Le domande fondamentali sulla vita, l’universo e tutto quanto…

 

“42!” urlò Loonquawl.

“42” è la famosa risposta alla domanda fondamentale sulla vita,

l’universo e tutto quanto… che viene data dal super computer Pensiero Profondo

nel romanzo umoristico di fantascienza:  “Guida galattica per gli autostoppisti“

(Douglas Adams).

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Prendendo spunto da questo libro, per festeggiare l’anno nuovo …questo bisesto 2016 appena iniziato, ho pensato di pubblicare oggi un post un po’ diverso dal solito, un post fatto insieme ad amici e lettori di questo blog…
Nei mesi scorsi ho chiesto a tutti coloro che visualizzavano i post pubblicati e condivisi …pareri e commenti sugli stessi e …quali fossero le domande fondamentali sulla loro crescita personale a cui per l’appunto chi leggeva desideravano una risposta.
Ho scelto tra queste le domande più ricorrenti. Ecco le mie risposte…
Vista la diversità di alcune domande e il livello di approfondimento che ho cercato di dare alle mie risposte ho deciso di dividere questo post in più parti. Pubblicherò quindi una nuova domanda e la relativa risposta nei prossimi giorni a partire da oggi.
Iniziamo dalla prima…
Sono solo “chiacchere e distintivo?!”
La domanda sulla vita, l’universo e tutto quanto…” più ricorrente che mi sono sentito rivolgere in assoluto è stata: sono solo “chiacchiere e distintivo” o le strategie di cui scrivi e parli negli incontri di coaching, visto che sono parecchie, le applichi anche nella tua vita quotidiana?
E’ necessaria …una breve premessa prima di rispondere.
Ognuno di noi si trova ad una tappa diversa del proprio percorso di miglioramento. C’è chi è all’Università e chi invece è entrato ormai da tempo nel mondo del lavoro. C’è chi si è avvicinato a queste tematiche da qualche settimana e chi invece da anni legge e segue corsi dei principali Coach. C’è infine chi predilige determinati metodi e chi altri.
Questo significa che il percorso di crescita personale di ognuno di noi è diverso e può cambiare col passare degli anni.
Tale concetto naturalmente vale anche per il sottoscritto.
Ci sono strategie che mi sono state di grande aiuto in determinati periodi della mia vita e che oggi semplicemente non sento più il bisogno di applicare.
Quelle stesse strategie però potrebbero essere di fondamentale aiuto per il Vostro/Tuo percorso.
Quali sono le principali tecniche che applico ancora oggi, tenendo ben in mente quanto …ho appena detto.

Do’ per scontato, che parliamo lo stesso linguaggio, se però doveste avere dei dubbi sui metodi descritti…vediamo di parlarne ulteriormente.
Dunque… aver imparato a dedicarmi 60 minuti possibilmente dopo il risveglio …svegliarmi presto è per me un’abitudine sana oltre che utile ai miei obiettivi, è stata forse la mia più grande conquista di crescita personale fatta negli anni.
Infatti, nel corso degli anni le attività della mia “ora sacra” si sono via via adattate alle mie esigenze e al mio ambiente, di base ho sempre cercato di portare avanti abitudini che mi facessero sentir bene e che fossero propedeutiche alla realizzazione dei miei progetti.
Questa mattina ad esempio, ho fatto una breve meditazione e ho letto alcuni aforismi sul …senso della vita e l’amicizia…
Oltre a questa “abitudine” che cerco di portare avanti con costanza è quella di dedicare almeno altri 60 minuti della mia giornata ad approfondire gli argomenti del progetto più importante su cui sto lavorando in un determinato periodo.
Per intenderci, 60 minuti nei quali… niente email, niente social, niente distrazioni: 60 minuti belli solidi dedicati alla mia priorità del momento.
Durante gli anni universitari la “tecnica del pomodoro” è stata senza dubbio una delle scoperte più importanti per la mia produttività personale.
Come… non conoscete la tecnica del pomodoro?

La Tecnica del Pomodoro: Il famoso metodo per la gestione del tempo e l’aumento di concentrazione e produttività.
Una strategia sviluppata verso la fine degli anni Ottanta dallo studente Francesco Cirillo, che permette di ottimizzare per l’appunto la gestione del nostro tempo aumentando la nostra capacità di concentrazione.
Questa tecnica nasce con lo scopo primario di insegnare a considerare il tempo, invece che come un nemico capace di generare stress e tensioni (soprattutto in presenza di scadenze), come un valido alleato pronto a consentirci di realizzare qualunque genere di attività nel modo desiderato, migliorando al contempo il processo di lavoro e studio. gestione-del-tempo2-300x210

Per raggiungere un tale risultato, il metodo in questione mira a garantire uno strumento che aiuti a:

  •  diminuire l’ansia provata verso il trascorrere del tempo;

  •  massimizzare la concentrazione riducendo ai minimi termini le interruzioni;

  •  aumentare la consapevolezza delle decisioni da prendere;

  • rafforzare il livello di motivazione e determinazione nei confronti del raggiungimento di nuovi traguardi;

  • perfezionare il processo di stima e di lavoro o studio;

  •  rinforzare la volontà di continuare ad impegnarsi dinanzi a situazioni difficili.

Affinché ciò sia possibile occorre sviluppare una “nuova concezione del tempo” capace di ridurre l’ansia incrementando l’efficacia personale; apprendere come è meglio impiegare la mente, lavorando su una maggiore consapevolezza di se, con lucidità e semplicità… per individuare gli strumenti da adoperare per favorire la continuità dei processi, consentendo di concentrare gli sforzi sulle attività da svolgere.

Tale strategia si costituisce di 5 differenti fasi, che possono essere riassunte nei punti riportati qui sotto:

  • pianificazione (da realizzare di prima mattina per individuare le attività a cui dedicarsi durante la giornata);

  • rilevazione (da realizzare durante tutte le ore di lavoro per accumulare e raccogliere i dati grezzi   riguardanti lo sforzo prodotto ed altre metriche similari);

  • registrazione (da realizzare a fine giornata per raccogliere in un file le rilevazioni quotidiane);

  • elaborazione (da realizzare a fine giornata per trasformare i dati grezzi in informazioni concrete);

  • visualizzazione (da realizzare a fine giornata per presentare le informazioni ottenute nel punto precedente in un format che semplifichi l’osservazione ed aiuti a scegliere le azioni di miglioramento da mettere in pratica).

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 Cosa serve per mettere in pratica questa tecnica?
Gli elementi essenziali prima di cominciare la sperimentazione della Tecnica del Pomodoro sono:

  • Timer da cucina (possibilmente a forma di pomodoro ;

  • Foglio chiamato “Attività da realizzare oggi” da compilare giornalmente nella prima fase della giornata, dove sono presenti: intestazione con nome autore, data e luogo; diverse righe in cui inserire le mansioni da svolgere in ordine di importanza-priorità; sezione chiamata “Urgenti non previste” in cui inserire le attività non programmate da realizzare nel giorno in questione (attività extra-impreviste).

  • Foglio chiamato “Magazzino di attività” formato da:intestazione comprensiva di nome dell’autore; diverse righe in cui inserire le mansioni da svolgere man mano che si presentano e da cui di depennano dopo averle eseguite.

  • Foglio chiamato “Registrazioni” in cui sono disponibili i dati grezzi che permettono di realizzare grafici e report dettagliati (di solito vengono inseriti campi quali la data, la descrizione, il numero di Pomodori necessari a realizzare una certa attività, ecc.). In questo caso l’aggiornamento del foglio avviene tutti i giorni dopo le ore di lavoro.

Come raggiungere gli obiettivi: i 5 passi necessari alla vittoria.

Infatti, per migliorare la gestione del tempo e la produttività, la Tecnica del Pomodoro definisce 5 passi:

  1. Rilevare lo sforzo per attività. Questa tecnica suddivide il tempo in mezz’ore, di cui 25 minuti sono da destinarsi al lavoro e 5 minuti alla pausa. Quando inizia la giornata è importante segnare nel foglio “Magazzino di attività” le mansioni da portare a termine entro sera, ordinandole per importanza-priorità ed includendole anche nel foglio “Attività da realizzare oggi”. Dopodiché si imposta il timer a 25 minuti e si comincia a svolgere la prima mansione presente in quest’ultimo file: i minuti a disposizione devono essere sfruttati al massimo, senza alcuna interruzione (frangente di puro lavoro).

    Se qualcuno o qualcosa porta una distrazione, il pomodoro in questione si considera, oltre che nullo, anche come mai caricato: prima di ricominciare l’attività bisogna quindi caricare un nuovo pomodoro.

    Quando il timer suona si spunta con una X l’attività svolta e si procede con una pausa variabile dai 3 ai 5 minuti durante la quale si fanno cose leggere (bere un bicchiere d’acqua, sgranchirsi le gambe, passeggiare, ecc.).

    Attenzione: lo squillo del timer sancisce la fine perentoria-temporanea dell’attività. Dopo il break si ricarica il pomodoro per altri 25 minuti e si continua a svolgere l’attività fino al trillo successivo (altra X sul foglio, altra pausa di 3-5 minuti, ecc.).

    Dopo 4 pomodori consecutivi si fa una pausa di 15-30 minuti.

    Alcuni casi particolari: L’attività viene conclusa a pomodoro iniziato: rivedere quanto già svolto per apportare miglioramenti fino al trillo successivo. L’attività viene conclusa a cavallo tra il pomodoro precedente ed i primi 5 minuti di quello successivo: eccezionalmente è possibile non considerare proprio il secondo pomodoro e ricominciare con uno nuovo da destinare ad una nuova attività (nei fogli non includere il pomodoro escluso).

  2. Ridurre ai minimi termini le interruzioni. I canonici 25 minuti rappresentano un periodo abbastanza ampio per svolgere delle mansioni specifiche, ma anche abbastanza ridotto per evitare la necessità di interrompere le attività programmate.

  3. Stimare lo sforzo delle attività. Giunti a questo punto è possibile introdurre gli elementi di stima quantitativa: il vero obiettivo da raggiungere è quello di riuscire a prevedere effettivamente lo sforzo da compiere nelle singole attività. All’interno del foglio “Magazzino di attività” sono presenti le varie cose da fare e le pause necessarie al loro corretto svolgimento. Nel tempo le attività possono anche diventare inutili ed essere eliminate dal file. Ad inizio giornata è importante eseguire una stima del numero di pomodori che servono a svolgere tutte le attività presenti nel foglio Magazzino, modificando in caso di bisogno le stime iniziali. Fatto questo è doveroso riportare sulla rispettiva riga del file il numero di pomodori stimato.

  4. Rendere più efficace il pomodoro. Lo scopo cardine di questa quarta fase è quello di consentire a chi adotta la Tecnica del Pomodoro di imparare ad utilizzare il timer senza distrazioni-interruzioni, acquisendo al contempo la giusta confidenza con l’attività di stima descritta nel punto precedente.

  5. Definire un orario. Apprendere questo passaggio è fondamentale perché definire un orario consente di:rispettare dei limiti ben precisi (frangenti non violabili che aiutano a risultare più pratici e concreti); separare i momenti produttivi dai momenti di svago (quelli in cui è necessario ricaricare le batterie); misurare i risultati di una giornata (dopo aver stabilito le attività da svolgere, le stesse devono essere eseguite nel modo migliore. Se il lavoro fatto non soddisfa o non viene concluso, bisogna riflettere sulle motivazioni dei risultati conseguiti e modificare l’approccio quotidiano).

Come già detto, la Tecnica del Pomodoro garantisce la possibilità di migliorare la gestione del tempo massimizzando la produttività ma, affinché tutto questo sia possibile, è importante metterla in pratica seguendo nel dettaglio tutte le istruzioni fornite senza saltare-trascurare alcun passaggio.
Buon lavoro!!!
Un consiglio dovuto: negli anni però cercate di estendere il famoso intervallo 25/5, finché non trovate il vostro ritmo di lavoro ideale, io ho fatto così.

“La cattiva notizia è che il tempo vola.

Quella buona è che tu sei il pilota.”

(M. Altshuler)

Evitate quindi di dire: “avrei bisogno di giornate di 48 ore!”
Anziché porsi progetti impossibili rispetto al tempo disponibile effettivamente, meglio imparare alcuni piccoli esercizi di mindfulness. Sono adatti a chiunque, soprattutto, possono essere utilizzati quasi ovunque; inoltre richiedono pochi minuti di pratica. Praticare per un ora il giorno una tecnica o una meditazione, probabilmente può cambiare molte cose a chiunque.
Purtroppo, però, chi ha un’ora al giorno da dedicare a una pratica? Un circolo vizioso.
Al di là dell’avere o non avere del tempo a disposizione, esiste un altro modo per assicurarsi degli spazi di benessere e di rigenerazione.
Secondo un noto maestro di meditazione americano, Charlie Knoles, direttore di un centro a Venice, in California, ci sono dei piccoli modi pratici, praticabili da chiunque, per ridurre parte dello stress quotidiano. Nessuna “bacchetta magica”, piuttosto piccole tecniche e micro accorgimenti per passare dalla schiera dei “Vorrei, ma non ho tempo …”, a quella dei “Ci provo, come e quanto posso”.

Prima di intraprendere un corso di pratica della consapevolezza, potete provare la tecnica in prima persona, con un po’ di mindfulness in “pillole”: ecco cinque modi pratici di fare pratica, utilizzabili praticamente ovunque.

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  1. Cinque minuti il giorno: questo è un tempo di buon senso, non troppo né troppo poco, che chiunque può ritagliarsi una volta durante la giornata. Cinque minuti da trascorrere seduti, a occhi chiusi o socchiusi, con l’attenzione concentrata o sul flusso della respirazione o sul numero uno. Le ricerche in corso sugli effetti della pratica della mindfulness sul cervello e sul sistema nervoso, nell’ambito delle neuro-scienze, asseriscono che questi pochi minuti quotidiani di presenza mentale rilassata, hanno la stessa funzione del lavarsi i denti per il cavo orale: igiene, in questo caso di tipo mentale.

  2. Respirazione. L’aria scorre dentro e fuori i polmoni dal momento della venuta al mondo fino alla dipartita, scadenzando lo scorrere dell’esistenza. La respirazione è la vita. Eppure per la maggior parte delle persone è un’attività inconsapevole, trascurata, minimizzata. La tensione, lo stress, porta inoltre a ridurre al minimo il flusso d’aria nei polmoni, peggiorando la condizione psico-fisica. Portare attenzione al respiro, respirare più profondamente del solito per qualche minuto, sono due semplici attitudini basilari per indurre con naturalezza molti benefici nell’organismo. Si tratta di conoscenze millenarie, patrimonio dell’essere umano in qualsiasi latitudine della Terra; rimedi semplici, portatili, naturali.

  3. Le mani. E’ risaputo che il complesso fenomeno chiamato comunemente “stress”, ha tra le sue risposte organiche la sollecitazione del sistema parasimpatico, quella parte del sistema nervoso che induce tensione e allerta nell’organismo. Si tratta di una catena di reazioni fisiologiche chiamate di attacco/fuga; esse hanno come scopo la difesa della vita e hanno consentito all’essere umano preistorico di sopravvivere fino ai nostri giorni. E’ quindi un sistema che ha un senso e una funzione. Ha anche un limite: se non siamo consapevoli di alcune cose, esso si mette in moto anche quando anche per pericoli immaginari o non si disattiva nonostante quando gli stimoli stressanti cessano. La consapevolezza (rendersi conto), e un po’ di conoscenza (avere alcune informazioni), è utili nella gestione di tutto questo. Con un piccolo espediente: ogni tanto, durante la giornata, porre le mani sotto un getto di acqua calda e sfregale vigorosamente per alcuni minuti. SI ottiene una stimolazione nervosa che dai nervi delle mani, arriva fino più in profondità, inducendo un messaggio nervoso rilassante.

  4. Le braccia. Presupposti analoghi a quelli del punto tre, con l’aggiunta di un altro spunto: spesso le esperienze stressanti hanno come effetto collaterale di mantenere la mente sul famoso “mezzo bicchiere vuoto”, su quello che non va o su quello che è andato storto. Anche nella pratica n°4 si utilizza la relazione esistente tra la mente e il corpo, facendone qualche cosa che fornisce un piccolo aiuto attraverso un breve esercizio fisico. Si sollevano lateralmente le braccia all’altezza delle spalle, si tengono sollevate per qualche minuto muovendo le dita; contemporaneamente l’attenzione degli occhi va alla visione periferica. Poi si portano le braccia in avanti, davanti agli occhi, continuando a sciogliere le dita; poi ancora lateralmente. Tutto questo va ripetuto fatto, con calma, alcune volte. Respirando.

  5. Stare in contatto, non stare in contatto. L’ascolto di una musica gradita, produce effetti sull’umore, ma prima ancora produce modificazione nelle frequenze cerebrali, cioè sul sistema nervoso centrale. Dedicare un po’ di tempo ad ascoltare brani musicali piacevoli e rilassanti è un’ottima piccola pratica di rilassamento che, consente, inoltre, anche di isolarsi un po’ dall’ambiente. Anche questo può essere necessario, a volte, per esempio quando intorno ci sono troppi rumori o troppo forti; quando possibile, anche le cuffie dell’ipod nelle orecchie, con l’apparecchio spento, può essere un modo semplice per ristorare il sistema nervoso.

Un’altra pratica che ormai porto avanti da anni è quella meditativa. Ritrovare il silenzio della nostra mente in questa società della distrazione credo sia uno di quei “superpoteri” che dovremmo coltivare con molta cura.
La strategia del vuoto. Da sempre ho dedicato molto spazio alle tecniche anti-rimandite; la ragione è molto semplice: sono stato (e a volte ancora sono) un procrastinatore D.O.C..
Conosco quindi tutte le scuse che ci raccontiamo noi rimandatari cronici, ma anche le migliori strategie per debellare questo demone oscuro.
La strategia del vuoto, insieme a quelle descritte, è senza dubbio una di quelle che utilizzo con maggior frequenza ancora oggi.
ACHTUNG! Come avrai modo di leggere alla risposta quattro, la mia applicazione di queste strategie, giorno dopo giorno, è tutto fuorché perfetta… ma il bello della crescita personale è proprio questo: non dobbiamo essere perfetti, dobbiamo solo cercare di essere migliori di ieri.
Bene. Questa prima puntata finisce qui: rapida e indolore.
Noi ci rileggiamo nei prossimi giorni con la seconda risposta; questa volta parleremo dei “principi chiave della crescita personale“.

E’ sempre tempo di Coaching!

se hai domande o riflessioni da fare, ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti
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Commenti

  1. Public Education  Aprile 6, 2017

    I like the efforts you have put in this, thank you for all the great content.

    rispondere

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