poveri, e indirettamente in termini di posti di lavoro che sarebbero stati creati se le aziende non avessero dovuto far fronte ai costi extra che la corruzione genera. Un dato da cogliere nei fenomeni di corruzione risiede nel valore che viene attribuito alla conoscenza personale di chi detiene una qualche forma di potere. La forma della raccomandazione può essere presa ad esempio del livello elementare e forse minimo in cui si può presentare un dinamismo di corruzione. Si tratta di quel genere di comportamenti in cui si cerca di superare difficoltà e lungaggini, in un ufficio pubblico, in una struttura sanitaria o nella ricerca di lavoro, approfittando dell’interessamento di qualche conoscente. La raccomandazione rende veloce la pratica, fa superare gli ostacoli per cui si rimarrebbe probabilmente scartati, apre porte che altrimenti potrebbero rimanere chiuse. Molte volte la raccomandazione, fondata sulla conoscenza di qualcuno che conta in quell’ambiente e che detiene un certo potere, genera la possibilità e il dovere di restituire il favore. E si instaura così una catena di scambi e di piaceri, in una rete in cui ad un certo punto diviene difficile districare la soglia tra ciò che è lecito e ciò che è illecito. E’ questo il confine incerto in cui spesso s’annida il terreno di coltura di un malaffare che prende le mosse non da grandi scelte ma da una atmosfera di inavvertenza ordinaria, quotidiana. Infatti c’è un livello in cui la raccomandazione in quanto scambio di favori vede l’intervenire di un’altra variabile: non più solamente la conoscenza e il favore ma l’elemento del denaro. La conoscenza di un persona che ha un qualche potere viene richiesta di un favore in uno scambio in cui si attua un vantaggio economico, per uno o per entrambi i soggetti coinvolti, in modi diversi. A questo punto si attua un salto di qualità, e si passa da una mala gestione ad un evento di tipo corruttivo. I casi sono molteplici e risultano dall’ascolto delle vicende quotidiane talvolta di episodi eclatanti di drammatico malaffare, più spesso nell’indifferenza di una acquiescenza ad un sistema in cui così fan tutti e che non suscita reazione e protesta.

La compravendita di personaggi politici per indurli a votare in un certo modo, la prescrizione di presidi medici inadeguati, l’intervento chirurgico inutile, la compera della sentenza favorevole da un giudice sono tutte espressioni concrete in cui la corruzione genera nella percezione società una impressione più forte e talvolta reazione perché coinvolge un pubblico ufficiale. Sono fenomeni diversi dalla piccola regalia per avere una facilitazione, ma le connessioni sono forti e vanno portate a consapevolezza. La corruzione ha il volto di un sistema in cui vige un sottile meccanismo di omertà per certi aspetti simile a quello della mafia: le persone divengono complici di interessi che possono essere intrecciati ma in questo processo si attua sfruttamento, imposizione e asservimento del più debole. L’omertà può essere causata dal clima di paura che le mafie impongono, ma anche esito del carattere bilaterale della corruzione stessa che vede una complicità in atto tra colui che corrompe e colui che è corrotto. In tempo di riduzione dello stato sociale la criminalità trova nuovi spazi di azione e spesso ciò avviene negli ambiti del riciclo di denaro illecito, di acquisizione di posti di vantaggio o di potere. Non si tratta solo di comportamenti di singoli, ma anche di agenti sociali all’interno di una rete. In tal senso la corruzione “è un sistema di comportamento a rete al quale partecipano agenti (individuali o sociali) con interessi privati e col potere di influenza per garantire condizioni di impunità allo scopo di ottenere che un gruppo di funzionari pubblici o di persone private, investito di potere decisionale realizzi atti illegittimi che violano i valori etici di onestà, probità e giustizia e che possono essere anche atti illeciti che violano norme legali per ottenere benefici economici o di posizione politica o sociale a detrimento del bene comune Gli affetti della corruzione sono disgreganti i legami sociali, pesano maggiormente sui poveri, incidono fortemente sugli assetti economici generando danni incalcolabili. Ma le loro conseguenze si riflettono anche nell’ambito della vita sociale e politica. Attività di corruzione minano il riferimento ad una legge comune e generano un venir meno dei rapporti di fiducia e di solidarietà tra le persone. Non si tratta peraltro solamente di un fenomeno che segna la vita delle persone e dei popoli. A livello mondiale sempre più appare come l’ambiente sia una tra le principali vittime della corruzione e insieme ad esso la qualità della vita delle generazioni future.  

Riflettendo sul tema Gustavo Zagrebelski, giurista e già giudice della Corte costituzionale italiana dal 1995 al 2004 e suo presidente per un periodo, ci offre alcuni elementi per l’analisi del fenomeno: “La diffusione della corruzione è diventato il vero humus della nostra vita politica, è diventata una sorta di costituzione materiale. Qualcuno… ha detto che nel nostro Paese si fa carriera in politica, nel mondo della finanza e dell’impresa solo se si è ricattabili (…) questo meccanismo della costituzione materiale, basato sulla corruzione, si fonda su uno scambio, un sistema in cui i deboli, cioè quelli che hanno bisogno di lavoro e protezione, gli umili della società, promettono fedeltà ai potenti in cambio di protezione. E’ un meccanismo pervasivo che raggiunge il culmine nei casi della criminalità organizzata ma che possiamo constatare nella nostra vita quotidiana (…) questo meccanismo funziona nelle società diseguali in cui c’è qualcuno che conta e che può e qualcuno che non può e per avere qualcosa deve vendere la sua fedeltà, cioè l’unica cosa che può dare in cambio. (…) Questo meccanismo fedeltà-protezione si basa sulla violazione della legge. Se vivessimo in un Paese in cui i diritti venissero garantiti come diritti e non come favori, saremmo un paese di uomini e donne liberi. Ecco libertà e onestà. Ecco perché dobbiamo chiedere che i diritti siano garantiti dal diritto, e non serva prostituirsi per ottenere un diritto, ottenendolo come favore.” La corruzione è fenomeno dilagante. Segna certamente l’Italia, un Paese contraddistinto da una presenza profonda della criminalità organizzata e della mafie ma anche da un illegalità diffusa e ordinaria, ma è un portato della condizione di disuguaglianza che attraversa il nostro pianeta. Una ricerca di “Transparency International”, ONG con sede a Berlino, risulta che Somalia, Corea del Nord,e Afghanistan sono i paesi in cui c’è maggior corruzione. Danimarca, Nuova Zelanda, seguiti da Lussemburgo, Canada, Australia, Olanda e Svizzera risultano come i paesi dove c’è maggiore trasparenza nei conti pubblici. Ma è proprio la natura della corruzione che è illegale e segreta a rendere difficile ogni calcolo e valutazione su di essa. C’è una logica dell’accumulo capitalista che genera disuguaglianza e sta alla base di fenomeni di corruzione. Come rilevato da Thomas Piketty l’accumulo della ricchezza a livello privato supera la ricchezza prodotta dallo sviluppo dei paesi. Le ‘Grandi disuguaglianze crescono’ è il documento di analisi pubblicato annualmente da “Oxfam”, da cui emerge che l’1% della popolazione ha visto la propria quota di ricchezza mondiale crescere dal 44% del 2009 al 48% del 2014 e che a questo ritmo si supererà il 50% in questi anni che ci dividono dal 2020. Gli esponenti di questa élite avevano una media di 2,7 milioni di dollari pro capite nel 2014. Del rimanente 52% della ricchezza globale, quasi tutto era posseduto da un altro quinto della popolazione mondiale più agiata, mentre il residuale 5,5% rimaneva disponibile per l’80% del resto del mondo: vale a dire 3,851 dollari a testa, 700 volte meno della media detenuta dal ricchissimo 1%. Emerge così come l’estrema disuguaglianza tra ricchi e poveri implichi un progressivo indebolimento dei processi democratici ad opera dei ceti più abbienti, che piegano la politica ai loro interessi a spese della stragrande maggioranza.  Oxfam International, rileva già da tempo: che proprio la questione della grande disuguaglianza è il primo problema mondiale: “l’analisi dimostra, con esempi e dati provenienti da molti paesi, che viviamo in un mondo nel quale le élite che detengono il potere economico hanno ampie opportunità di influenzare i processi politici, rinforzando così un sistema nel quale la ricchezza e il potere sono sempre più concentrati nelle mani di pochi, mentre il resto dei cittadini del mondo si spartisce le briciole. Un sistema che si perpetua, perché gli individui più ricchi hanno accesso a migliori opportunità educative, sanitarie e lavorative, regole fiscali più vantaggiose, e possono influenzare le decisioni politiche in modo che questi vantaggi siano trasmessi ai loro figli”. La questione di una diffusione di comportamenti corruttivi conduce così a considerare la responsabilità etica nella vita. C’è una riflessione etica che considera l’ambito della vita sociale e una propria del vivere individuale che interpella la responsabilità dei singoli. Certamente è oggi cresciuta una sensibilità all’etica sociale, ma non può questa andare sganciata da una parallela crescita della responsabilità nell’ambito della vita individuale. Nel termine corruzione sta racchiusa l’indicazione di mandare in pezzi qualcosa che dev’essere mantenuto intero, una sorta di rottura dei legami che tengono insieme. Sta anche l’idea di un deterioramento che investe non solo una dimensione esteriore ma anche l’interno e porta ad una decomposizione, che intacca le qualità profonde. E’ questo un processo assimilabile al marcimento di sostanze organiche che conduce ad un deteriorarsi e decadere… …la riflessione quindi deve essere ormai personale oltre che collettiva… una reale lotta contro la corruzione di un sistema economico, politico e sociale… passa attraverso la coscienza di ognuno di noi… solo così è possibile chiedersi se noi: “Italiani: siamo un Popolo senza futuro e senza speranza…

<<segue>>

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