Renzi è finito? Probabilmente sì (ma ancora non lo sa): è solo e ormai nessuno si fida più di lui…

Napolitano è stato da sempre il garante di Renzi nei confronti del sistema economico-finanziario europeo e degli altri capi di Stato. Nessuna sorpresa, quindi, che si sia schierato con Renzi per il Sì alla riforma costituzionale tra l’altro da lui fortemente sollecitata, al momento della sua rielezione a Presidente della Repubblica per un secondo mandato. Comunque anche lui, alla fine non ha fatto mancare distingui e critiche per il taglio tutto politico dato alla campagna referendaria da Matteo Renzi, e alla fine anche Napolitano in nome del “combinato disposto” tra riforma e legge elettorale ha chiesto modifiche all’Italicum. Troppo tardi? Probabilmente sì… infatti, il vero problema è diventato proprio l’impostazione plebiscitaria per legittimare se stesso, che Renzi ha preteso di dare alla riforma della costituzione. Alla fine, il referendum si è trasformato in un vero e proprio boomerang che ha fatto fuori proprio Renzi, vista l’affermazione a grande maggioranza del NO” altro che “plebiscito” per Renzi. Scontata la domanda: Renzi è quindi politicamente finito? E ancora: C’è un suo sostituto che già occupa l’orizzonte? In realtà (questo è il mio modesto parere) non c’è nessuno …neanche il leader grillino Di Maio. E. quindi passerà un altro po’ di tempo prima della definitiva uscita di scena dalla politica di Renzi. Ma, tutto ciò cosa cambia per gli italiani? Diciamocelo francamente che il voto del 4 dicembre non ha cambiato niente per gli italiani che saranno destinati ancora a subire le stesse cose che subivano prima del referendum. Le cose invece sono cambiate in maniera direi quasi irreversibile per Renzi. Sì sono un Gufo e sono contento di esserlo… soprattutto nei suoi confronti. Renzi ha commesso un errore fatale e al di là del sostegno che gli ha dato Napolitano e i tanti endorsement ricevuti dall’establishment …si è politicamente isolato dalla maggioranza del Paese che non ascoltava (ammesso e non concesso, vista la situazione, che vi fosse stato un  tempo in cui effettivamente …ascoltò qualcuno) comunque sull’onda della parola d’ordine della rottamazione e del dobbiamo cambiare ad ogni costo …pensava di averlo nelle mani il Paese e di poterlo per l’appunto manipolarlo a proprio piacimento. Come sé visto non era così! E ora, nonostante il governo “fotocopia” di Gentiloni varato in meno di 48 ore. Anzi, proprio questo Governo di Renzi senza Renzi… dimostra che Renzi ancora una volta non ascolta nessuno se non se stesso… e si rifiuta di comprendere la portata della sconfitta referendaria del 4 dicembre. Lui ancora non lo sa… ma, ormai non ha più nessuna reale connivenza ne complicità nel mondo della politica: i possibili complici alla fine li ha “solàti” tutti. Napolitano, Bersani, Berlusconi, Letta, D’Alema. Ha solato anche i complici quelli meno vedibili diciamo un po’ esterni alla politica. Con nessuno ha mantenuto gli impegni che, con loro, aveva preso, ma cosa ancor più grave non ha mantenuto nemmeno le aspettative sollevate e promesse alla gente del nostro Paese. E quindi adesso è drammaticamente solo politicamente e ha cominciato a scivolare giù …in un dirupo dagli scarsi appigli per poter fermare la sua caduta. Infatti, anche la gestione più deteriore possibile del potere …quella “dell’uomo solo al comando” per intenderci, richiede (almeno nella sua prima parte) un consenso generato per l’appunto da connivenze e complicità. Renzi, queste connivenze e complicità le ha avute…  ma le ha sprecate tutte… facendo di testa sua… e rifuggendo ogni suggerimento pur “tattico” che fosse di usar cautela… e ora connivenze e complicità per lui, si faranno merce rara e non le ritroverà più facilmente nel suo futuro politico. Non è stato neanche creduto sul fatto di cambiare la legge elettorale… nonostante il “sacrificio” di Cuperlo con la firma sul famoso “foglietto” in cui venivano fissati i punti di una possibile modifica dell’Italicum (…continuando a sottolineare, invece, arrogantemente che per lui l’Italicum era perfetto la migliore legge del mondo …quella che la sera del voto diceva con chiarezza chi aveva vinto o perso, ma che viste le insistenze,  lui quale “principe” della nostra politica, pur di tranquillizzare  qualche “minoranza conservatrice” della vecchia politica… essendo ormai il  “padrone” di maggioranza (diceva lui) del mondo politico italiano, lo avrebbe anche potuto concedere. Ma, la gente, ormai, prima di credere a un impegno preso da Renzi… si farà il segno della croce con i gomiti (provateci e vedrete che la cosa non è naturalmente possibile). La gente prima di credergli gli dirà “vabbè, fatti prima un’ipoteca sulla casa, firma una cambiale, e vediamo se mantieni gli impegni e li paghi”. Oggi, dopo la “débâcle” referendaria, Renzi si barricherà alla guida del PD, continuando a presumere arrogantemente di poter la prossima volta che voteremo (pensando di poter essere sempre lui a decidere la durata del Governo Gentiloni), consolidare il 40% di Sì ricevuti nel referendum. Convinto che quella è la sua base personale di rappresentanza minima con cui imporre al partito e nel Paese quel che lui vuole… (quello del Sì è nella sua testa e in quella dei suoi pasdaran la base elettorale minima del tanto agognato Partito di Renzi). Ma, questo rischia di essere l’ennesimo fatale errore …prima di tutto perché quel 40%, non se lo ritroverà di certo nel congresso anticipato del PD e nemmeno nelle prossime primarie con le quali pensa di rilanciare di nuovo la sua leadership. Secondo perché la sua strategia continua ad essere quella di: dividere il Paese e il partito “in quelli con me e quelli contro di me” nel tentativo di ripulire etnicamente il PD e il Paese da ogni traccia di sinistra. Infine perché anche Napolitano, che è stato il suo garante nazionale e internazionale, non è più oggi l’autorevole Presidente della Repubblica Italiana. E ormai in molti, anche tra i gli estimatori del suo settennato + due, gli imputano di aver sbagliato il “cavallo”. Ma tutto questo, cosa cambia veramente per gli italiani? Il voto del 4 dicembre alla fine (per gli italiani) non cambia niente! Siamo purtroppo destinati infatti a subire le stesse cose che subivamo prima del referendum. Quindi le cose sono cambiate e probabilmente cambieranno ancora solo per Renzi (nonostante il paravento del Governo Gentiloni).  Non avendo mantenuto nessuno degli impegni che, aveva preso, anche con i suoi sostenitori. Li ha messi anche loro …tutti nel sacco. Poi ha fatto il Jobs Act, rottamando quel che restava dei diritti del lavoro, in un paese devastato dal rigore indotto dall’Eurozona. Quindi ha regalato a BlackRock metà di Poste Italiane, società che andava benissimo e fruttava ogni anno quasi mezzo miliardo, allo Stato. E imponendo per l’appunto un carattere plebiscitario al referendum chiedeva: più potere al governo, una sola Camera, e “urlava” …o me o il diluvio. Credendo alla propria propaganda e scordandosi di essere solo un esecutore. Sì! Solo un esecutore ambizioso certo, dotato di un gran talento narrativo: riuscendo all’inizio a far credere di lavorare davvero per l’Italia, anziché per i soliti grandi manovratori, da cui dipendeva il suo avvenire politico. Come Jamie Dimon, boss della Jp Morgan, quello che: “la Costituzione italiana è obsoleta, tutela ancora troppo i diritti sociali”. Dimon e poi Larry Fink, di BlackRock (il più grande gestore di Fondi finanziari a livello mondiale). E ancora Michael Ledeen, super-falco dell’ultra destra americana, consigliere-ombra di Fink per la politica estera. E poi da noi non vanno scordati il fido Marco Carrai, legato a Israele come Yoram Gutgeld, vera “mente economica” del Pd renziano assieme agli amici Davide Serra (Fondo Algebris) e Filippo Taddei (responsabile economico del Partito Democratico). “Doveva” quindi vincere, Matteo Renzi, contro il timido Letta, l’esausto Silvio e l’increscioso Bersani che alla fine contribuirono a consegnare l’Italia a Mario Monti e nelle mani di una invisa Europa (agli occhi della destra economica americana) e con il placet e la regia di Giorgio Napolitano… Invece, con un’affluenza massiccia e una percentuale schiacciante di “No” ha perso e alla grande! L’Italia ha mostrato che: «nell’elettorato c’è l’esistenza nel nostro paese, di un popolo della rivolta», che va ben oltre i 5Stelle, Salvini e la Meloni. Un popolo che i media mainstream hanno accuratamente evitato di rappresentare. Un “popolo” che: “ha sonoramente bocciato il Presidente del Consiglio e l’establishment di governo assieme alla riforma della Costituzione”. A votare contro Renzi, scrive Maurizio Molinari sulla “Stampa”: «sono state le famiglie del ceto medio disagiato, impoverito dalla crisi economica, senza speranze di prosperità e benessere per figli e nipoti», ma anche «i giovani senza lavoro, gli operai che si sentono minacciati dai migranti e gli stipendiati a cui le entrate non bastano più». È questo il “popolo della rivolta”, espressione dello stesso disagio che in Gran Bretagna ha prodotto la Brexit e negli Usa ha incoronato alla fine Trump Presidente degli Stati Uniti. Adesso Renzi, è solo in quanto come si suol dire: “Il Re è nudo”, e al di là delle apparenze, è finito giù in quel dirupo cui accennavo prima e dove sarà difficile trovare per lui qualche appiglio per fermare la sua “caduta politica”. Infatti, la gestione del potere richiede quella salda rete di connivenze create con le complicità. E Renzi queste non le troverà più da nessuna parte …salvo nei pochi sodali del “giglio magico” destinati alla fine a precipitare con lui. Avendo “deluso” tutti, anche quelli che lo hanno sostenuto… dandogli chi saggi consigli su come muoversi e atteggiarsi per non finire nel precipizio, ma soprattutto anche coloro che gli hanno dato risorse (denaro) per affermare la sua (e la loro) leadership nel panorama politico nazionale e internazionale… A tutti questi come potrà spiegare …di aver saputo perdere, per via del suo caratterino …così bene e alla grande? Ecco, perché (pur non avendolo ancora lui compreso chiaramente) già oggi il nostro ex Presidente del Consiglio …è politicamente finito! Di solito nel leader di potere, la sconfitta crea un cambiamento nel suo assetto psicologico: nella disgrazia del perdere induce alla cautela. Soprattutto, quando lo “spettro” della sconfitta non ti rende più credibile e allunga la sua ombra e più di qualche motivo di temere la vittoria …seppur in un tempo successivo. Infatti, anche se Renzi vincerà ancora, non avrà più le stesse possibilità e la stessa la forza che aveva avuto prima durante la sua scalata al Potere. Certo che potrà giocarsela alle prossime elezioni, se saranno entro un anno o ancor prima, ma intanto ci deve arrivare: e sarà comunque dura anzi durissima. Sta già sicuramente toccando con mano che probabilmente si è messo in un “cul de sac” dal quale non ci sono vie d’uscita semplici, proprio perché la “fiducia” da parte dei suoi complici viene a mancare. Inoltre, non avrà più l’energia e la forza di questi ultimi due anni. E’ così! Le sconfitte lasciano comunque il segno. E poi dovrà metabolizzare che non è stato il “palazzo” ma è stata proprio la gente (questa sconosciuta) che ha voluto e gli ha inflitto questa sconfitta. E Renzi, dovrà gioco forza molto presto comprendere, che ormai la gente, lo vede con occhi diversi: e che le cose che dice e fa oggi, nel tentativo di poter dire e fare per avere ancora un futuro politico …non hanno già e non avranno più lo stesso peso e la stessa presa che hanno avuto nel passato pur recente. Renzi è un leader ormai dimezzato e alquanto isolato …anche da buona parte dei suoi. Ma dove pensa di poter ancora andare? Voleva entrare nel circolo internazionale delle Ur-Lodges, – voleva entrare soprattutto nel circuito di quelle conservatrici, perché in quelle progressiste non si è neanche peritato di provare a entrare. Siccome il circolo delle Ur-Lodges gli ha detto “no, prima vediamo la tua reale posizione di forza”, lui ha cercato di avere un plebiscito sulla riforma della Costituzione …che gli avrebbe dato presso che un potere decisionale su tutto. Il NO, lo ha fermato! Tra l’altro chi oggi, entra in queste “organizzazioni” dovrebbe ben sapere che nel 90% dei casi queste non coincidono più con la dottrina, con le tradizioni e con lo schema originario (ad esempio la stessa Massoneria nostrana e/o internazionale, che alle origini era vocata all’evoluzione spirituale dei suoi adepti). Oggi è diventa solo quello che conviene al potere del posto e nella migliore delle ipotesi diventa una specie di Rotary o Lions club, oppure diventa funzionale a schemi di malaffare, o a esigenze di potere dell’economia sulla politica – tutto diventa, meno che meno, la cosa originaria.
Renzi si è dimostrato anche agli occhi di queste Lobby: “uno che non mantiene la parola” …e questo “giudizio” si è ormai diffuso. E l’aurea di entusiastico consenso popolare che lo aveva circondato all’inizio e che nei settori non popolari era già incrinata, per le modalità con cui aveva preso il posto di Letta e quelle con cui aveva praticamente raggirato Berlusconi… quell’incrinatura è diventata una “faglia” nel rapporto con il popolo. Si, sa che il valore della parola data conta anche tra persone equivoche… già funziona così anche tra loro! Figuriamoci nei confronti di chi è in fondo alla scala sociale o addirittura, oggi, ne è definitivamente caduto e/o nemmeno può più immaginare di salirne il primo gradino… Renzi è stato scoperto ed è solo… tutti i suoi problemi dipendono e dipenderanno da questo avendo perso ogni possibile credibilità: nessuno si fiderà più di lui, ne quelli che non sono come lui (che sono tanti e, si sono accorti di essere stati purtroppo passivi per troppo tempo), né quelli che puntando tutto su lui hanno perso.
Per gli italiani resta comunque un enigma: Chi una volta caduta l’illusione-Renzi, saprà: «dare in fretta delle risposte chiare alla crisi che è l’origine della protesta del ceto medio» ormai massacrato ogni giorno dal rigore imposto da Bruxelles inaspritosi per via del conflitto economico-finanziario indotto e ampliato dalla globalizzazione dei mercati con le ricadute sociali conseguenti per via delle diseguaglianze crescenti che colpiscono nel loro insieme anche l’Occidente?

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