Promesse elettorali: numeri in libertà che fanno male all’Italia

Connotava Sergio Rizzo in un articolo su Repubblica di qualche giorno fa: “Da troppo tempo ormai nelle nostre campagne elettorali il confine fra propaganda e realtà è quanto di più vago possa esistere”.

Già …stiamo assistendo da oltre un anno (dal referendum costituzionale) ad una campagna elettorale “strisciante” e continua, in cui la politica ha cercato di riaccreditarsi verso gli elettori, con continue promesse…  Ignorando totalmente un limite che non dovrebbe mai essere oltrepassato, almeno per rispetto dei cittadini ai quali si chiede il voto. Questa volta non soltanto è stato superato ogni limite, ma i partiti hanno addirittura superato se stessi… nel non rispetto della “ragione” dei cittadini. Mai era accaduto che le promesse che anche questa volta sono state eccessivamente generose, fossero accompagnate da stime dei loro effetti sui conti pubblici così inattendibili… Lo hanno dimostrato più di un editorialista delle principali testate quotidiane nelle scorse settimane – quanto costano davvero le promesse dei politici – E purtroppo il livello toccato in questa occasione dalla spregiudicatezza della propaganda politica ci offre anche la misura della irresponsabilità dei Partiti e dei loro leader. Perché qui si sta giocando con un materiale particolarmente infiammabile. Dopo aver giurato e rigiurato (i Partiti) che tutto quanto si era fatto (sacrifici degli italiani) e si stava facendo (riforme) era in funzione di una riduzione dello smisurato debito pubblico italiano (risultato totalmente mancato) i calcoli di più di un osservatore della economia e vita pubblica italiana, ci dicono che le promesse contenute in tutti i programmi di tutti i Partiti presenti alle elezioni politiche del 4 marzo, farebbero inesorabilmente salire ulteriormente il debito pubblico, già oggi al 131,6 per cento del Prodotto Interno Lordo. I calcoli dicono che si andrebbe da un minimo del 134,8 per cento del programma del partito di governo a un massimo del 140 per cento dei partiti di opposizione. E questo nonostante le stime degli stessi partiti dicano esattamente il contrario… Se il Partito Democratico promette di far scendere il debito al 118,4, la Lega al 120,3 e Forza Italia al 112,8, il Movimento 5 stelle prevede come effetto delle proprie politiche una strabiliante riduzione di 40 punti, al 91,6 per cento: contro la stima di un ex Commissario alla spending review che parla invece di un aumento al 138,4 per cento. Numeri in libertà, purtroppo tutt’altro che innocui. Infatti, sul debito pubblico italiano è acceso perennemente non soltanto il faro di Francoforte, ma anche quello della speculazione. Basterebbe ricordarsi degli attacchi speculativi nel novembre 2011, con lo spread a 574 punti tra i nostri titoli e quelli tedeschi si andò vicini alla crisi finanziaria. E siccome i pescecani della finanza internazionale nuotano sempre a pelo d’acqua e sanno capire quando una potenziale vittima è in difficoltà (interpretando bene i numeri) qualche segnale è già arrivato…  La finanza speculativa inizia a scommettere miliardi contro il nostro debito pubblico. Aspettano la possibile tempesta provocata da queste promesse inaffidabili dei nostri leader politici…

E’ sempre tempo di Coaching!”

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