Crisi di fiducia: gli italiani non credono più nel “sistema”, e siamo secondi in Europa dopo l’Olanda…

Il 72 per cento degli italiani non ha più fiducia nel sistema Paese, un record a livello mondiale…

Sì, anche, il nostro “Belpaese” purtroppo ora praticamente più per antonomasia che per altro …risente della crisi globale e ha perso la fiducia in se stesso …anche, se ha perso un solo punto nell’indice rispetto allo scorso anno  (passando da 48 a 47). Quindi anche per noi siamo giunti ad una: “Crisi di fiducia, gli italiani non credono più nel loro sistema Paese”, e  in Europa siamo secondi dopo l’Olanda. Cresce la distanza tra élite e opinione pubblica e con essa viene messo in crisi il rapporto di fiducia dei cittadini verso aziende, informazione, associazioni e governo. E’ quanto emerge ulteriormente e sempre più chiaramente dalla diciassettesima edizione dell’Edelman Trust Barometer, un indagine annuale realizzata dall’agenzia di relazioni pubbliche Edelman su 28 Paesi e 33mila persone che è stata presentata qualche giorno fa alla Camera dei Deputati, dal suo amministratore delegato Italia, Fiorella Passoni.  L’indice globale Trust index ha infatti perso 3 punti rispetto alla scorsa edizione (da 50 è passato a 47) e cala in 21 dei 28 stati esaminati dalla ricerca. L’Italia non fa eccezione anche se il nostro paese ha perso come si diceva più sopra un solo punto. A perdere fiducia sono i media e le aziende (in calo di due punti rispetto allo scorso anno) mentre migliorano la propria posizione (un punto guadagnato) le associazioni non governative. Aumenta ancora la differenza nel grado di fiducia tra la parte del campione denominata “informed public” (un pubblico d’élite con età compresa tra i 25 e i 64 anni, alto reddito e grado d’istruzione universitario, consumatori di notizie e coinvolti nella vita economica e politica del paese) e la “mass population” (il resto della popolazione). Sono gli Stati Uniti a guidare questa speciale classifica con 21 punti di differenza (+2 rispetto allo scorso anno), seguiti da Regno Unito (19, + 2) e Francia (18, + 2).L’Italia non fa eccezione con un gap di 14 punti che cresce di 3 rispetto alla scorsa edizione anche se le élite nel 2017 hanno un grado di fiducia maggiore di 3 punti rispetto allo scorso anno. Su scala globale la fiducia cala per tutte le singole categorie esaminate, con i media che scendono di ben 5 punti rispetto allo scorso anno ma un dato molto significativo di questa edizione è il crollo della fiducia nei confronti degli amministratori delegati che su scala globale perdono ben 12 punti (10 in Italia). Una crisi notevole se si pensa che in Italia solo il 28% del campione pensa che gli amministratori delegati siano credibili (al di sotto della media globale del 37%) con i rappresentanti delle istituzioni credibili per il 30% del campione, in linea con la media globale ma in calo di 6 punti rispetto all’anno precedente. Contrariamente, il 60% del campione si fida di “una persona come loro” – allo stesso livello di un esperto o di un accademico. E l’Italia non si discosta dalle media mondiale: 56% “le persone come te”, 53% gli accademici. Il 53% dei 33.000 partecipanti all’indagine pensa che il sistema nel suo complesso non funzioni più (è ingiusto e offre poche speranze di miglioramento in futuro) mentre solo il 15% crede che stia ancora funzionando e gli altri (circa un terzo) sono incerti.E queste percentuali non cambiano di molto a seconda del livello sociale o culturale degli intervistati. In Italia, nonostante l’indice di fiducia abbia perso un solo punto e 2 categorie su 4 abbiano guadagnato terreno, la fiducia nel sistema nel suo complesso (giustizia sociale, speranza nel futuro, senso di fiducia) è a livelli molto bassi: solo il 4% del campione ha fiducia, il 24% è incerto e addirittura il 72% si dichiara convinto che il sistema abbia fallito, un record assoluto condiviso con la Francia. In testa alle preoccupazioni degli italiani ci sono la corruzione (86% del campione) e la globalizzazione (73%).

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