Coronavirus: al mondo occorre un vaccino o almeno una cura urgente contro Covid-19, ma anche altrettanto urgentemente un vaccino contro il virus populista…

Tutto il caos politico degli ultimi anni nasce col paziente zero del populismo, tal Donald Trump. Anche l’impreparazione dei governi alla pandemia è una diretta conseguenza delle elezioni americane del 2016. A riguardo il vaccino potrebbe arrivare già il prossimo 3 novembre. Ma solo se il vecchio Joe Biden riconsegnerà l’America al Mondo. Questa è l’ultima chiamata una sorta di “Last Hurrah” dell’Occidente. Lasciamo perdere un momento i dpcm di Giuseppe Conte e le previsioni del suo comitato tecnico-scientifico. Ormai sappiamo  che la nostra fase due comincerà il prossimo 4 maggio e fuor di polemiche e di strumentali forzature, sarà meglio usare prudenza e quindi “riaprire” il Paese con gradualità, intrecciando i dati di diffusione territoriale del virus nelle varie Regioni, con le ragioni della riapertura in sicurezza sanitaria delle varie produzioni di beni e servizi, tenendo altresì nel debito conto, la tutela dei soggetti deboli della popolazione italiana sulla base delle fasce dì età in cui si suddivide la stessa. Probabilmente 11 maggio riapriranno i negozi al dettaglio e forse già il 18 maggio i ristoranti. E speriamo di cavarcela senza grossi contraccolpi e probabili recrudescenze del virus. Aiutati da un’Europa, che aiutando noi, aiuterà se stessa e le sue prospettive economiche e politiche complessive in un Mondo in rapido mutamento economico e sociale che creerà anche nuovi assetti geopolitici. Occorrerà trovare rapidamente un vaccino o almeno una cura per Covid-19. Ma necessita anche che il 3 novembre p.v. per uscire veramente dalla quarantena globale cui siamo stati giocoforza costretti in questo fine inverno inizio primavera dal Coronavirus, le elezioni del Presidente degli Stati Uniti vadano in un dato modo. Dovremo quindi ancora aspettare altri tre mesi, per la precisione fino al 20 gennaio 2021, poi finalmente inizierà il lento ma deciso processo di liberazione dal virus del populismo, ovviamente a condizione che Joe Biden entri alla Casa Bianca cancellando l’ignominiosa parentesi del paziente zero del contagio globale che risponde al nome di Donald Trump. Se, invece, il 3 novembre il super spreader dovesse essere rieletto, allora ci terremo la mascherina, ci rifugeremo di nuovo in casa e ci laveremo bene le mani, perché non arriverà nessun vaccino contro il populismo e anche quello contro Covid-19 potrebbe non arrivare o comunque arrivare solo per pochi. Un eventuale secondo mandato di Trump consegnerebbe alla storia l’abbandono definitivo da parte dell’America del suo ruolo di guida del mondo libero e dell’economia di mercato, la conseguente instaurazione di protettorati cinesi in quello che a lungo è stato chiamato Occidente e l’indefessa semina ‘nazibol’ di Putin in Europa, per poter meglio fare, ognuno per suo conto, gli affari propri ai confini della Grande Madre Russia. Biden può piacere o no… ma è l’ultima difesa possibile dell’Occidente. Tra l’altro non è detto che una volta alla Casa Bianca, se mai ci arriverà, sarà in grado di ristabilire i fondamentali della società liberale che per oltre mezzo secolo hanno garantito progresso e giustizia, ricchezza e benessere da occidente a oriente, ma certamente è un vecchio e solido liberal-internazionalista e, quindi, uno che ha convinzione e passione per la società libera e aperta in un mondo che dal momento esatto dell’elezione di Trump è andato sottosopra. È vero che Trump è stato eletto qualche mese dopo il voto sulla Brexit, ma la vittoria populista in Gran Bretagna è stata sul filo di lana e, anche se abbiamo successivamente scoperto che è stata sostenuta dagli stessi russi che hanno aiutato a vincere Trump, al momento era sembrata poco più che un incidente di percorso. Poi a novembre 2016 c’è stato il successo di Trump, il primo Presidente con un alto tasso di antiatlantismo nascosto dietro quel “America first”, che significa in primis “prima di tutto gli americani bianchi che votano per me.” Versione originale del nostrano: “prima di tutto gli italiani che votano per me” di Salvini. Un mese dopo, il referendum costituzionale ha fermato la traiettoria del governo italiano targato Renzi e da lì, con l’eccezione di Emmanuel Macron, il quale però se l’è dovuta vedere con le piazze infuocate dei gilet gialli, sono arrivati i populisti al governo in Italia e in Spagna e in Gran Bretagna. Sono cresciuti i partiti neonazi in Europa, la sinistra ha cancellato ogni forma di riformismo sociale (tutele del lavoro – ius soli ecc.) per inseguire i populisti sul loro terreno, rinunciando a presidiare il campo di un’economia reale regolata da clausole sociali di protezione del lavoro e dei diritti dei ceti produttivi, subordinandosi di fatto ai voleri di una finanza internazionale distruttrice di ogni regola e mediazione tra ceti sociali. Gli agenti del caos hanno sguazzato indisturbati, qui da noi è cresciuto il sentimento antieuropeo radicandosi tra la nostra popolazione. I cinesi hanno guadagnato posizioni in tutto il mondo, la democrazia liberale è arretrata in Europa a discapito di un liberismo economico fine a se stesso e non solo: anche qui, dopo 70 di pace, il sistema autoritario e illiberale è diventato un modello possibile da imitare… Tutto quello che è successo negli ultimi quattro anni in politica è la conseguenza diretta del ritiro americano dal ruolo di “sindaco” del mondo, di un’irresponsabile scelta narcisistica di Trump, ma in verità avviata (bisogna dirlo per amor di verità storica) in modo più raffinato da Obama, anche se è ovvio che Obama non sarebbe mai arrivato a genuflettersi ai russi, ad abbandonare l’Europa e a disinteressarsi dell’imperialismo cinese. L’arrivo improvviso del Coronavirus non è certo colpa di Trump, ovviamente… e nemmeno del laboratorio di ricerca al Wuhan Institute of Virology dal “sen fuggito” laggiù in Cina. Ma se il mondo si è fatto trovare impreparato nell’affrontare la pandemia, a causa dei demagoghi e dei populisti al governo, una gran parte delle responsabilità ricade sul ciarlatano della Casa Bianca e dei suoi sodali in giro per il mondo. Con i loro contraddittori ‘chiudiamo… no riapriamo, no, contrordine chiudiamo tutto”. Continuando a guardare all’economia e ai mercati finanziari e alla produzione di beni e al loro consumo… contraendo i servizi e scordandosi delle ragioni di salute medica e sociale dei popoli!!! L’anticorpo Biden è quindi necessario nel tentativo di far ripartire il mondo libero, sostenere gli alleati e per promuovere le istanze democratiche. Per continuare a costruire ponti e per abbattere ancora i tanti muri che ci sono. Appuntamento al 3 novembre, il giorno della possibile liberazione da un virus altrettanto pericoloso di Covid-19, attraverso la restituzione a partire dall’America di un’ideale di democrazia politica e economica del mondo…

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