Come facciamo ad orientarci in un Mondo…senza idee?

Nel 1992, il politologo statunitense Francis Fukuyama elaborò la teoria della fine delle ideologie nel suo bestseller “La fine della storia e l’ultimo uomo”. Nel libro, la storia dell’umanità è descritta come un unico processo di evoluzione e progresso che termina alla fine del XX secolo con il raggiungimento della “società ideale”, fondata sull’ordinamento liberal democratico, sulla globalizzazione e appunto la fine di ogni ideologia, considerata un retaggio del passato. Paradossalmente, questa stessa teoria è servita da giustificazione a un’ideologia: l’ideologia del “pensiero unico”. Gli ideologi del “pensiero unico” moderno considerano la propria visione del mondo come l’unica possibile e la propria visione ideologica come l’ultima tappa auspicabile della storia. Già come se fosse possibile in futuro un mondo senza una storia. Ecco qui rapidamente spiegato come si è giunti negli ultimi anni alla ‘moda’ di dire che “sinistra” e “destra” non esistono più, che siamo nell’era delle post-ideologie… Ma credere di vivere in un’era priva di ideologie è essa stessa un’ideologia ed è anche una delle più totalizzanti e pervasive. Tutto nasce dall’equivoco, non certo ingenuo, di identificare la parola ‘ideologia’ con qualcosa di negativo. Niente di più sbagliato! Dal momento che l’ideologia rappresenta da definizione un complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano i gruppi sociali che formano la Società. In sostanza, si tratta delle idee su cui si fonda la nostra vita umana e sociale in una sintesi equilibrata ed equa di diritti e doveri. Partendo da questo assunto, si desume che dichiarare di vivere nell’era “post-ideologica” sia una falsa asserzione, dal momento che questa è un’opinione che pretende di essere creduta fideisticamente, senza cioè un reale ancoraggio alla realtà. I propagandisti della fine di destra e sinistra e dell’era della post-ideologia infatti non possono certo farci credere, come vorrebbero, che non esistono più valori e opinioni, per l’appunto idee che orientano una Società e i gruppi sociali che la compongono, semmai possono dire che questi valori e che queste idee evolvono nel tempo adattandovisi, ma la sostanza resta irrimediabilmente se stessa. Altrimenti, dovremmo prendere atto che un Mondo senza ideologie sia praticamente un mondo privo di valori e anche di idee. E come faremmo ad orientarci in un Mondo senza idee?  Le idee ci servono eccome! Oggi più che mai, dovrebbero essere la “bussola” per non perderci, per non smarrirci nel caos. E permetterci di “orientarci nel gran disordine del Mondo”. Ora, sicuramente in modo superficiale, si ritiene che questa generale “crisi politica” che colpisce il Globo, in questi tempi di una economia che vive in perenne aria di default, sia principalmente causata da élite incompetenti e corrotte. Capisco che se applichiamo questa ‘osservazione’ al nostro tanto vituperato Parlamento, pur passando per qualunquisti, non potremmo che essere d’accordo. Ma c’è una domanda legittima che dovremmo porci tutti, ovvero: qual è il presupposto primario che garantisce a un gruppo politico del genere di mantenersi nei tempi che corrono? Forse è ora di affrontare la questione per un altro verso: che il problema è in realtà esterno all’oggetto (la politica e i politici) sul quale puntiamo l’indice. La mancanza di una qualsivoglia forma di idea – di innovazione, di spinta culturale che dovrebbe sottendere come background di un cambiamento sociale – è del tutto assente fuori dalla rappresentanza politica e dalle istituzioni… è assente nella Società! E’ assente in noi!  Mancano le idee, che abbiano l’ardire di fornire qualcosa di utile, del cibo buono per la mente, contro lo sconforto, il cinismo e la rassegnazione, che ci prende ormai in un sempre maggior numero. Finché questo presupposto rimarrà, assisteremo al trionfo continuo della “politica del nulla”, che non parla di niente (e questo con o senza Porcellum, Italicum o Tedeschellum), la politica che non ha contenuti, obiettivi e futuro se non quello (ormai palese) di autoconservazione dei politici e altre “caste” connesse. E’ l’impossibilità di sviluppare una reale dialettica tra idee nella società che impedisce all’interno delle mura politiche di veder germogliare un Mondo nuovo. Essendo la politica lo specchio del paese e della società, viene da sé che si possano trarre conseguenze estreme e radicali da questo principio.  Eppure mi verrebbe da sostenere che l’assenza di un “pensiero nuovo” si rifletta ormai in molti ambiti della nostra vita quotidiana, anche nei più marginali, questo “virus del nulla” non ha infettato solo la sfera pubblica e non è circoscritto ad una cricca di buoni a nulla in doppiopetto, ma permea l’intera nostra Società. Ora, quando mancano le idee, significa che il mondo è ‘deceduto’, è un cadavere che ancora non sa di saperlo. Se però ci soffermiamo a pensare e guardiamo non solo con gli occhi ma anche con la mente, comprenderemmo che il Mondo sta lentamente tentando di entrare in una nuova era, che ancora non ha un nome, né un volto, né una bandiera definitivi. Certo aumenta la paura, ma forse non c’è da spaventarsi: citando Fabrizio de André ricordiamoci che: “dal letame nascono i fiori”. Stiamo d’innanzi a un bivio storico: l’arte e la letteratura, ad esempio, gli attori protagonisti indiscussi della cultura umanistica di una civiltà (tanto quella nostrana quanto quella di tutto l’Occidente) dei secoli scorsi sembra che non abbiano più nulla da dire, o che tutto quello che potevano dire sia già stato detto. Ma questa pseudo “bestemmia” vuole essere una provocazione. La loro storia sarà infinita proprio per la loro intrinseca natura. Si tratta quindi solo di un impressione che la contemporaneità si porta sulle spalle. L’innovazione culturale si perpetra all’infinito sotto forme sempre nuove. Per generalizzare, il nocciolo della questione (che poi esplicita il dramma del mondo contemporaneo) è che questo processo sembra essere una spirale che potrà terminare solo quando il mondo (o l’Italia, o la società) conoscerà un nuovo ‘polo’, a noi ancora ignoto. Vedrete che succederà prima o poi, la storia ha dimostrato spesso come da un orientamento culturale e politico si generi molto spesso il suo contrario (…dopo il Medioevo è venuto il Rinascimento)  e questo può far ben sperare. Sembra che la centralità della Società e della nostra vita oggi e nel prossimo futuro, girerà attorno a tre parole: lavoro, diseguaglianze e immigrazione. La sfida è affrontare queste parole e i problemi che rappresentano nella Società moderna e alquanto complessa in cui viviamo. Quel che serve è un pensiero nuovo sull’esistenzialismo e l’umanesimo… che confermi i valori e le idee,  direi il senso stesso dell’umana convivenza. La fiducia nell’umanità, anche oggi, direi che è almeno doverosa. Forse oggi più che mai. Sapendo che diventa pericolosa quando è attuata come semplice delega alla classe politica. Per questo dobbiamo renderci conto che tutti noi, nel bene e nel male, prima o poi dovremo da “attori” protagonisti e non da semplici “spettatori” partecipare e essere portatori di idee e valori innovati prendendo parte in prima persona alla vita politica e sociale…

“E’ sempre tempo di Coaching!”

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