L’accordo che può sbloccare l’Italia…

Si dice sempre, che non ci sono più le mezze stagioni…
Che questo sia il momento di una stagione piena? Insomma: che sia tornata la primavera?
Un primo incontro tra rappresentanze imprenditoriali e sindacati sembra davvero aver riaperto una nuova stagione e un nuovo percorso… sicuramente una storia diversa, rispetto agli ultimi anni.
Certo, non siamo ancora alle conclusioni, né alla fine di una strada, non si parla di firmare accordi, documenti, intese o che altro. Ma, il primo incontro tra il  neo Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e Cgil, Cisl e Uil, insomma, è servito a rivelare al mondo che c’è “un’agenda dei temi da affrontare: dalle nuove relazioni industriali alle politiche del lavoro, dal welfare alla bilateralità”.
Tutta roba di poco conto, verrebbe da aggiungere, con un pizzico di sarcasmo… ma in ogni caso è “l’inizio di un percorso” che sicuramente potrà dare i suoi frutti se tutti gli attori pur nei loro ruoli, saranno in grado di mettere al centro del confronto: la crescita e il lavoro, ma, soprattutto facendolo con uno spirito costruttivo… abbandonando atteggiamenti di rivalsa e contrapposizioni pregiudiziali. Smussando i toni, tenendo calmi gli animi dei più ansiosi di trovare la via d’uscita a una situazione che tutti giudicano problematica.

Tra l’affrontare i temi e definire l’agenda e il semplice “scambio di opinioni” rispetto a come comporre la stessa agenda comune che parta dai temi delle politiche attive e passive del lavoro, sembra esserci già un abisso… ma bisogna essere coscienti che è in questo abisso …che si nasconde il futuro del Paese.
O quella che abbiamo di fronte è veramente la stagione di una nuova contrattazione: che lascia da parte parole obsolete e dal senso “ambiguo” quali “concertazione”, ma sapendo che bisognerà arrivare a “concordare”  senza confondere ruoli e posizioni, ma cercando a tutti i costi non uno scontro… ma, un vero confronto tra le parti per arrivare ad un accordo. O il rischio di un’ulteriore “incomunicabilità” tra i soggetti del lavoro (lavoratori – imprese) …ci farà perdere ogni possibilità di trovare soluzioni positive finalizzate alla crescita economica dell’Italia.
Non è un caso che il tema della contrattazione sia stato posto con forza unitariamente dai Sindacati Confederali… ricordando come sia “fondamentale per ridare dignità al lavoro” la contrattazione per uscire dal caos attuale… superando la mancanza di una “centralità” che consenta alle parti di riconoscersi, per darsi un metodo, cioè per fare un passo determinante in avanti verso la riforma delle relazioni industriali nel nostro Paese.
Welfare aziendale, contrattazione di secondo livello, riforma strutturale della Pubblica Amministrazione, per ridare dignità al lavoro, significa anche toccare temi come la qualità di un sistema universitario che oggi solo a parole è di grande qualità, ma che manca, nei fatti, di efficienza, che è troppo spesso slegata dalle esigenze del territorio e del mondo del lavoro.
Si è dunque aperta la stagione di una nuova contrattazione? Forse ancora No! Ma di certo si è aperta di nuovo la stagione della …discussione nella quale le controparti non siano solo impegnate a polemizzare tra loro su chi deve decidere… ma piuttosto sappiano concentrarsi sul tema delle cose da fare.
Il salto di qualità infatti è conseguente, a un rapporto diverso tra Aziende, Sindacati e Governo. occia confindustria Anche qui non si tratta di fare domande oziose… per citare un celebre scrittore inglese. Ciò che conta è che le promesse e le premesse trovino conferme, in un sinergico pragmatismo costruttivo.
Bisogna dire che in questo l’esperienza lombarda ha fatto da apripista: nella regione più rappresentativa, più ricca e più industriale, per qualche anno il contratto è stato la chiave con cui si sono scardinate posizioni ideologiche. Che anche oggi Milano abbia aiutato l’Italia, non stupirebbe. Che invece oggi l’Italia ne prenda atto è vi si adegui sarebbe una piacevolissima sorpresa. Significherebbe porre un termine a tanti anni di sterile discussione sul nulla, o peggio su ciò che potrebbe essere e non è.
Un contratto, cioè l’accordo, l’intesa tra le parti, il reciproco fare un passo avanti, potrebbe essere la via per lasciarci alle spalle tanti anni di confusione e di stallo. Ecco perché aver tenuto ferma per tanti anni la contrattazione, sia nel pubblico che nel privato, ha bloccato di fatto la trasformazione del Paese. Bloccare la contrattazione ha significato aver tenuto fermi proprio i necessari cambiamenti e investimenti da realizzare e questo in tutti i comparti produttivi del nostro Paese, significa aver bloccato il ruolo centrale e la partecipazione dei lavoratori per migliorare la qualità dei servizi, l’innovazione e la produttività.

Significa aver fatto del male al Paese, non solo a una fetta di italiani. E la colpa… va detta una volta ancora con chiarezza, è stata della …politica, che è stata miope… e a voluto accentrare a se ogni decisione. buon-senso
L’augurio che il Paese deve farsi è quello che: le parti sociali abbiano davvero saputo capire ciò… e allora davvero un incontro che forse era nato come solo di cortesia… per presentare il nuovo Presidente di Confindustria alle forze sociali, potrebbe aver fatto veramente da apripista a una stagione piena.

Auspicando per l’Italia di essere al passaggio dalla stagione della grande ideologia quella della: “le ideologie non ci sono più” a quella di una stagione delle idee, della ragione e soprattutto del buon senso…

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