“Renzi è un leader finito…”

La verità è che ormai il Re è nudo e non solo in Italia. Serve poco parlare di Matteo Renzi, il rottamatore, che chiuso nella torre d’avorio delle sue certezze, alla fine ha finito per restare solo…
I Leader europei, che non hanno saputo in questi ultimi anni affrontare in tempo né la crisi economica, né il terrorismo, né il dramma dell’immigrazione… sono più d’uno… C’è da chiedersi come mai si è arrivati ad una carenza così forte di reale leadership: colpa della fine delle ideologie? Mancanza di preparazione? Ossessione per gli effetti mediatici anziché per un metodo di governo? Per quanto riguarda l’Italia non vi è dubbio che: il non essere stati in grado di capire che la crisi politica post tangentopoli portava alla fine dei partiti tradizionali è stato micidiale. L’articolo 49 della nostra costituzione dice “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partito per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Quell’articolo é stato scritto da uomini che credevano nel futuro dopo aver visto le barbarie della guerra, per permettere a tutti di partecipare alle decisioni politiche. Negli ultimi anni invece,  si è accentuato con i governi di Berlusconi, Mario Monti e Matteo Renzi il fenomeno di un “uomo solo” al comando, che spesso provoca guasti di cui l’opinione pubblica lentamente si va rendendo conto… L’uomo solo al comando o è figlio di dittatura o più semplicemente è figlio di un’illusione mediatica che ci ha dato la speranza di combattere burocrazia, inefficienze e sprechi che rendono le nostre giornate sempre più difficili. Renzi, con il suo egregio eloquio, ancora più di Berlusconi e Monti, per almeno un anno dei tre in cui è rimasto a Palazzo Chigi… ci ha dato questa illusione. Ma per un’Italia così complessa e compromessa è difficile creare una vera ripresa senza ridare efficienza all’amministrazione pubblica, evitando di banalizzarla e criminalizzarla inutilmente e ridando allo stesso tempo, un ruolo centrale all’impresa, perché ricrei lavoro e stabilità sociale. Per questo – paradossalmente – c’è sempre più bisogno ineludibilmeente di partiti strutturati e trasparenti e non divisi in bande in lotta tra loro per il potere per il potere… Non vi è dubbio che c’è bisogno di tornare al più presto al voto… ma per riportare la gente a partecipare alla politica occorre un’agenda dai contenuti importanti che guardino alla soluzione dei problemi che turbano il quotidiano vivere dei cittadini …lasciando da parte la sola politica degli annunci come quelli sulla diminuzione delle tasse e la ripresa dello sviluppo economico e del lavoro …che tanto ricordano  le promesse di “un milione di posti di lavoro in più” di qualche anno fa… Le sconfitte elettorali quando si presentano hanno praticamente già detto tutto loro: occorrerebbe semplicemente prenderne atto. Per Renzi non è invece così… nessun ripensamento sul referendum, ne sulle amministrative del mese di Giugno scorso. Non vale nessuna analisi del voto… Eppure dovrebbe essere chiaro ormai anche a lui che ha perso “quell’allure miracolistica, quel tocco che trasforma tutto in oro…” certo fino al referendum c’era la corsa ad accucciarsi chez Renzi. Oggi si registra non proprio l’effetto contrario ma una sorta di ‘fedeltà’ al capo temporanea. Giusto il tempo di guardarsi intorno. Niente di nuovo, è tipico del rapporto tra potere e politica, tra leader, potere e politica. Nel caso di Renzi certamente colpisce la breve durata del regno. Tuttavia anche per lui c’è un nuovo status… dopo aver governato e deciso con il pugno di ferro… ora anche lui dovrebbe lavorare sulle sfumature (legge elettorale con un consenso ampio anche di altri partiti – programmi e obiettivi condivisi con le alleanze elettorali, per rafforzare possibili compagini di governo che reggano un patto di legislatura per dare credibilità e solidità al governo …che verrà. E’ tra le sfumature, che occorre concedere e mediare… Ma. quando un leader caratterizzatosi per aver il “turbo” inizia a mediare a concedere… perde di credibilità e forse vuol dire che nemmeno la “respirazione artificiale” di una qualche coalizione uscita dalle urne… può più salvarlo! Capiamo benissimo non è semplice per Renzi entrare in una fase dove tanti gli staranno appresso con il fiato grosso e lui, l’ex sindaco di Firenze che dovrà chinare il capo forse anche più del dovuto… Ma se Renzi perde ancora, se ne va veramente a casa? Questa è la vera domanda alla quale c’è da rispondere oggi… anche dentro il PD. Ecco, si, proprio il Pd dovrebbe rispondere su quanto debba ancora durare ab illo tempore, il disastro  politico ed organizzativo inflittogli proprio dal suo Segretario Renzi… Per lui invece un suggerimento… visto le future scadenze veda di fare chiarezza …con se stesso …con il Pd e con gli italiani. Se fosse sconfitto alle prossime elezioni politiche Renzi …si dimetterebbe dal partito e si ritirerebbe dalla politica?! Dovrebbe già saperlo lui, dirlo al partito e agli elettori… a questo punto della sua strada politica e personale pensare ad una rinascita del partito nelle prossime elezioni politiche… con lui candidato premier, appare già una “mission impossible” e sarebbe comunque …una minestra riscaldata … a che pro!?

“E’ sempre tempo di Coaching!” 

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