Se potessi avere…

Era il 1939 quando Gilberto Mazzi cantava la celebre “Mille lire al mese”.
Sono passati più di settant’anni, esattamente settantasette… la lira è scomparsa, fuori uso.
Qualcuno con nostalgia la conserva ancora come ricordo. Piccole monete o banconote di carta conservate in chissà quale cassetto. Ma alcuni (per la verità il numero va crescendo e sono già in molti) e non per semplice nostalgia… vorrebbero tornare indietro nel tempo, uscendo dalla moneta unica europea… nella speranza e/o convinzione che la lira possa far tornare crescita e sviluppo in Italia.

Permettendo così agli italiani di tornare a realizzare i loro sogni di vita.
Già, perché sempre lì, nascosti in qualche “cassetto” dei pensieri, continuano ad essere coltivati i sogni e i desideri di ognuno di noi… La domanda quindi diventa …i sogni di allora sono sempre i sogni che gli italiani hanno anche oggi?

La canzone diceva: “Se potessi avere 1.000 lire al mese. Senza esagerare, Sarei certo di trovare tutta la felicità…” Ma quale era l’idea di “felicità” che nel 1939 avevano gli italiani che le 1.000 lire al mese avrebbero permesso di realizzare?

Un modesto impiego, io non ho pretese,
voglio lavorare per poter al fin trovar
tutta la tranquillità!
Una casettina in periferia, una mogliettina
giovane e carina, tale e quale come te.
Se potessi avere mille lire al mese,
farei tante spese, comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu!”

Allora il “sogno nel cassetto” rappresentato dalla canzone, esprimeva queste semplici aspirazioni…

Oggi, qual è la cifra che, rappresenta la possibilità di realizzare quel sogno nel cassetto” ma, soprattutto questo è ancora il “sogno” degli italiani? Se cambiassimo la lira e la sostituissimo con l’euro, sarebbero in molti che oggi canticchierebbero (o anche solo penserebbero) alle grandi e allo stesso tempo …semplici cose che potrebbero fare. Sarebbero molti gli italiani che se avessero mille euro al mese tutto quanto tornerebbe a posto? La loro vita quadrerebbe anche oggi?

1000 euro

Si! Stando alla rivisitazione del testo della canzone del ‘39 fatta da Daniele Silvestri nel 2002, che … sostituiva per l’appunto la lira con l’euro e cantava:

“Se potessi avere 1.000 Euro al mese
Senza esagerare
Sarei certo di trovare Tutta la felicità”

Per poi continuare con evidente intenzione di attualizzare e rendere più preciso il “sogno degli italiani” in questi tempi complicati:

 “…è la solita vita
La solita rincorsa a una corriera già partita
Perpetuo movimento sulla strada che all’andata
Così come al ritorno
è sempre una salita
Dovrò dosare la fatica
Imparerò a parlare in questa lingua sconosciuta
Sognando di riuscire, un giorno, a fare ricevuta
Tra gente compiaciuta
E che di me si fida
E non è piccola la sfida querida
Disperso in questo angolo d’Europa unita
Ti metto la valuta in una busta
La spedirò per posta
Ma poi non basta mica
Se tu sapessi quanto costa la vita
Sapessi quant’è faticoso riuscire a tenerla pulita
Domani cercherò di nuovo casa, qualcosa
Prima o poi capiterà
Se potessi avere
1.000 Euro al mese
Senza esagerare
Sarei certo di trovare
Tutta la felicità
è la solita vita
è il solito miracolo che svolta la giornata
L’evento microcosmico di minima portata
Una mancia ricevuta
Una cena regalata
E con la dignità avanzata rimasta
Volevo vederti arrivare vestita di seta di festa
Magari fare quattro salti in pista te gusta
Ma forse è meglio se rimani là
Se potessi avere
1.000 Euro al mese
Senza esagerare
Sarei certo di trovare
Tutta la felicità
Una casettina
Di periferia
Una mogliettina
Giovane e carina
Tale e quale come te
Se potessi avere
1.000 Euro al mese
Senza esagerare
Sarei certo di trovare
Tutta la felicità”

Il grandissimo successo della canzone del ’39 fu proprio nel rispondere all’aspirazione degli italiani di poter avere uno stipendio sicuro, una cifra dentro alla quale poter affrontare il quotidiano senza troppe ansie e paure.

Gilberto Mazzi, cantava …quello che negli anni ‘30, in Italia, tutti pensavano. E oggi: Un ventenne o meglio un trentenne che aspira ai Mille (euro) di oggi …è lo stesso che sognava le Mille lire di allora?

Stessi sogni stessi ideali di vita?

Un lavoro sicuro, una casa da potersi permettere, una ricerca di tranquillità e una Compagna con cui poter vivere la propria esistenza e far nascere dei figli.

I Sogni di ieri sono dunque uguali ai sogni di oggi?

Nel 2002, la canzone di Silvestri rivisitava il testo… ciò avveniva praticamente …subito dopo la scelta della moneta unica europea, ma all’interrogativo sulla continuità dei “desideri e sogni” degli italiani si poteva rispondere con un SI, pur facendo alcune considerazioni (nel testo)  che lasciavano già intravedere qualche crescente difficoltà.

Ma, oggi, nel 2016 come stanno le cose? 1000-euro-pensione-150x150
In questo inizio di 2016, se qualche “cantautore” volesse un’altra volta …riscrivere la canzone in questione, dovrebbe inanzi tutto correggere il titolo che diventerebbe:

“Se potessi avere 1.500 euro al mese…”

Così cantono tutti i nostri giovani, ma lo fanno a “bassa voce” …senza alcun entusiasmo e con poca fiducia nell’Italia …e nell’Europa.
Troviamo scritto nel rapporto 2015 dell’Istituto Toniolo-Università Cattolica che: “Il 70% dei giovani italiani tra i 19 e i 32 anni, non vede alcuna prospettiva positiva per il nostro Paese e conseguentemente per loro stessi”. Infatti alla domanda: a cosa serve il lavoro? Risponde: “serve per guadagnare …non certo per realizzarsi”.

Già, “Se potessi avere 1.500 euro al mese” …a 35 anni.

In questo 2016 ben oltre la metà dei giovani intervistati nel rapporto annuale promosso dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, considera questa cifra un …miraggio lontano. E nonostante che tutti gli intervistati considerino adeguato alle loro necessità esistenziali …un livello reddituale tra mille e duemila euro. Tenuto conto dello stato di salute dell’economia italiana e soprattutto, più ancora vista, la situazione generale del mercato del lavoro italiano, sui meccanismi di reclutamento poco meritocratici e senza investimenti, le loro aspettative sullo stipendio sono e restano molto al ribasso. E l’obiettivo della ricerca di un posto di lavoro non è più tanto la propria realizzazione professionale e di vita, ma, solo l’ottenimento di un …reddito qualsivoglia.
Secondo il rapporto, elaborato a partire da un panel di 5000 persone tra i 19 e i 32 anni rappresentativo a livello nazionale, il rapporto dei giovani con il mondo del lavoro non è quindi positivo nemmeno con le novità introdotte dal jobs act.

Sostiene infatti il rapporto che: Il perdurare della crisi economica e la lentezza della ripresa dell’economia italiana, rendono inefficaci le stesse politiche occupazionali recentemente varate, rispetto all’alta precarizzazione raggiunta dal mercato del lavoro nostrano… Renzi 1000 euro
Ciò ha generato e continua a generare una forte sfiducia nel futuro. Infatti, oltre il 70% dei giovani ritiene di avere poca o per nulla fiducia che l’Italia nei prossimi tre anni (2016-2019) riuscirà a tornare a crescere sul livello degli altri paesi sviluppati.
Di conseguenza, le prospettive di vedere valorizzare le proprie capacità e competenze appaiono frenate dai limiti del nostro sistema paese e dalle continue carenze della politica.

Per questo i giovani italiani appaiono sempre più disillusi rispetto alla possibilità di trovare lavoro in Italia e sempre più disponibili a guardare fuori confine. Oltre l’85% degli intervistati (19-32 anni) è convinto che in Italia siano scarse o limitate le opportunità lavorative legate alle proprie competenze professionali. Nel rapporto si legge come la principale causa della disoccupazione sia attribuita dal 37,3% dei giovani ai limiti dell’offerta del mercato del lavoro, considerata sia ridotta come quantità sia bassa come qualità, a cui va aggiunta una mancanza d’investimenti in ricerca e sviluppo. Il 20,9% ritiene che si debbano migliorare meccanismi di reclutamento, legati a regole troppo rigide e lontani dalla meritocrazia. Solo il 19,2% attribuisce ogni causa alla crisi economica, mentre il 17,4% è autocritico: a loro avviso i giovani non trovano lavoro per via della poca esperienza (15,3%), di una scarsa formazione e dalla difficoltà ad accettare alcuni tipi di lavori.
Nel contesto attuale quindi il 70% dei giovani vede il proprio domani pieno di rischi ed incognite. Disoccupazione e impieghi precari spingono sempre di più i giovani ad essere concreti e pragmatici. E’ così che il 75,7 % (80% dei giovani al Sud – 71,4% al Nord) rinuncia a programmare il proprio futuro per affrontare le difficoltà del presente.

Se nel 2002 il lavoro era ancora considerato più un luogo di autorealizzazione che un mezzo per procurarsi reddito, ora, la situazione è completamente capovolta. prima di tutto

L’obiettivo primario è quello di trovare un’occupazione retribuita rinviando nel medio-lungo periodo la propria realizzazione personale.
IL 70% pensa che sarebbe più giusto arrivare a percepire a 35 anni tra i 1000 e i 2000 euro mensili, ma oltre la metà dei rispondenti sa già e comunque teme che non riuscirà ad andar oltre i 1500.
Le difficoltà a trovare un lavoro hanno quindi intaccato nei giovani non solo la fiducia nelle istituzioni, ma hanno anche ridotto il senso di appartenenza sociale, portando i giovani a rifugiarsi nella rete parentale più ristretta al punto che solo il 35% circa ritiene che la maggior parte delle persone sia degna di fiducia. Un alto grado di fiducia viene riposto unicamente nei famigliari e negli amici.

A questo punto quali considerazioni finali si possono fare?
I mille euro al mese sono dunque “il poco” comunque necessario, anche declinato esplicitamente in rima nel testo: “Un modesto impiego, io non ho pretese, voglio lavorare per poter al fin trovare tutta la tranquillità …una casettina, una mogliettina carina…” necessario per essere, oggi come ieri almeno …sereni. Non si aspirava e non si aspira a una villa enorme, una donna splendida e una vita sfarzosa e lussuosa piena di vizi. Anzi, i “desideri” (o sogni) di questi tempi, nei giovani sono alquanto ridimensionati e guardano solo a un …un lavoro qualsiasi anche non rispondente agli studi e/o competenze acquisite …un lavoro qualsivoglia retribuito … rinviando ad alri tempi tutto il resto.

Quel brano diventato immortale… (pur cambiando lira con euro), ci dice che praticamente le “1000 lire al mese”,  stanno ai 1000/1500 euro d’oggi e mettono insieme passato e presente. 
Gli euro oggi. Le lire ieri. Il passato e il presente che nuovamente si incontrano, si anticipano, si riconoscono e si stringono in un saldo ciclo di riflessi e promesse.
Un’epoca …l’odierna, che guarda alle lire con nostalgico ricordo e una sorta di malinconia. Comunque tanti italiani giovani ma anche meno giovani che quel “cassetto” famoso di cui abbiamo parlato all’inizio, ancora aprono:  non certo per vedere qualche banconota spenta e ingiallita che non è più in commercio, ma per vedere …per cercarvi li accanto alle monete  nello stesso  “cassetto” …brillante più che mai, c’è un “sogno di vita” che non muore mai: “…Senza esagerare Sarei certo di trovare Tutta la felicità”.

E’ sempre tempo di Coaching!


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