La trappola della PERFEZIONE

Bentrovati!

In questo quarto post voglio affrontare un tema molto importante per chiunque si avvicini al mondo della crescita personale: la trappola della perfezione e in generale la ricerca ossessiva del perfezionismo.

Ricordate:

“Non temere la perfezione, non la raggiungerai mai”

(Salvador Dalì)

Ho già affrontato questo argomento in un alto post del blog. Ma credo sia importante ribadire alcuni punti, magari raccontandoci qualcosa in più sulla mia vita.

Leggendo libri e articoli di miglioramento personale, infatti veniamo spesso colpiti da quella che chiamo la “sindrome del supereroe“.

Desideriamo ardentemente cambiare la nostra vita e ci convinciamo che l’unico modo per farlo sia vivere giornate perfette, fatte di: sveglie all’alba, corse mattutine, sessioni di studio/lavoro super-produttive, meditazione, diari personali, etc. etc.

Queste naturalmente sono tutte ottime abitudini, che ti ho suggerito nel corso degli anni, ma vorrei che vi/ti fosse chiaro che non si deve vivere il  proprio percorso di sviluppo personale con troppe doverizzazioni…

Migliorarsi giorno dopo giorno deve essere qualcosa che fa star bene, qualcosa che desideriamo fare per noi stessi, e non perché ci sentiamo obbligati.

Approfitto allora della quarta domanda, per raccontarvi/ti qualcosa in più su di me.

Quarta domanda… ma come sei davvero Maurizio?

L’idea di questo post non nasce da una pulsione di egocentrismo, ma proprio dalla voglia  di farvi/ti capire che il sottoscritto è tutto fuorché perfetto, e di certo voi/tu non dovete esserlo per raggiungere i vostri/tuoi obiettivi: Ci sono periodi in cui non sono affatto costante nei miei buoni propositi. Ci sono giorni in cui… procrastino, magari proprio la stesura di un post anti-rimandite (ok, l’ho detto). Ci sono mattine in cui invece di svegliarmi per andare a correre, accendo lo smartphone e passo 20 minuti a letto a strofinare quel “azz” di schermo touch, tra social ed email.Ci sono pomeriggi in cui mi perdo per ore dietro a delle minchiate invece di lavorare su ciò che so essere davvero importante, con buona pace dei buoni propositi. Ci sono sere in cui resto a casa ed invece di meditare, continuo a guardare serie TV o navigare senza meta online.

Quando mi capitano questi periodi (l’ultimo è stato nei giorni… non ricordo esattamente …forse) la mia prima reazione è tirar fuori la famosa “lacrima del coccodrillo“.

Beh, indovina un po’: promettersi che “da domani sarà una giornata perfetta” è un approccio alquanto… inefficace.

Quando ne prendo consapevolezza, decido finalmente di fare l’unica cosa che funziona davvero: Scegliere una ed una sola sana abitudine da cui ripartire e concedermi il lusso di essere imperfetto su tutto il resto.

Ecco, questo è il percorso di crescita personale del sottoscritto.

Ci sono settimane in cui faccio 3 passi avanti e altre in cui ne faccio 1 indietro.

Altre ancora in cui sono semplicemente fermo.

Alla fine però conta solo non abbandonarsi completamente all’effetto “chissenefrega” ed accettare che possiamo crescere anche se non siamo perfetti.

Questo tra l’altro ci fa vivere con molta più serenità. In fondo la ricerca della perfezione è solo l’ennesima scusa che ci raccontiamo per non progredire in questo “caos” chiamato vita.

Bene, anche questo mini-post termina qui. Tra qualche giorno arriva la risposta 5: mi si chiede come fosse la mia vita prima di avvicinarmi alle tecniche di mental coach. Beh… la risposta è un po’ diversa da quanto potreste/ti aspettarvi/ti.

Ci leggiamo presto.

E’ sempre tempo di Coaching!

se hai domande o riflessioni da fare, ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti
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