Migranti: annegati madre e figlio… restiamo umani, quelle morti esigono rispetto…

“Ma i flussi non si bloccano tenendo in ostaggi i migranti”. In molti l’avevano già detto, non è chiudendo i porti che si risolve il problema dell’immigrazione  e nemmeno “mandando ai partner europei 250 persone su 450” che sono sbarcati, dopo giorni di trattative, stremati da un viaggio che viene dall’inferno. Matteo Salvini canta vittoria… e si scorda di quella di Pirro. La verità è che questo governo manca di una strategia complessiva sui migranti ma soprattutto d’umanità. In più coi suoi toni truci, Salvini nega l’evidenza dei fatti. Un’immagine terribile quella della madre e figlio annegati, dopo essere stati con tutta probabilità abbandonati e affondati dalla Guardia Costiera Libica, perché non volevano tornare indietro. E francamente di fronte a questa immagine… interessa veramente poco l’ennesima polemica innestata dal Ministro Salvini con la Ong  Open Arms… accusata di divulgare foto avendo imbastito una Feke news. Possibile che il Capo del Viminale non si renda conto che non esiste questione politica, che possa giustificare l’orrore di quell’immagine? Ne quello dello sguardo traumatizzato, quasi vitreo di Josephine, che ancora non distingue la vita dalla morte dopo 48 ore in acqua prima di essere salvata. In quello sguardo c’è tutto il dramma del Mediterraneo. Ministro Salvini, per carità se può, se ci riesce …cerchi di restare umano! Non basta la retorica del: “io sono un papà” a nascondere quel suo irragionevole disprezzo, quel suo infrenabile odio per queste povere persone. Non continui a imporci quei suoi ‘sorrisetti sfrontati’ …quelle morti esigono rispetto! Nemmeno di fronte alla tristezza di quell’immagini di morte Lei si placa. Negandosi e negandoci ogni considerazione d’umano dolore. La prego metta un freno,  dia un limite alla sua ‘bulimica’ voglia di guerra! Non crederà d’avvero di stare battagliando per affermare …qualche reale ragion di stato?! Vicende come quella della nave Acquarius, della Lifeline o l’ultima della Von Thalassa, questo conflitto aperto con le Ong, che lei definisce vice-scafisti, di fronte a queste sofferenze e queste innocenti morti …chiedono giustizia! Ma come fa a non aver alcun scrupolo morale, verso questo ‘popolo’ di uomini, donne e bambini, poveri esseri lasciati per giorni e giorni sui ponti delle navi ad aspettare il suo permesso, per continuare a poter sperare di sopravvivere. Impotenti rispetto a quel che succederà delle loro già grame vite. Stremati per le violenze subite nei Lager libici,  bastonati a sangue da sadici Kapò e se donne dagli stessi violentate, lasciati in condizioni igienico-sanitarie disumane. Non voglio qui affrontare il nodo di come si governa un fenomeno come quello migratorio, (con cui dovremo convivere volenti o nolenti ancora per i prossimi decenni, né voglio entrare nel merito di scelte politiche, come quella di chiudere i porti italiani alle navi delle Ong,  comprendo il loro valore simbolico e propagandistico, piuttosto che prefigurare una vera soluzione del problema. E non voglio nemmeno assolvere l’Europa che ha la maggiore responsabilità fino a qualche giorno fa, di aver scaricato sull’Italia e gli italiani l’intero onere di tutto ciò. Quello che però mi  colpisce è che tutto questo: le discussioni, la propaganda, le decisioni sulle possibili soluzioni del caso per caso, vengano fatte a prescindere dal valore delle vita di persone, che vengono lasciate alla deriva in mezzo al mare per giorni e giorni. L’opinione pubblica, che si dimostra tanto sensibile di fronte ai disagi (piccoli) dei nostri pendolari e di tanti altri viaggiatori, come fa a non vivere con altrettanta indignazione e solidarietà queste vicende tragiche dei migranti. In tanti preferiscono girare lo sguardo altrove trovando scuse  nella “nuova” politica internazionale di Trump, o alle già richiamata ‘irresponsabilità’ dell’Europa. Plaude alla capacità di mostrare la faccia feroce, affrontando molto superficialmente quando non ignorando totalmente, lo scenaro demografico che ha già cambiato il Mondo e che ancor di più lo muterà nei prossimi decenni. Ci sono numeri che si commentano da soli.* Ma quelle persone, quelle donne e quei bambini, non meritano altrettanta attenzione, solidarietà e cura di un lavoratore pendolare che prende un treno o di un manager fermo in un aeroporto?! Non meritano la stessa apprensione, che in molti abbiamo provato per la sorte di quei ragazzini, giocatori di calcio thailandesi, rimasti, prigionieri e a rischio di vita, per due settimane nella grotta di Tham Luang. Non meritano lo stesso sollievo che  abbiamo provato quando quei 12 ragazzi e il loro allenatore sono stati tratti tutti in salvo? “Restiamo umani” ha scritto qualcuno. Temo che se si continua a pensare all’umanità con un sentimento e un sistema di diritti e libertà di cui possono godere solo in pochi e sempre in meno e solo coloro che vivono già condizioni migliori e hanno più fortuna… quando al contrario, dovrebbe essere una condizione basilare di vita e di cittadinanza valida per tutti quanti, che imporrebbe di aiutare chi ha più bisogno… alla fine viene meno la nostra umanità e vincono le paure, l’insicurezza e l’ingiustizia. Non rassegnamoci a vivere in un Mondo sempre più disumano per tutti  quanti…

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