Politica: tutto cambia! Renzi, Salvini e Di Maio, è questo il risultato del ‘largo ai giovani’?

E’ vero che tutto cambia… o almeno tutti continuano a ripeterlo, quasi per autoconvincersene. Viviamo il tempo di un cambiamento totale in ogni ambito della nostra vita pubblica …e privata… Vero… è proprio così! E chi esterna qualche perplessità o più semplicemente vuole capire perché e si interroga e interroga sulle ragioni e la natura di questo nostro contemporaneo cambiamento definito come epocale… se è un po’ attempato come il sottoscritto, si sente spesso dire accompagnandolo con un sorrisetto di scherno: “tutto cambia, che vai cercando? “Sei vecchio è naturale che tutto cambia …largo ai giovani”. Proprio perché ho più di qualche capello bianco ho ben presente che molto… anzi no, che tutto cambia… e la memoria mi ricorda anche una splendida canzone dal titolo “Todo cambia” cantata da Mercedes Sosa una cantante argentina, simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura. Le parole sono di un poeta-musicista cileno Julio Numhauser:

Cambia ciò che è superfice
Cambia ciò che è più profondo
Cambia il modo di pensare
Tutto cambia a questo Mondo
Cambia il clima con il tempo
Il pastore con il gregge
Tutto cambia mano a mano
che anch’io cambi non è strano…

Come volevasi dimostrare. Tutto cambia anche la politica e i politici. Incartato ancora nelle sue categorie pre-politiche tendenti al puerile, per prima proprio nell’antitesi vecchio/nuovo, il povero Luigi Di Maio fa la figura del bambino piagnucoloso: “O mi fate giocare da premier o lo dico a mamma Mattarella!” Cui danno corda i “compagnucci a disco rotto” Danilo Toninelli e Davide Casaleggio, ripetendo all’infinito la tesi (da bocciatura in matematica) che il loro leader avrebbe ricevuto l’investitura dal voto degli italiani. Puro gioco delle tre carte, in cui trentadue su cento di un poco più di un 70 su cento degli aventi diritto al voto si vuole far corrispondere alla maggioranza assoluta. Sicché mi viene da dire che stiamo assistendo a un’infantilizzazione della politica che non promette niente di buono. Sebbene autorevoli commentatori dei Media fossero già pronti a mettere la mano sul fuoco garantendo l’alta professionalizzazione raggiunta dal Di Maio. Come se la fregola desiderante della più alta poltrona a ogni costo, dicendo alternativamente il dritto e il suo contrario, sì all’Europa e all’euro dopo aver ostentato pollice verso nei loro confronti, inseguendo la Lega ma anche il PD, fossero segni di una compiuta maturità. E non invece un brancolare nel buio. A cominciare dal non essersi reso conto che la propria prima scelta in quanto a interlocuzione ovvero Matteo Salvini aveva tutt’altre priorità rispetto al varo di un comune governo: la conquista indolore della destra, che presupponeva prima la difesa formale dell’aggregazione che il 4 marzo ha conquistato – lei sì – la maggioranza relativa. Strategia che imponeva uno scippo con destrezza del patrimonio elettorale di Silvio Berlusconi. Sempre guardandosi bene dal dare l’impressione di offrire a chicchessia – 5 stelle in primis – il pegno del parrucchino dell’ex Cavaliere a mo’ di scalpo. In questa manovra salviniana ora c’è qualche altro che intravvedeva il segno di una sagacia politica qualitativamente superiore; quando è solo il segno della furberia grassatrice di un infido giovanotto, che ha masticato a sufficienza pane e politica per sapere ciò che sfugge al Di Maio, oltre al resto: prima si conquista il potere, poi si passa all’incasso delle cariche di Palazzo. E il potere lo si acquisisce prima di tutto facendo fuori gli affini e i limitrofi. Vecchia ricetta dei cannibali fratricidi democristiani che il neo-democristiano penta stellato dimostrava di ignorare. Non meno di un’altra regola che pure il Movimento, tenuto lungamente a balia da Beppe Grillo, andava ripetendo a ogni pie’ sospinto: “Non si può ingannare tutti sempre”. Che altro sarebbe se non un inganno pensare di fare un governo con lo spezzone più trucidamente razzista-sovranista-lepenista di questa destra complessivamente orrida, quale è la Lega salvinizzata? Ma tant’è che è finita con un Conte primo Ministro della Repubblica professore universitario di diritto e avvocato finito per il meglio a far “l’azzeccagarbugli” per nome e conto dei suoi due ben più giovani Vice primi ministri. Bene in questi 5 mesi di governo i supporter 5 Stelle si sono gratificati con l’ostentata esibizione dell’onestà dei propri eroi. In un futuro o meglio ormai già nel presente di queste giornate stanno aprendo gli occhi e capendo che la conclamata onestà è sicuramente un prerequisito necessario ma non sufficiente, se non è abbinato alla capacità di affermarla nel governo e nel merito dei problemi. E, a breve, questi presunti ‘rabdomanti’ del nuovo con il loro così detto “governo del cambiamento” subiranno il trauma sconvolgente dello scoprire di quanto vecchiume in decomposizione il partner tanto inseguito è portatore infetto… Alla fine l’accordo Salvini-Di Maio è andato in porto e sta in piedi… proprio perché la nuova politica quando governa in nome del cambiamento come farebbe anche in nome della conservazione agisce con real politique un “comandamento” della politica che si regge guarda un po’, sulla più vecchia regola della politica, quella che: “i principi vanno sempre affermati ma poi in nome della realtà di governo mai applicati”. Mai un condono si urla… quale principale parole d’ordine… vero mai un condono… infatti i condoni sono nove più uno dieci. Facile per chi scrive… avevo avanzato fin dall’inizio di questo forzato matrimonio gialloverde profonde riserve su tutto quel parlare di cambiamento… e su altro ancora su cui i 5 stelle si stanno già ulteriormente lacerando al loro interno. D’altro canto l’attuale ‘cul di sacco’ della manovra economica di fine anno e dei due anni successivi, non presenta possibili uscite di sicurezza, anche per il capriccioso e altrettanto infantile “tanto peggio, tanto meglio” dichiarato, dopo aver subito la peggiore sconfitta di sempre che Matteo Renzi ha imposto al Pd dove nonostante le dimissioni continua a signoreggiare. Perché tutto marcisca in attesa di improbabili rivincite. Insomma, facendola breve, saranno soddisfatti tutti quanti auspicavano l’arrivo delle nuove generazioni al potere: ‘largo ai giovani’ e ora si ritrovano ad avere a che fare con giovani irresponsabili, intenti solo a giocare partite personalistiche di potere sulla pelle del Paese… alla faccia del nuovo ma d’altronde “todo cambia”:

Cambia il modo di pensare, 
Cambia tutto in questo Mondo,
…non cambia il mio amore 
per quanto lontano sia
né il ricordo né il dolore della mia terra e della mia gente,
Quello che è cambiato ieri cambierà domani,
Così come cambio io in questa mia terra…

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