“Crisi: finirà con una guerra mondiale”

Già qualche anno fa c’era chi pensava che dall’Europa sarebbero usciti alcuni paesi…brexit “La Grecia sarà il primo paese a uscire dall’area euro: succederà nel 2013, mentre l’anno dopo sarà la volta della Spagna”. Ne era convinto l’economista Charles Robertson di Renaissance Capital. Si insomma …un Brexit antecipato… da un Grexit e bissato da un Spaxit.

La previsione non era certo delle più ottimiste, ma c’è stato anche chi si è spinto oltre. Si tratta del gestore di fondi speculativi Kyle Bass, secondo cui il destino dell’Europa era già segnato definitivamente. Tanto che “solo una guerra potrà risolvere i problemi strutturali” dell’Eurozona. A riportare le sue dichiarazioni shock è stato Reuters, scrivendo: “La recessione determinata dallo scoppio della crisi del debito non avrà un lieto fine. E finirà con una guerra” mondiale”, avvertiva Bass, fondatore di Hayman Capital Management, con sede a Dallas, in Texas. E continuava: “Non so dire bene chi combatterà chi, ma sono sicuro che nei prossimi anni assisteremo allo scoppio di rivoluzioni e guerre, e non certo piccole”, ha poi confermato in una conferenza stampa. Bass ha scomesso forte sul default dei paesi dell’area euro più in difficoltà finanziarie, come la Grecia, stimando che alla fine le autorità europee non sarabbero state in grado di sbloccare positivamente la fase di stallo dell’economia europea che dura ormai da anni.

Protesters gather in front of the parliament during an anti-austerity and pro-government demonstration in Athens February 15, 2015. Greece has agreed with its European partners that there needs to be a "national reform plan" to deal with decades-long issues of the economy, its government spokesman said on Sunday. Greece and its euro zone partners are in difficult negotiations over demands by the new government of leftist Prime Minister Alexis Tsipras for an end to austerity and a renegotiation of Greece's debt. REUTERS/Yannis Behrakis (GREECE - Tags: POLITICS BUSINESS CIVIL UNREST)Atene è già stata scenario di proteste violente… ma per ora si sono limitate ai confini nazionali. Molti analisti si chiedono come mai altri in Europa non siano scesi in strada e come mai le proteste non siano degenerate in violenze, dopo la perdita di posti di lavoro, l’incremento del peso fiscale, la riduzione delle spese pubbliche e altre disposizioni drammatiche intraprese dai governi di Spagna, Italia, Portogallo e Grecia. La disoccupazione in questi paesi ha raggiunto e superato il 25%, coinvolgendo quindi un quarto e più della popolazione in età di lavoro.
L’opinione a dir poco apocalittica di Bass si fonda su alcuni calcoli precisi e non su strampalate premonizioni. Il debito nei mercati creditizi internazionali ha raggiunto e superato il 340% della produttività globale e “il mondo – ha sottolineato l’esperto – non ha mai vissuto periodi di pace quando è stato costretto a fare i conti con un tale fardello”.
Guardando meglio il caso Spagna, si scopre che il sistema del Welfare ha un defict di più di 3 miliardi di euro e che in futuro il governo potrebbe non avere più i soldi per pagare le pensioni… inoltre si è appena rivotato e ancora una volta (la seconda in un anno) non ci sono i numeri per formare un governo. E pensare che alla fine del 2012 nella sua rubrica “Amaca”, Michele Serra aveva condannato le falle del sistema produttivo, denunciando modelli di consumo e di organizzazione del lavoro sballati. L’unica via di uscita è riuscire a gettare le basi piantando “i semi della società futura e di una nuova economia”, per usare le parole del comico e analista politico di lungo corso.

Ora… al di là di aver “ciccato” (per fortuna) i tempi in cui questo tragico sbocco ci vedrà vittime dell’ennesimo conflitto mondiale… art11E fidando di aver ancora qualche tempo a disposizione, per mettervi riparo… ma visto anche che l’Inghilterra con l’esito del referendum di due settimane fa se ne andrà presto dall’Europa,  che l’Austria rifarà a breve le elezioni presidenziali per via di alcuni brogli e che se vincerà la destra di Hoffer com’è probabile anche l’Austria chiederà l’uscita dalla UE, che la Grecia per continuare a stare in Europa ha bisogno di ulteriori risorse perché sono veramente alla “canna del Gas”, che la Spagna non riesce a stabilizzarsi politicamente ed a formare un Governo mentre la sua economia peggiora giorno dopo giorno, che ci sono più paesi, tra quelli di più recente adesione (quelli dell’Est), che già sono pentiti di esserci entrati in Europa, che anche qui da noi in Italia il partito “antieuropeo” va aumentando proseliti per via dello scontento in aumento tra la gente… e  visto che più che governare c’è chi “bulleggiando” …ormai si sta rottamando da solo. Occorre chiedersi se c’è qualcuno farà veramente qualcosa per evitare …il sempre più possibile venir meno dell’Unità Europea,  evitando così la nefasta previsione …di una guerra vera. carri armati

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