Fondi Pensioni: come sono andati i rendimenti negli ultimi 12 mesi?

Quello che è accaduto negli ultimi 12 mesi può rappresentare, in estrema sintesi, quello che di solito accade in un intero ciclo di Borsa.
Nell’agosto 2015 le autorità di Pechino, a sorpresa, annunciano una svalutazione del renminbi cinese: ne deriva una violenta correzione dei mercati finanziari in tutto il mondo con forti perdite sia in ambito azionario sia in ambito obbligazionario e valutario. All’inizio di quest’anno, le Borse partono al ribasso accumulando perdite che arrivano a sfiorare in Europa il 20%. Segue quindi un lento parziale recupero fino al referendum britannico del 23 giugno che, con la vittoria del fronte della Brexit, vede tornare alta la volatilità sui mercati con violente cadute degli indici di Borse e del mercato obbligazionario. Ce n’è abbastanza per aspettarsi, a distanza di 12 mesi, perdite più o meno consistenti nei portafogli dei fondi pensione. E, invece, nemmeno uno dei 102 comparti dei fondi pensione negoziali censiti nel database di Itinerari Previdenziali mostra una perdita: anzi, il guadagno medio dei 102 comparti si posiziona al 3% che, alla luce di quanto accaduto e dell’attuale contesto di tassi di interessi ai minimi storici, rappresenta un risultato di tutto rispetto.fondi-pensione Di questi comparti, ben 18 vantano una perfomance annuale (dal 31 agosto 2015 al 31 agosto 2016) superiori ai cinque punti percentuali, mentre i migliori sono arrivati a sfiorare, e in un caso pure a superare, la barriera del 6%: si tratta, per la precisione del fondo Sanità espansione, un bilanciato azionario per gli esercenti delle professioni sanitarie che ha contabilizzato un rialzo annuale del +6,1%. Altri comparti che si sono distinti sono il Fondapi prudente (+5,9%), bilanciato obbligazionario per le aziende Confapi, l’Alifond dinamico (+5,7%), un altro bilanciato azionario ma per i lavoratori dell’industria alimentare, e tre comparti bilanciati: Fondapi crescita (5,6%), per le aziende Confapi, Telemaco bilanciato yellow (5,6%), per gli addetti alle aziende di telecomunicazioni, e Eurofer dinamico (5,6%), per i lavoratori delle Ferrovie dello Stato.

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