Fare soldi: guadagnare davvero

 

“Dicono che l’amore sia più importante dei soldi:

prova a pagare le bollette con un abbraccio”

(Anonimo)

Con questa settimo post termina “lo speciale d’inizio d’anno” che ci ha accompagnati nelle prime settimane di questo 2016.
Dopo aver parlato di principi e metodi di crescita personale, di perfezionismo e del legame tra successo e felicità, oggi affrontiamo un tema più… prosaico: …i sordi!
Molti di voi vogliono un qualche suggerimento sul come fare soldi, su quanta gavetta serva e su quanto impegno serva prima di ingranare davvero.
Ma vediamo il quesito nel dettaglio.
Quanto è durata la gavetta… prima di iniziare a guadagnare bene?
Una piccola premessa prima di rispondere a coloro che hanno posto la domanda.

Ho trattato i temi: “fare soldi”, “ricchezza”, “guadagnare online”, etc. in più di un’occasione.
Reputo infatti la crescita finanziaria una delle “gambe” fondamentali della nostra crescita personale.
Quello che vorrei vi/ti fosse chiaro però è che non sono un magnate russo o altro: ho sicuramente raggiunto un buon livello di guadagno, ma la strada è stata lunga e sempre in salita.
Se condivido inoltre le strategie sul denaro che mi hanno dato i migliori risultati è perché negli anni le ho cercate anche io, senza trovare granché di decente in giro: tranquillo, che non devo venderti corsi o manuali sul “fare soldi”, questo settore è già bello saturo di “espertoni” di ogni genere in Italia.
Chiusa parentesi. Vediamo di dare una risposta ai 30 lettori che lo hanno chiesto.
Dunque, la mia risposta sul tema “fare soldi”: dicevo già prima che è stata dura!
Un ventennio di dura gavetta. Conquistandomi giorno dopo giorno con l’esperienza e il quotidiano impegno posizioni di responsabilità e sempre meglio retribuite.

Mentre lavoravo già con compiti di direzione, ho dedicato molto del mio tempo libero ad approfondimenti e studi di materie economiche e a temi sullo sviluppo aziendale.

Si, proprio così …molti weekend e anche molte albe.
Eppure non riesco a vedere certe rinunce come dei veri e propri sacrifici: io sono sempre stato “innamorato” del mio lavoro e spesso questo si è espresso come fosse una mia creatura e mi auguro che, negli anni, esso abbia anche “nutrito“, con i suoi contenuti e le sue strategie pratiche, più di un “internauta”.
Quello che credo sia importante precisare però è che il guadagno non può mai essere l’unica motivazione che ci spinge a realizzare un nostro progetto.
Non prendiamoci per il “di dietro”, a me non dispiace guadagnare bene o come si dice usualmente: “fare soldi”, ci mancherebbe!
Ma se fossi partito con l’unica idea in testa di “fare i soldi” soltanto, probabilmente avrei mollato dopo 3 mesi, ed il motivo è molto semplice…
Certo, a posteriori oggi avrei accelerato un pochino il periodo della “gavetta”…rischiando un po’ di più nella ricerca di posizioni di responsabilità più dinamiche e meglio retribuite di quelle che via via ho occupato.
Ma io non ho mai inteso l’impegno sul lavoro alla sorta di una “ricerca d’oro” alla stregua di quella nutrita schiera di persone che è costantemente alla continua ricerca della nuova opportunità per fare soldi magari in modo facile.
Io mi sono sempre considerato come: …fatto di tutt’altra pasta.
Se vuoi davvero essere protagonista di un lavoro, devi infatti sapere che non ci sono scorciatoie.

soldi

Io ho iniziato ad ingranare veramente solo quando ho messo insieme responsabilità impegno e equilibrio tra questi e la retribuzione ricevuta.
Ho evitato poi di espormi molto a livello finanziario… nella gestione dei miei risparmi, valutando sempre il rischio dei miei investimenti.
Sono per natura prudente: e ho sempre reinvestito quanto guadagnato ma con attenzione ai  miei risparmi.

Intendiamoci bene, questo non è possibile per qualsiasi business: ma oggi grazie alla rete è certamente più facile testare la propria idea senza esporsi in maniera pericolosa.
Bene, direi di aver risposto nel dettaglio a chi mi ha posto la domanda.
Eccoci arrivati alla fine: di questo questo mega-post a puntate in cui ho risposto alle domande dei lettori, termina qui.
Vi/ti ringrazio davvero per avermi seguito fino a qui. A me non resta che salutarvi/ti.
Alla prossima.

E’ sempre tempo di Coaching!

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